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19 Aprile 2024 00:49
19 Aprile 2024 00:49

“Toghe sporche”: il procuratore generale della Cassazione Fuzio chiede la sospensione di Palamara da funzioni e stipendio

Il magistrato calabro-romano è attualmente indagato nell' inchiesta di Perugia sul "mercato" sugli incarichi dei vertici delle Procure. La pronuncia del Csm prevista il prossimo 2 luglio

ROMA – Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio ha richiesto al Consiglio Superiore della Magistratura la sospensione facoltativa dalle funzioni e dallo stipendio del pubblico ministero Luca Palamara, l’ex presidente della Associazione Nazionale Magistrati  indagato a Perugia.

Il provvedimento è stato richiesto il 12 giugno scorso alla vigilia del vertice sulla Giustizia tenutosi a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte mentre nel frattempo il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha accelerato la riforma delle intercettazioni organizzando per venerdì prossimo una riunione del tavolo “tecnico” allargato a giornalisti e avvocati.  Non sarà facile riuscire a trovare posizioni di compromesso tra queste due categorie, come sul piano politico sarà ancora più difficile una comunione di intenti tra il M5S e la Lega, che sull’argomento hanno posizioni diametralmente opposte. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti si è detto favorevole a “correggere il procedimento elettorale per gli eleggibili” nel Csm.

Il provvedimento richiesto  è di natura cautelare cioè destinato a intervenire prima che si celebri il processo disciplinare. La sezione disciplinare del Csm si pronuncerà a porte chiuse sulla richiesta il 2 luglio prossimo. Forse più trasparenza sarebbe stata opportuna…

Ecco l’intervento sulla giustizia del Ministro Guardasigilli Bonafede ieri sera a “Porta a Porta” (RAIUNO) , intervistato da Bruno Vespa :

 

La richiesta di avviare un procedimento disciplinare non può considerarsi un atto di semplice routine anche perché oltre alla gravità delle accuse contestate al Pm Palamara si intravede un potenziale coinvolgimento dello stesso procuratore generale Fuzio il quale, in parte indirettamente, avrebbe fatto arrivare un messaggio (divenuto di pubblico dominio due giorni fa) al collega messo sotto intercettazione dalla Procura di Perugia, e come risulta dagli atti inviati da Perugia al consiglio di presidenza del Csm, incontrandolo successivamente il 27 maggio scorso . Il procuratore generale Fuzio peraltro è componente dell’ufficio di presidenza del Csm e, quindi, per lui si prevede quanto meno un obbligo di astensione.

Si tratta di un vero e proprio clima da resa dei conti ,  la cui pericolosità ma sopratutto gravità verrà sicuramente evidenziata venerdì prossimo al plenum straordinario del Csm a cui presenzierà il Presidente, cioè il capo dello Stato,  per l’insediamento dei nuovi togati , in attesa delle elezioni suppletive tra i pm previste in autunno.

il premier Giuseppe Conte

La linea del Governo  che verrà illustrata stasera del premier Giuseppe Conte al vertice convocato con i ministri Giulia Bongiorno ed Alfonso Bonafede (peraltro entrambi avvocati) e con l’annunciata partecipazione dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio,  è quella di coinvolgere il Parlamento e, dunque, quanto più possibile anche l’opposizione. È necessario,  ha detto il premier Conte a Napoli “recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni: serve una coesione sociale e fiducia nelle istituzioni, dunque serve intervenire per dare un segnale di grande attenzione“. sostenendo l’urgenza di procedere ad una revisione del “meccanismo di elezione dei componenti del Csm in modo da recidere la possibilità di contaminazione tra politica e magistratura“.

Il premier ha voluto anche però sottolineare di non averapprezzato lo spirito corporativo con cui con cui hanno reagito alcuni magistrati…“, una posizione questa condivisa anche  dal Guardasigilli Alfonso Bonafede: “I nostri magistrati, tra i migliori al mondo, sono gli eredi di Falcone e di Borsellino e non permetterò a nessuno di macchiare la giustizia in maniera indelebile”. Bonafede ha parlato di “muro invalicabile” tra la politica e la magistratura sostenendo che “Non è possibile che un magistrato che va fare politica possa tornare a fare il magistrato“.

Stavolta una mano decisiva potrebbe arrivare anche dall’Anm (l’ Associazione Nazionale dei Magistrati) il cui neo presidente Luca Poniz, ha parlato in un’intervista rilasciata al Sole 24Ore di “questione morale e carrierismo esasperato che affligge i magistrati“.

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