di Silvia Signore
Il Consiglio di Stato ha bocciato la proroga delle concessioni balneari alla fine del 2024. La misura, contenuta nel decreto Milleproroghe, scrive il Consiglio di Stato in una sentenza del 1 marzo, è “in contrasto” con la direttiva Bolkestein e quindi “va disapplicata da qualunque organo dello Stato“. Il pronunciamento del Consiglio di Stato in un pronunciamento sul tema circa una questione relativa al Comune di Manduria in provincia di Taranto, e al relativo ricorso dell’Autorità Antitrust (Garante della concorrenza e del mercato) contro l’amministrazione che aveva prorogato alcune concessioni demaniali marittime.
“In base a ormai più che pacifici e consolidati principi in materia di rapporto tra normativa interna e normativa unionale autoesecutiva, in caso di contrasto tra le due deve darsi precedenza alla seconda – spiegano i giudici amministrativi di Palazzo Spada – con conseguente necessità che tutte le autorità dello stato membro, siano essi organi giurisdizionali o pubbliche amministrazioni, disapplichino la norma interna a favore di quella sovranazionale“.
L’articolo 12 della direttiva Bolkestein “laddove sancisce il divieto di proroghe automatiche delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative è norma self executing e quindi immediatamente applicabile nell’ordinamento interno – si legge nella sentenza – con la conseguenza che le disposizioni legislative nazionali che hanno disposto, e che in futuro dovessero ancora disporre, la proroga automatica delle suddette concessioni sono con essa in contrasto e pertanto, non devono essere applicate“. Infine “il dovere di disapplicare la norma interna in contrasto con quella eurounitaria autoesecutiva, riguarda, per pacifico orientamento giurisprudenziale, tanto i giudici quanto la pubblica amministrazione“.
“Ci sono tutti gli elementi necessari per consentire alle Amministrazioni di bandire gare per il rilascio delle concessioni demaniali”, si sottolinea in un altro passaggio. Il nodo della proroga delle concessioni balneari resta sul tavolo del governo. Il Consiglio di Stato già con la sentenza 18/2021 si era pronunciato contro la validità delle concessioni balneari. Ma la decisione della maggioranza e del governo di andare dritti sulla proroga delle concessioni balneari — mentre in un primo momento si era pensato solo a prorogare la legge delega — ha comportato l’irrigidimento di Bruxelles e soprattutto la contrarietà del Quirinale con il Presidente Mattarella che ha elencato gravi rilievi, sufficienti a negare la promulgazione del decreto e a rinviare il testo al Parlamento: “Servono a breve correzioni di Parlamento e governo“, il richiamo del Colle. Al momento il tavolo interministeriale, annunciato nei giorni scorsi, non è stato convocato. L’esecutivo sta valutando il da farsi e ragionando su come intervenire.
Una delle possibilità sul tavolo dell’esecutivo sarebbe quella di inserire il capitolo delle concessioni balneari all’interno della legge di delegazione europea, il cui contenuto è limitato alle disposizioni di delega necessarie per il recepimento delle direttive comunitarie. Un altra possibilità sarebbe quella di un decreto infrazioni che arriverà in Consiglio dei ministri a metà marzo. Meno probabile invece che si arrivi ad un apposito decreto. Per ora resta la proroga a luglio della delega al governo per realizzare la mappatura delle concessioni esistenti ma l’esecutivo punta ad agire in tempi brevi. La spinta delle forze politiche che hanno inserito nel “Milleproroghe” l’emendamento sulla proroga delle concessioni è quella però di avviare al più presto la mappatura e solo dopo intervenire sulla materia.