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16 Aprile 2024 06:34
16 Aprile 2024 06:34

Tap: sequestrati atti, tre indagati

Fonti dell'azienda Tap che sta costruendo il gasdotto che approderà nel Salento,  affermano che "Tap sta assicurando la massima collaborazione alle autorità" nell'ambito dell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperto dalla Procura di Lecce

LECCE – E’ stata sequestrata dai Carabinieri del Noe una corposa documentazione presso la sede legale di Roma e quelle operative di Melendugno e Lecce della società “TAP- Trans Adriatic Pipeline spa” , riguardante la realizzazione del gasdotto Tap,  nell’ambito dell’inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperta dalla Procura di Lecce dove tre persone risultano indagate .

L’operazione è stata fatta dai carabinieri del Noe di Lecce, di Roma e Milano, insieme ai colleghi del comando provinciale, che hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione e sequestro messo dalla Procura di Lecce, a firma del Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris e del pm Valeria Farina Valaori. A Villafranca padovana è stata perquisita la sede del laboratorio di analisi SGS Italia S.p.A., il centro di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini ambientali sui vari cantieri dell’opera. Le analisi eseguite per conto della Procura avevano evidenziato il superamento dei parametri relativi ad alcuni inquinanti.

È stata sequestrata ed acquisita una cospicua documentazione anche su supporto informatico ed in particolare sono stati sequestrati tutti rapporti di prova analisi e altri documenti dal novembre 2017 ad oggi collegati ai campionamenti effettuati sulle acque di falda sottostanti il cantiere Tap in località San Basilio di Melendugno dove dalle indagini condotte dal Noe e da Arpa Puglia era stato riscontrato il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione di alcuni parametri.

L’inchiesta ha origine dopo che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, aveva emesso nel luglio scorso di una ordinanza di divieto di prelievo dell’acqua dai pozzi dell’area del cantiere, in località San Basilio, per l’accertato sforamento dei limiti di alcune sostanze pericolose (manganese, nichel, arsenico e cromo esavalente), la cui presenza era stata riscontrata in quantitativi superiori alla norma, così come si evinceva dai regolari controlli effettuati da Tap.

ultimo tratto del gasdotto TAP.

L’azienda secondo quanto veniva sottolineato nell’ordinanza del sindaco non avrebbe impermializzato l’area di cantiere come previsto nella prescrizione A36 e A55 della Via, causando la dispersione in falda delle sostanze pericolose. Il sindaco Potì emise l’ordinanza di divieto di prelievo di acqua dai pozzi per superamento dei limiti di alcune sostanze pericolose come nichel, cromo e arsenico, vanadio e manganese la cui presenza era stata riscontrata in quantitativi superiori alla norma, in alcuni casi anche di cinque volte.

Il divieto prevedeva una validità di 30 giorni a decorrere dal 24 luglio e, comunque, “fino alle determinazioni che saranno assunte di concerto con le competenti altre autorità“. Il sindaco di Melendugno,  aveva disposto anche l’immediata sospensione di ogni attività presso il cantiere di San Basilio dove è stato realizzato il pozzo di spinta del gasdotto. Lavori che restano bloccati, così come deciso ieri dal Tar Lazio, che si è pronunciato sull’impugnazione che il Consorzio aveva prodotto per l’annullamento, previa sospensiva cautelare, dell’ordinanza emessa dal sindaco di Melendugno.

Fonti dell’azienda Tap che sta costruendo il gasdotto che approderà nel Salento,  affermano che “Tap sta assicurando la massima collaborazione alle autorità” nell’ambito dell’inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperto dalla Procura di Lecce che oggi ha portato a sequestri di documentazione da parte dei militari del Noe e nella quale risultano indagati per scarico abusivo contenente elementi inquinanti Clara Risso, legale rappresentante di Tap Italia, Michele Elia, country manager della società e Gabriele Paolo Lanza, project manager di Tap in carica dal 15 marzo scorso. Le stesse fonti Tap affermano che “continueranno su questa strada nel proseguimento delle indagini nella convinzione che esse non potranno che dimostrare l’assoluta correttezza di quanto Tap fino ad ora ha realizzato“.

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