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12 Ottobre 2024 06:10

Elezioni amministrative. Taranto, Anno “Zero”- 1a puntata

Come possono i tarantini fidarsi ancora di questa gente ? E come faranno i tarantini a fidarsi di un branco di disoccupati o di persone alla ricerca di uno stipendio lauto e sicuro, retribuito con denaro pubblico ?

di Antonello de Gennaro

In questi giorni in molti, giornalisti, pennivendoli e ventriloqui si esercitano sulla stampa, siti web a scrivere ed ipotizzare il panorama elettorale delle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno nel capoluogo jonico fra circa 7 mesi. E’ a dir poco imbarazzante scriverne, con il rischio di essere confusi fra queste persone che non godono più della reputazione neanche del loro specchio del bagno. Ma qualcuno un’analisi fredda, disinteressata deve pur farla, nel tentativo di far capire ai nostri lettori di Taranto ( e sono molti) qualcosa di più di quanto possano leggere altrove. Prima di andarci ad occupare delle singole candidature, cordate, liste civiche, cerchiamo di capire qualcosa di quanto accade dietro le quinte dei partiti.

CdG comune di Taranto

 Il partito sicuramente più rappresentativo e forte di Taranto, elettoralmente parlando, è  senza alcun dubbio di sorta il Pd, che è comunque in questi ultimi tempi sembra più un ginepraio di spine. Al suo interno è in corso da mesi un autentico scontro della serie “tutti contro tutti“. Il gruppo più forte fa capo all’on. Michele Pelillo (ex Margherita, ora renziano di stretta osservanza) a cui fanno riferimento senza alcun dubbio  Gianni Azzaro, un finanziere in aspettativa, capogruppo in consiglio comunale e vice presidente della Provincia di Taranto, ed il segretario provinciale uscente Walter Musillo, un perito navale anima propulsore e socio dello Ionian Shipping Consortium, il quale negli ultimi tempi dopo un commissariamento subito, disposto e quindi revocato dalla segreteria regionale del Pd (che ha dimostrato di non conoscere e rispettare neanche lo statuto del Pd) ha dato prova di poter e saper camminare anche da solo.

CdG vico_archinà


Azzaro e Musillo sono (in)seguiti a ruota
dall’attuale vicesindaco Lucio Lonoce, operaio dell’ ILVA,  che si autodefinisce “pelliliano” , senza di fatto ormai esserlo più. Dietro di loro segue lo sparuto gruppo che fa riferimento all’ On. Ludovico Vico il quale alle scorse elezioni politiche non è stato rieletto dai suoi elettori, dopo la sua “scivolata” sulla vicenda ILVA e le intercettazioni pubblicate dalla stampa (in realtà solo da noi e dall’edizione nazionale del quotidiano La Repubblica), ed il gruppo emergente  che fa riferimento al consigliere regionale martinese Donato Pentassuglia che ci risulta in costante ascesa, grazie al suo incessante attivismo sul territorio.

A latere esiste un gruppetto che si definisce di “sinistra anche se non si capisce bene di quale sinistra sia, che fa capo al consigliere comunale e regionale Gianni Liviano, di cui fanno parte i consiglieri comunali Ciccio Venere e Dante Capriulo. Liviano, non molto amato all’interno del Pd tarantino,  è stato eletto in Consiglio Regionale nelle liste civiche di Michele Emiliano, che all’epoca era il segretario regionale del Pd in Puglia, il quale lo nominò assessore regionale alla cultura alla turismo, pur di non nominare assessore il consigliere regionale massafrese Michele Mazzarano (eletto “miracolosamente” in Regione, grazie ai voti tarantini di Pelillo).

CdG archinà_mascellaro
nella foto Michele Mascellaro, addetto stampa di Michele Mazzarano. Ci sono commenti…?

Michele Mazzarano pur essendo il capogruppo in consiglio regionale del Pd, si è distinto…. per aver conseguito il peggior risultato elettorale elettorale del Pd in Italia, in occasione del rinnovo del consiglio comunale  di Massafra, dove la sua candidata-sindaco, capolista del Partito Democratico, ha raccolto appena il 5% dei consensi ! Nel frattempo Mazzarano ha persino assunto nel gruppo regionale del Pd (a spese dei contribuenti) il giornalista barese Michele Mascellaro il quale contemporaneamente risulta anche alle dipendenze del quotidiano Taranto Buona Sera.  Un conflitto d’interessi a dir poco vergognoso sul quale sarebbe bene che intervenga il Consiglio di Disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti di Bari, se ancora esiste….

Ma la nomina di Liviano ad assessore regionale è durata molto poco, venendo costretto alle dimissioni accettate da Emiliano in meno di 24ore, a seguito di un imbarazzante incarico-appalto conseguito in Regione da una società informatica del tesoriere della campagna elettorale . Fuoriuscita dal Pd, Annarita Lemma capolista alle scorse elezioni regionali, consigliere regionale uscente, arrivata 5a su 7 candidati, che è stato letteralmente “trombata” dal voto dei suoi (ex) elettori.
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Gli ex-vendoliani  (ex-Sel ora Sinistra Italiana) si sono ormai dei veri e propri separati in casa. Da un lato l’on. Gabriella Duranti si è alleato con il consigliere regionale Cosimo Borracino, dall’altro il Sen. Dario Stefàno (un ex-UdC) si è alleato su Taranto con l’x-assessore regionale all’ agricoltura Fabrizio Nardoni, sempre trombato dagli elettori in ogni sua campagna elettorale, che è ormai diventato uno “zombie” della politica locale, e non solo… Fra gli ex-vendoliani compare il “gruppetto” (sfaldatosi) dei SDS il mini-movimento politico tarantino che fa capo all’attuale sindaco Ippazio Stefàno, giunto al suo secondo mandato di Sindaco e quindi non rieleggibile. In occasione delle ultime primarie del centrosinistra per le elezioni regionali del Governatore di Puglia, il sindaco Stefàno ed i suoi “adepti” passarono last minute con Michele Emiliano abbandonando i loro precedenti compagni di merenda di Sel, che appoggiavano invece la candidatura di Dario Stefàno.

Nel centrodestra continua la guerra fra i “reduci” di Forza Italia, un partito ormai pressochè inesistente di fatto sul territorio, che vede l’ex-sindaco di Massafra Martino Tamburrano e l’ex-consigliere regionale Pietro Lospinuso gli unici due politici di razza presenti su Taranto e Provincia, ed i fedelissimi di Raffaele Fitto a cui fanno riferimento all’On. Gianfranco Chiarelli ed al suo inseparabile braccio destro  Renato Perrini, neo-consigliere regionale. Dietro di loro un vero e proprio deserto. Politico e di competenze.

CdG ingresso operai ILVAL’anti-politica: Il Movimento Cinque Stelle, vive esclusivamente di luce riflessa nazionale cavalcando l’anti-politica, radunando intorno a se ex-iscritti del Pd, ex-sindacalisti e molti disoccupati a caccia di uno stipendio e/o incarico pubblico. Infatti nelle precedenti elezioni comunali, il M5s pur presentando una lista non riuscì ad eleggere neanche un consigliere comunale, salvo poi eleggere al Parlamento due deputati selezionati, votati ed indicati dal popolo grillino: i due disoccupati Alessandro Furnari e Vincenza Labriola (che alle comunali aveva raccolto un solo voto: il suo !)  che in campagna elettorale promettevano pubblicamente di accontentarsi di sole 2.500 euro al mese, mentre qualche settimana dopo l’ingresso in Parlamento, tradirono tutte le promesse elettorali, passando al Gruppo Misto ed incassando il loro stipendio “pieno” di parlamentari. Ed accanto a Furnari e la Labriola in campagna elettorale era onnipresente l’attuale eurodeputata grillina Rosa D’ Amato sul cui sito alla faccia della “millantata” trasparenza grillina, non vi è alcuna traccia delle sue spese e compensi elettorali) un altra eccellente disoccupata che per sopravvivere faceva l’insegnante di educazione fisica nelle palestre.

CdG camera deputati

Il totale incassato da un eletto alla Camera dei deputati è bene ricordarlo, è di circa 11.770 euro netti al mese, che equivalgono ad oltre 140mila euro l’anno. Si tratta di soldi guadagnati peraltro senza dover presentare alcuna fattura o scontrino e ai quali vanno aggiunti 1.200 euro all’anno di spese telefoniche certificate e 1.850 euro al mese per il cosiddetto ‘esercizio di mandato’, soldi che possono essere destinati alle spese (in questo caso da certificare) per un collaboratore o ad esempio per l’organizzazione di un convegno. Nell’arco dei 12 mesi questo tipo di entrata può raggiungere nel caso degli onorevoli quota 23.400 euro. Aggiungendoli al totale netto si arriva ad oltre 163mila euro all’anno. Il costo lordo dello stipendio di un onorevole, infine, sfiora i 230mila euro lordi ogni 12 mesi se si considerano anche le trattenute. Qualcuno di voi può dirci cosa hanno fatto per Taranto i deputati Furnari e Labriola eletti dal popolo grillino tarantino ?

Viene quindi spontaneo farsi alcune domande: ma possono i tarantini fidarsi ancora di questa gente ? E come faranno i tarantini a fidarsi di un branco di disoccupati o di persone alla ricerca di uno stipendio lauto e sicuro, retribuito con denaro pubblico ? Ma la nostra inchiesta non finisce qui. Domani vi racconteremo i retroscena delle auto-candidature, le liste civiche che si stanno formando, e tutto quello che pennivendoli e ventriloqui altrove non vi raccontano. Buon divertimento

1 | continua.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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