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29 Marzo 2024 01:31
29 Marzo 2024 01:31

Autorità Portuale Taranto: anche il 2018 si è chiuso in flessione

Anche quest'anno nessun numero viene fornito in merito alla movimentazione commerciale dei container per il 2018 che rimane immobile come era stata nel 2016 e 2017, e nessuna spiegazione sulla riduzione in transito nel 2018 del comparto passeggeri, a fronte di una pressochè inesistente attività, dimenticando di spiegare i ritardi (quasi tre anni dei lavori di realizzazione del  Molo Passeggeri "Falanto Service Port Center" ) che doveva essere pronto e finito da ben due anni

ROMA –  I dati e numeri resi note ieri dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio (che come sempre nel suo stile “illegale” evita di mandarceli) , ancora una volta si manifesta l’incapacità dell’attuale vertice ad una gestione manageriale che ripone le proprie speranze come sempre sulle prospettive, in vista di un aumento della produzione siderurgica annunciata da Arcelor Mittal , mentre è rilevante la riduzione sull’attività petrolifera della raffineria ENI di Taranto.

I dati dell’anno 2018 sono ancora una volta deprimenti: le movimentazioni sono state minori di quelle del 2017 in cui erano state gestite 21,6 milioni di tonnellate di merci, calate nell’ultimo anno  a 20,4 milioni di tonnellate, con una riduzione del 5,6% . Per essere maggiormente precisi le merci sbarcate nel 2018 sono state 12 milioni di tonnellate (con un calo -5,1%) con 8,5 milioni  imbarcate (ed un calo del -6,4%). Il cargo in transito dal porto di Taranto è costituito nel suo complesso per circa il 57,3% da rinfuse solide; costituite nel 24,2% da merci varie e nel 18,5% da rinfuse liquide.

Il risultato negativo conseguito dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio , è ancora una volta il risultato di andamenti alterni e di una incertezza manageriale evidente che è sotto gli occhi di tutti. Non a caso a fronte dei modesti numeri positivi registrati per le rinfuse solide con 11,7 milioni di tonnellate (+3,1%) , balzano agli occhi le negative performance sulle rinfuse liquide che hanno raggiunto 3,8 milioni di tonnellate (con una diminuzione del -17,7%) e delle merci varie (-13,3%) con 5 milioni di tonnellate.

L‘ avvocato Prete, presidente dell’ Autorità Portuale cerca sempre di nascondere le proprie evidenti incapacità manageriali e gestionali tentando di giustificare i propri risultati negativi collegamenti all’andamento della produzione industriale che determina la movimentazione portuale di rinfuse e in particolare a Taranto, la cui attività è strettamente legata a quelle dello stabilimento siderurgico siderurgico e della raffineria Eni, che sono i principali clienti ed utilizzatori del porto, che altrimenti sarebbe una vera e propria cattedrale del deserto del mar Jonio.

Il Porto di Taranto  ha beneficiato dell’ incremento degli imbarchi di rinfuse solide con circa 1,5 milioni di tonnellate, +19,2% sul 2017; e  gli sbarchi hanno registrato un aumento dell’1,2% con 10,3 milioni . Risulati questi che in realtà sono stati raggiunti esclusivamente grazie alla stabilizzazione della situazione dell’industria siderurgica in amministrazione straordinaria. Prete confida che l’ attività generata dalla nuova gestione di Arcelor Mittal Italia dello stabilimento siderurgico  ex Ilva , possa contribuire a rilanciare il Porto di Taranto che se fosse stato privato sarebbe fallito da un pezzo.

La contrazione degli sbarchi (-39,4%) con 1,1 milioni di tonnellate nel 2018, rispetto a 1,8 milioni dell’anno 2017, e degli imbarchi con 2,7 milioni inferiori del -3,3% rispetto al 2017 secondo l’ Autorità Portuale è causata dalla riduzione dell’import marittimo della raffineria Eni che sta utilizzando il greggio proveniente dalla Basilicata. Dimenticando che il greggio estratto in Basilicata parte proprio dal Porto di Taranto !

Anche quest’anno nessun numero viene fornito in merito alla movimentazione commerciale dei container per il 2018 che rimane immobile come era stata nel 2016 e 2017 . L’ Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio confida nel rilascio della concessione del Molo Polisettoriale del Porto di Taranto alla holding turca Yilport, tredicesimo operatore terminalista al mondo, che potrebbe contribuire  a rianimare il settore dopo il fuggi-fuggi dei precedenti gestori e terminalisti a causa dei lavori infiniti di ristrutturazione del Porto (oltre 400 milioni di euro) .

 

Incuranti di coprirsi di ridicolo dall’ Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio cercando di minimizzare anche la riduzione in transito nel 2018 comparto passeggeri, a fronte di una pressochè inesistente attività, dimenticando di spiegare i ritardi (quasi tre anni dei lavori di realizzazione del  Molo Passeggeri “Falanto Service Port Center” ) che doveva essere pronto e finito da ben due anni ! in buona compagnia del sindaco “doubleface” Rinaldo Melucci che in campagna elettorale, allorquando era ancora il presidente dello Ionian Shipping Consortium garantiva addirittura che Taranto sarebbe diventato un porto di arrivo e partenza per le navi della Thomson Cruises. Ma per vederle bisogna rivolgersi agli amici e colleghi del noto programma RAI “Chi l’ha visto ?” !!!

Eppure nel 2017  Rinaldo Melucci, (all’epoca dei fatti)  presidente di Isc, così commentavano a Il Sole 24 Ore: È un progetto che vogliamo consolidare. L’obiettivo è ampliare il numero degli attracchi coprendo da aprile a novembre 2018. Vogliamo riconfermare la Thomson Spirit ma anche portare a Taranto l’ammiraglia della flotta, la Tui Discovery 2, così come una seconda importante compagnia per la quale stiamo chiudendo le trattative“. Le solite “cazzate” elettorali!

Sergio Prete

Il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Avv. Sergio Prete ha dichiarato ( ma non a noi non avendone il coraggio !) : “Il porto di Taranto  sta gradualmente superando la profonda crisi degli ultimi anni dovuta a vari fattori, tra i quali le note problematiche del comparto industriale e la chiusura del terminal contenitori. Già a partire dalla fine dello scorso anno si sono avvertiti i primi segnali di ripresa. Il concreto avvio di tutte le iniziative messe in campo e delle attività programmate consentirà una graduale ma importante ripresa che potrà condurre lo scalo ad una crescita esponenziale, sia in termini di traffici ed occupazione ma anche di diversificazione, innovazione e sostenibilità ambientale. Yilport, Zes, ArcelorMittal, l’Innovation Hub, Piattaforma Logistica, Falanto Service Port Center, sono solo alcuni dei Pilastri su cui stiamo lavorando per garantire a Taranto il posizionamento strategico che merita nel Mediterraneo”. Anche questa volta quelle di Prete sono e restando solite parole al vento.

Resta da chiedersi quando il Ministero delle Infrastrutture deciderà di fare luce su una gestione poco chiara e sopratutto costellata da ritardi e spreco di denaro pubblico. Forse è arrivato il momento…

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