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29 Marzo 2024 15:58
29 Marzo 2024 15:58

Quattro consiglieri comunali di Taranto vanno a processo per dei rimborsi del Comune contestati dalle Fiamme Gialle

Il gup Fulvia Misserini del Tribunale di Taranto ieri al termine dell’udienza preliminare ha deciso che sarà un processo a determinare se quattro consiglieri comunali della scorsa legislatura, due dei quali eletti anche in quella attuale, hanno realmente raggirato il Comune attraverso il meccanismo dei rimborsi ai datori di lavoro. Il giudice ha deciso il rinvio a giudizio per sette imputati. Tra loro l’ attuale presidente del Consiglio comunale Piero Bitetti e la consigliera comunale Carmen Casula, e per i due ex consiglieri Floriana De Gennaro e Emidio Albani, e tre datori di lavoro chiamati a rispondere delle accuse formulate dal pm Maria Grazia Anastasia di concorso in truffa, contestazioni negate ed opposte da collegio difensivo degli indagati .

Imbarazzante il caso di un consigliere comunale Floriana de Gennaro (ora ex) che venne indicata dall’ ex comandante del nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Taranto col. Antonio Maco Antonucci (ora trasferito a Padova) , in una dichiarazione “virgolettata” pubblicata dall’ edizione barese del quotidiano La Repubblica, definì la de Gennaro come una”cameriera diventata all’improvviso dirigente” e che non lavorava, venendo subito dopo costretto a smentire sè stesso ed il quotidiano romano dalle volgari accuse, a seguito delle prove documentali esibite dai difensori della consigliera comunale.

Incredibilmente successivamente in udienza preliminare, il pubblico ministero sostenne che la de Gennaro era il “dominus” dell’ azienda che gestiva il “Caffè Italiano”, di fatto comprovando che in realtà qualcosa non aveva funzionato nel corso delle indagini superficiali e poco documentate. In realtà la de Gennaro viene chiamata a rispondere di responsabilità imputabili al rappresentante legale della società che gestiva l’attività commerciale, successivamente dededuto, e non a lei che di fatto era solo la direttrice del “Caffè Italiano” ove lavorava quando non sedeva in consiglio comunale, come ben noto a tutta la città, comprese le istituzioni che si recavano nel centrale bar cittadino o che si avvalevano dei catering forniti (anche a magistrati ed istituzioni )seguiti personalmente da Floriana de Gennaro.

Contro i consiglieri comunali indagati le imputazioni sulla base delle indagini condotte dai militari del nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza per i rimborsi previsti dalla normativa per le assenze dal posto di lavoro di un dipendente per svolgere le funzioni di consigliere comunale. Assenze che per legge vengono rimborsate dal Comune al datore di lavoro. Praticamente le aziende presso le quali risultano essere dipendenti consiglieri comunali in carica hanno diritto al rimborso di quanto retribuito previdenzialmente per le giornate in cui però i lavoratori-dipendenti sono impegnati a svolgere le loro funzioni di consiglieri.

In questo meccanismo burocratico-amministrativo che è assolutamente legittimo e quindi legale, qualcosa secondo il pm Anastasia non sarebbe stato corretto e legale per i quattro eletti in consiglio comunale nella scorse elezioni del 2017. La contestazione sulla quale si basa il il processo che prenderà il via il prossimo 5 giugno, è che i quattro consiglieri, con la compiacenza dei titolari delle imprese, avrebbero in alcuni casi simulato l’esistenza di un contratto di lavoro e in altri gonfiato l’inquadramento contrattuale per ottenere i rimborsi dal Comune, per questo motivo, secondo l’accusa, non dovuti.

Contestazioni che tutti gli imputati hanno da sempre respinto, sostenendo la veridicità dei rapporti di lavoro al centro della bufera giudiziaria. Sarà quindi adesso un regolare processo ed un giudice a stabilire la fondatezza dell’impianto accusatorio della pm Anastasia e delle indagini svolte dai finanzieri che secondo i legali del collegio difensivo degli imputati farebbe acqua in molteplici delle accuse.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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