MENU
24 Novembre 2025 08:27

Studio100: sequestri e misure interdittive nei confronti dei Cardamone

La Guardia di Finanza di Taranto ha eseguito misure interdittive nei confronti dei fratelli Cardamone attivi nel settore editoriale radio-Sequestrati beni e disponibilità finanziarie per circa 1 milione di euro.

ROMA – Ancora una volta i fatti accertati dalle indagini di Polizia Giudiziaria e dalle Procure confermano quanto scoperto dal CORRIERE DEL GIORNO in materia di illegalità e frodi allo Stato. Come accaduto per la vicenda che riguardava la gestione truffaldina dei fratelli Cardamone, ex-editori (si fa per dire…) e proprietari delle società Jet srl e Mastermedia Club srl, entrambe fallite che avevano sinora gestito la “storica” emittente televisiva Studio 100.

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto hanno infatti eseguito questa mattinata un’ordinanza di applicazione di misura interdittiva, emessa dal Dr. Benedetto Ruberto G.I.P. del Tribunale di Taranto su richiesta della Procura della Repubblica jonica, nei confronti di due fratelli Gaspare e Giancarlo Cardamone (già pregiudicato per fatti analoghi) entrambi indagati, con contestuale esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, quote societarie e beni immobili per un ammontare complessivo di circa 1 milione di euro.

Gaspare Cardamone

I provvedimenti del G.I.P. Dr. Ruberto, che hanno accolto la richiesta avanzata dsl Sostituto Procuratore della Repubblica Dr.ssa Lucia Isceri, sono stati emessi al termine di una complessa ed articolata attività di indagine condotta da militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Taranto relativa al fallimento della nota emittente televisiva.

Decreto-di-sequestro-Cardamone

I reati contestati all’amministratore Gaspare Cardamone e al fratello Gaspare, socio delle società fallitea sono quelli dibancarotta fraudolenta patrimoniale” e “sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte“.

Giancarlo Cardamone

La sentenza dichiarativa di fallimento era stata emessa dal tribunale Fallimentare di Taranto su istanza della Procura di Taranto verificata l’irreversibile incapacità della società di far fronte ai propri debiti verso l’Erario.

Inoltre, erano sorti forti sospetti su alcune operazioni poste in essere dagli amministratori nella fase pre-fallimentare, rivelatasi particolarmente controversa soprattutto riguardo alle vicende dei lavoratori dipendenti nei cui confronti erano stati registrati ritardi nei pagamenti degli stipendi.

Prima di essere dichiarata fallita la società Jet srl aveva fatto richiesta di accesso all’istituto del concordato che consente di evitare il fallimento facendo fronte ai debiti secondo un piano di risanamento.

Ordinanza-interdittiva-Cardamone

L’obiettivo era quello di bloccare le istanze di fallimento e prendere tempo per perfezionare la cessione del ramo d’azienda alla Mastermedia Club srl, in cui far confluire gli asset positivi da salvare: le frequenze per la trasmissione e la possibilità di richiedere i contributi ministeriali destinati alle emittenti televisive, fondamentali per il sostentamento della società.

Visura-Camerale-Mastermedia

Proprio quest’ultimo aspetto era fondamentale. Infatti, presupposto per l’ottenimento del contributo è la regolarità contributiva e previdenziale rispetto ai lavoratori dipendenti.

La creazione di una “good company” avrebbe consentito ai fratelli Cardamone di ripartire ancora una volta, nella loro attività, lasciandosi alle spalle i debiti pregressi ed accumulatisi ammontanti a circa 5,5 milioni di euro, che sarebbero rimasti in capo alla bad company il cui destino era stato preordinatamente incanalato verso il fallimento.

Sono state effettuate approfondite indagini dalla Fiamme Gialle di Taranto, che hanno portato alla comprensione del disegno criminoso posto in esser dai due fratelli e finalizzato all’ottenimento dei contributi statali sull’emittenza televisiva locale, rilasciati dal Ministero dello Sviluppo Economico, ammontanti a circa 1,5 milioni.di euro

Se la somma fosse stata erogata nei confronti della vecchia società, sarebbe stata prioritariamente destinata al pagamento dei debiti previdenziali e tributari. Lo stanziamento nei confronti della nuova società in bonis, invece, sarebbe stato libero da ogni vincolo con conseguente danno per lo Stato. Ma non sempre tutte le truffe vanno a buon fine, specialmente quando si incontrano gli investigatori della Guardia di Finanza, corpo militare sempre più all’avanguardia tecnologica, societaria e tributaria.

(notizia in aggiornamento)

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Inps-Gedi: chiuso il procedimento per truffa
De Laurentiis rinviato a giudizio per falso in bilancio sul caso Osimhen
Roma, sgominata una rete di sfruttamento della prostituzione gestita da rumeni
Arrestato in Marocco il latitante Patrizio Forniti, il "capo dei capi" del clan di Aprilia
Vetrina di Louis Vuitton in via dei Condotti, sfondata con l'auto per rubare il contenuto
Indagine Italia Oggi: la qualità della vita nelle province italiane
Cerca
Archivi
Il "regno" di di Michele Emiliano giunge al termine
Coppa Davis:l'Italia è sul tetto del Mondo con il talento ed il cuore
Ornella Vanoni, oltre 5.000 milanesi alla camera ardente
F1, GP Las Vegas. Vince Verstappen. Le Ferrari di Leclerc e Hamilton ci provano, ma resta la delusione
La casa famaceutica americana Eli Lilly Grazie ai farmaci anti-obesità sfonda il tetto di 1 trilione di dollari

Cerca nel sito