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12 Ottobre 2024 06:06

I soliti lamenti della magistratura pugliese

Le solite affermazioni ideologiche di una certa magistratura che dimostra di dimenticare l' esistenza di un corpo di polizia giudiziaria, e cioè il NOE dell' Arma dei Carabinieri, specializzato proprio in materia ambientale, che per fortuna non è controllato dalle Procure
di Antonello de Gennaro

Il procuratore di Bari Roberto Rossi intervenendo al Forum internazionale Polieco sull’economia dei rifiuti a Napoli ha sostenuto con il solito fare perentorio e saccente che si fanno “tante chiacchiere ma poche risorse sul tema dell’ambiente”. trovando il sostegno della collega Eugenia Pontassuglia, attualmente alla guida della Procura di Taranto la quale a sua volta ha sostenuto che “Il primo problema è quello della specializzazione della polizia giudiziaria, del numero degli organici. Perché ci può anche essere polizia giudiziaria particolarmente specializzata ma gli organici sono veramente molto risicati, quindi diventa difficile fare questo tipo di indagini. I numeri purtroppo lo attestano, perché se consideriamo nel complesso le indagini aperte in Italia negli ultimi anni, a fronte di un fenomeno veramente allarmante che sotto gli occhi di tutti, i numeri sono veramente bassi“.

Le solite affermazioni ideologiche di una certa magistratura che dimostra di dimenticare l’ esistenza di un corpo di polizia giudiziaria, e cioè il NOE dell’ Arma dei Carabinieri, specializzato proprio in materia ambientale, che per fortuna non è controllato dalle Procure, ma dai propri comandi distrettuali. Il procuratore Rossi non ha mai chiarito e reso noto che fine abbia fatto quel fascicolo d’indagine sulla gestione della curatela fallimentare della Gazzetta del Mezzogiorno, da cui scaturì quella delega d’indagine alla Guardia di Finanza la cui relazione venne depositata da lui stesso in udienza dinnanzi al Tribunale fallimentare di Bari, dove apparve accompagnato dal pm Marazia.

Una relazione quella delle Fiamme Gialle che portò alla luce nella propria relazione d’indagine che 4 degli 8 assegni circolari da 250mila euro ciascuno, depositati dalla società Ecologica, provenivano dai conti correnti della CISA spa di Massafra, la quale al momento dell’asta non aveva alcun rapporto di compartecipazione societaria con Ecologica, nè tantomeno vi aveva partecipato. Quindi a che titolo veniva utilizzato e versato quel milione di euro ? Così come sia il Tribunale fallimentare di Bari e la procura non si accorsero (…?) che i due curatori fallimentari della Edisud, erano sul libro paga del gruppo CISA !

Toc toc” procuratore Rossi ci fa sapere qualcosa anche lei quando non è occupato a partecipare a convegni in Campania, o nei forum con i soliti giornalisti compiacenti, che fine ha fatto quell’indagine sulla gestione della curatela fallimentare dell’ Edisud-Gazzetta del Mezzogiorno ? Se lo chiedono i 50 giornalisti finiti in cassa integrazione che dal 1° gennaio 2026 saranno dei disoccupati a spasso senza alcuna protezione. A proposito eviti un altro esposto al Consiglio di Disciplina dell’ ordine dei Giornalisti. Quello da lei già presentato in passato mei miei confronti è stato archiviato all’unanimità ! E non ci ha fatto una bella figura…

Entrambi i procuratori di Bari e Taranto devono essersi evidentemente distratti dal proprio autocompiacimento conferenziero, dimenticando che il proprietario della CISA spa di Massafra, il rag. Antonio Albanese, attuale co-editore al 50% della Gazzetta del Mezzogiorno ha subito condanne per reati contro la pubblica amministrazione, ed è attualmente sotto processo a Taranto per aver “inquinato” un’inchiesta dalla Guardia di Finanza, dopo essere già finito sotto processo a Lecce (venendo assolto in udienza preliminare) per il caso Ecolio 2, un impianto di Presicce Acquarica su cui si era concentrata la lente degli investigatori per ipotesi di smaltimento illecito di rifiuti.

La tesi degli inquirenti (l’inchiesta era seguita dal procuratore aggiunto di Lecce Elsa Valeria Mignone) era che l’autorizzazione integrale ambientale rilasciata a Ecolio 2 fosse “macroscopicamente illegittima” in quanto mancava l’approvazione del progetto di variante per l’impianto di smaltimento di rifiuti. Inoltre c’era l’accusa di carenze strutturali, emissioni maleodoranti e smaltimento dei rifiuti in violazione alle prescrizioni. Ma il Gip Sergio Mario Tosi, non era d’accordo.

La procuratrice Pentassuglia a sua volta, dovrebbe farci sapere che fine ha fatto quel fascicolo aperto in procura a Taranto dal suo predecessore Carlo Capristo (quando era alla guida della Procura della repubblica di Taranto), che dispose alle Fiamme Gialle la perquisizione ed acquisizione di documenti nello stabilimento siderurgico di Taranto, così come dovrebbe farci sapere che fine hanno fatto tutti quei rilievi ambientali e fotografici sull’ ex-Ilva e la Raffineria ENI di Taranto fatti effettuare da Capristo con il suo aggiunto Maurizio Carbone che addirittura effettuarono un sorvolo in elicottero dei Vigili del Fuoco sugli stabilimenti industriali, delegandoli alla stesura di una mappatura dei siti di possibile rischio ambientale.

L’ attuale procuratore capo di Taranto dimentica anche che è stata l’attuale polizia giudiziaria di Taranto insieme al NOE di Lecce ad effettuare tutte le indagini che hanno portato al noto processo “Ambiente Svenduto”, dove stranamente i magistrati tarantini si sono resi latitanti dinnanzi alla Corte d’ Assise di Appello allorquando ha raso al suolo la sentenza di 1° grado annullandola completamente, nel cui processo di 1° grado invece tutti i magistrati della procura jonica erano tutti presenti alla lettura, pieni di orgoglio con le loro toghe sulle spalle, vogliosi di protagonismo mediatico, occupando persino i banchi degli avvocati !

Toc toc” procuratricee Pentassuglia quando non è occupata a partecipare a convegni in Campania, ci fa sapere qualcosa che fine hanno fatto quei fascicoli d’indagine ? Adesso che le motivazioni della sentenza di appello del processo Ambiente Svenduto sono note, aspettiamo il commento della Procura di Taranto. Arriverà ? Abbiamo più di qualche dubbio ….

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Grazie, Antonello de Gennaro

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