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5 Maggio 2024 01:25
5 Maggio 2024 01:25

Referendum Giustizia, la Corte Costituzionale ammette quattro quesiti

I quesiti sono stati ritenuti ammissibili "perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario". I lavori della Corte proseguono con l’esame dei rimanenti quesiti referendari.

La Consulta ammette quattro quesiti referendiari sulla giustizia. La Corte Costituzionale ha proseguito oggi in Camera di consiglio l’esame sull’ammissibilità dei referendum cominciato ieri e “in attesa del deposito delle sentenze, previsto nei prossimi giorni – si legge in una nota – l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha finora ritenuto ammissibili i seguenti quesiti referendari: 1.Abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità 2.Limitazione delle misure cautelari 3.Separazione delle funzioni dei magistrati. 4.Eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm”. 

I quesiti sono stati ritenuti ammissibiliperché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario“. I lavori della Corte proseguono con l’esame dei rimanenti quesiti referendari.

Le schede sui 4 quesiti referendari ammessi

LEGGE SEVERINO

Abolizione dell’intero Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità, uno dei decreti attuativi della legge, è la richiesta di Lega e Radicali, che significa eliminare le norme che impediscono la partecipazione alle competizioni elettorali per il Parlamento europeo e italiano e alle elezioni regionali, provinciali e comunali di chi sia stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati. E soprattutto l’articolo 11, che prevede per gli amministratori locali la sospensione, dopo la condanna di primo grado per alcuni reati.

CUSTODIA CAUTELARE

Cancellando una parte dell’articolo 274 del codice penale, si ridurrebbe l’ambito dei reati per i quali è consentita l’applicazione delle misure cautelari e in particolare della carcerazione preventiva: fra i quali il finanziamento illecito ai partiti e via i reati puniti con la reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, a meno che non ricorra il pericolo di fuga dell’indagato o di inquinamento delle prove.

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

Lo scopo del referendum è non consentire più il cambio di funzioni tra giudici e pubblici ministeri e viceversa nella carriera di un magistrato . Attualmente sono sono consentiti 4 passaggi, che diverranno due con la riforma.

ELEZIONI DEI COMPONENTI DEL CSM

Il quesito propone di cancellare la norma che stabilisce che ogni candidatura va sostenuta dalle firme di almeno 25 presentatori. L’obiettivo è arrivare a candidature individuali libere, già previste nella riforma Cartabia.

Gli altri quesiti ancora in attesa  

Alla Corte Costituzionale pendono ancora altri due quesiti in tema di giustizia in esame, che vogliono consentire il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle “pagelle” per i magistrati (misura prevista nella riforma Cartabia, ma solo quando il Consiglio dell’Ordine abbia segnalato scorrettezze del magistrato) e introdurre la responsabilità civile diretta dei magistrati.

CONSIGLI GIUDIZIARI

 Consentire il voto degli avvocati che siedono nei Consigli giudiziari anche sulle valutazioni di professionalità dei magistrati, è lo scopo dei referendari. Lo prevede già la riforma della ministra Cartabia, ma questo soltanto nel caso in cui il Consiglio dell’Ordine abbia segnalato comportamenti scorretti da parte del magistrato che si deve valutare.

RESPONSABILITÀ CIVILE DIRETTA DEI MAGISTRATI

Cancellando parte delle norme attuali si vuole introdurre la responsabilità civile diretta dei magistrati per gli errori giudiziari. Attualmente è lo Stato che risarcisce il cittadino che abbia subito un ingiusto danno e poi si rivale sul magistrato (cosa questa che non avviene quasi mai !) .

Cosa può accadere alla legge sul Csm se la Corte dovesse approvare tutti, o la maggior parte, dei sei referendum? L’ impatto mediatico con conseguenze politiche, in vista del voto previsto ad aprile o i primi di maggio è Inevitabile, e scatenerà un’imponente propaganda radical-leghista. Tutto ciò mentre la Camera discute la legge sul Csm (prevista in aula per la fine marzo). Dei sei referendum sono due quelli che possono influire. Il quesito sulla separazione delle carriere e quello sulla responsabilità civile dei giudici.

Se gli italiani dovessero votare in massa com’è accaduto nel 1987, il “” alla responsabilità diretta delle toghe, si manifesterà la volontà popolare di una legge molto severa sui giudici. Quanto alle carriere, nella legge di Cartabia è scritto che una toga non può cambiare casacca più di due volte. Il referendum darebbe grande fiato al centrodestra per ridurre il passaggio a una sola volta. E la saldatura tra Lega, Forza Italia, Azione a FdI, che già emerge con chiarezza sul “sorteggio” come nuova legge elettorale, trarrebbe grande fiato dalla campagna sui referendum.

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