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29 Marzo 2024 16:38
29 Marzo 2024 16:38

E’ la Procura di Bari il nuovo “porto delle nebbie” della giustizia italiana ?

C’è una grande asimmetria, perché i sindaci accusati vengono arrestati e devono dimettersi, mentre i pm pure dopo le condanne restano al loro posto. I casi di malagiustizia sono tanti. Speriamo che il governo e il presidente Mattarella, che è anche presidente del Csm, possano accendere l’attenzione e intervenire.
di Antonello de Gennaro

Alla guida della Procura di Bari c’è un magistrato che dimenticò… per appena 6 anni, di iscrivere nel registro degli indagati, una persona Salvatore (Tato) Greco , che guarda caso faceva politica ed apparteneva alla famiglia Matarrese, una delle famiglie più potenti ed influenti del capoluogo pugliese, salvo poi mandarlo a processo, inutilmente, per il quale la procura di Bari aveva chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione nell’ambito di un processo sulla gestione della sanità in Puglia. Accusa insussistenti per il Tribunale di Bari che lo ha assolto “perché il fatto non sussiste”. 

E quando la sezione disciplinare del Csm aprì un procedimento nei suoi confronti, quel magistrato per salvarsi si era fatto eleggere al Csm nelle lista della solita corrente sinistrorsa di Area , e quindi i suoi colleghi lo “salvarono”. Parliamo dell’attuale procuratore capo Roberto Rossi, magistrato molto attivo per la sua corrente nelle operazioni di candidature nei ruoli direttivi della magistratura.

Un procuratore “permaloso” che se qualcuno (come il sottoscritto) osa criticarlo, lui risponde con esposti alla Procura di Roma ed al Consiglio di Disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti, che come prevedibile sono finiti entrambi “rottamati” (archiviati) all’ unanimità, dopo aver verificato la correttezza del mio comportamento professionale e personale.

Ma Rossi è anche un procuratore “dormiente” che ha all’interno della sua procura ha un proprio collega, il sostituto procuratore Michele Ruggiero, condannato lo scorso febbraio dalla Suprema Corte di Cassazione e quindi con con sentenza definitiva, che come ha scritto ieri il quotidiano IL GIORNALEè ancora al suo posto e continua a fare danni“. Infatti il pm Ruggiero lo scorso anno aveva condotto un’inchiesta su alcuni presunti appalti pilotati in cambio di consenso elettorale e favori nel Comune di Polignano (Bari) , arrestando cinque persone tra cui il sindaco Domenico Vitto (Pd), che era anche il presidente dell’ ANCI Puglia, e molto vicino al sindaco di Bari Antonio Decaro.

l’ex sindaco Domenico Vitto (Pd)

Vitto si dimise per non influenzare la campagna elettorale, mentre il pm Ruggiero sosteneva l’accusa nei suoi confronti di aver incassato una tangente da 100mila euro da un imprenditore locale per l’organizzazione dell’ evento “Meraviglioso Natale” del 2018. Peccato che quella stessa procura dopo un anno ha cambiato idea sul proprio impianto accusatorio, archiviando le proprie accuse nei confronti dell’ex sindaco Vitto perchè non è stato lui a chiedere alcuna tangente nè tantomeno a commettere il reato di calunnia. Ma non solo. Infatti vennero archiviate tutte le accuse anche per altri cinque indagati accusati di altri reati.

Vitto rischia a questo punto un rinvio a giudizio per corruzione e turbativa d’asta per un altro appalto, che la procura di Bari presume essere truccato, del valore di 850mila euro, per la riqualificazione del lungomare di Polignano. Ed in questo caso la giustizia farà il suo corso ed attendiamo di darne notizia al momento opportuno. Ma il vero problema è il “modus operandi” della Procura di Bari che torna a ripetersi quando non potrebbe , e non dovrebbe, essere consentito. Un “modus operandi” che i giornalisti baresi sinistrorsi e ginuflessi alla procura barese non vi racconteranno mai, nonostante i loro giornaletti perdono di giorno sempre più copie e lettori !

Come si fa a lasciare operare indisturbato un magistrato “condannato” come Michele Ruggiero, mentre quella solita corrente “sinistrorsa”, ha cercato di far fuori dalla magistratura due magistrati come Carlo Maria Capristo (ex procuratore capo di Taranto) e Michele Nardi (ex ispettore del Ministero di Giustizia) ? Il GIORNALE ieri riporta alcune delle frasi usate dal pm Ruggiero nei suoi interrogatori: “Tua moglie lo sa cosa hai fatto ?”…”Dal carcere c’è una visuale sul mare stupenda e secondo me a lei col problema che c’ha le fa pure bene…“…”Possiamo impegnarci per farla stare con il caldo che fa al fresco…“, rivolte nei confronti di tre testimoni allo scopo di indurli ad ammettere di essere a conoscenza del pagamento di tangenti ad un imputato nel secondo filone dell’ inchiesta “Sistema Trani”, città e procura dove viveva il Ruggiero prima di essere “promosso” ed assegnato alla procura del capoluogo pugliese guidata da Roberto Rossi.

Non è mai esistito un “comitato politico-affaristico disse con chiarezza in conferenza stampa il procuratore capo di Trani Carlo Maria Capristo, a suo tempo, prendendo le dovute necessarie distanze dall’operato del pm Michele Ruggiero.

l’ex sindaco di centrodestra Luigi Riserbato ed il pm Michele Ruggiero

Il magistrato Michele Ruggiero annovera una lunga serie di “flop” giudiziari e di inchieste svanite nella nebbia di una magistratura inquietante, chiaramente tutte a spese dei contribuenti e sulla pelle di chi ci capitava dentro: dal collegamento fra vaccini ed autismo, all’inchiesta sulla Deutsche Bank per la vendita dei titoli di stato italiani nel 2011, quella sui presunti complotti contro l’ Italia da parte delle agenzie internazionali di rating finanziario, quella sulle supposte pressioni dell’ex premier Silvio Berlusconi al commissario Agcom Giancarlo Innocenzi per la chiusura del programma tv “Annozero” condotto da Michele Santoro. O come l’inchiesta del 2014 nei confronti dell’ex sindaco di centrodestra di Trani, Luigi Riserbato, indagato e posto sotto accusa di una ipotizzata associazione a delinquere ed altri quattro capi di accusa, conclusasi con una piena assoluzione decisa dai magistrati giudicanti del Tribunale. Chiaramente anche in quel caso l’arresto del sindaco di Trani in carica avvenne a ridosso della campagna elettorale. Solo coincidenze ? Qualcosa che ci ricorda al contrario l’ arresto dell’ormai ex pm Matteo Di Giorgio a Castellaneta (Taranto) il quale approfittando del ruolo di magistrato volve condizionare la vita politica per interessi personali.

“Sono passati 2.935 giorni – disse Riserbato al Foglio – Tantissimi per arrivare a un’assoluzione piena a fronte di cinque capi d’imputazione. Per l’associazione a delinquere, in maniera surreale, è stato il pm a chiedere l’archiviazione al termine delle indagini preliminari. Eppure proprio quell’accusa era il motivo dell’arresto. Per riottenere la libertà, Riserbato di fatto venne costretto a dimettersi da sindaco. “Esattamente. E fu anche la ragione per cui la città passò dal centrodestra al centrosinistra, sovvertendo così l’esito delle elezioni. Per altri due capi d’imputazione, tentata truffa e tentata concussione, c’è stato il proscioglimento della gup”. Ma anche per gli ultimi due capi di accusa . “Tentata concussione politica e tentata turbativa d’asta, per cui il nuovo pm ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove. Ma sono stato assolto perché il fatto non sussiste, con formula piena. Sono serviti 8 anni per mostrare la mia assoluta innocenza. Ho rinunciato anche alla prescrizione, perché si sapesse che la città di Trani dal 2012 al 2014 è stata amministrata da una persona perbene”.

Il pm Ruggiero che accusava Riserbato ha subito una condanna definitiva per violenze sui testimoni proprio durante questa inchiesta. “Erano metodi che conoscevamo bene, tanta gente ha sopportato ma alla fine qualcuno ha denunciato. C’è una grande asimmetria, perché i sindaci accusati vengono arrestati e devono dimettersi, mentre i pm pure dopo le condanne restano al loro posto. I casi di malagiustizia sono tanti. Spero che il governo e il presidente Mattarella, che è anche presidente del Csm, possano accendere l’attenzione e intervenire. Perché non è un articolo di stampa dopo otto anni a risarcire, nulla potrà farlo. Il sacrificio ha senso solo se cambiano le cose” conclude Riserbato intervistato dal FOGLIO.

Oggi a distanza di circa tre mesi dalla condanna definitiva del pm Michele Ruggiero disposta dagli ermellini della Suprema Corte di Cassazione, il magistrato è ancora al suo posto alla Procura di Bari senza aver ricevuto neanche un trasferimento al tribunale Civile (come avviene molto spesso), continuando ad esercitare le funzioni di pubblico ministero, probabilmente con gli stessi metodi discutibili che lo hanno portato ad essere condannato. Resta da chiedersi a questo punto, più di qualcosa anche sull’immobilismo della Procura Generale della Cassazione e del Consiglio Superiore della Magistratura.

O forse la fretta e l’acceleratore disciplinare funziona solo per la vicenda che ha coinvolto l’ex presidente dell’ ANM Luca Palamara ed altri magistrati (non di sinistra !) ???

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Grazie, Antonello de Gennaro

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