MENU
30 Luglio 2025 01:19

Commercialisti: oltre 100 giorni lavorati all’anno dedicati agli adempimenti fiscali di base

Spesometro 2017: l’81,1% degli studi professionali del Nord dichiara di averlo fatturato rispetto al 67,5% del Centro e al  41,4% del Sud, con  una  media nazionale del 66,3%

ROMA –  Sono 122 giorni lavorativi all’anno, quelli che dedica il titolare di uno studio di commercialisti agli adempimenti fiscali di base, un tempo superiore a quello dei suoi collaboratori (84 giorni all’anno). Il dato  emerge da una ricerca della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Il sondaggio è stato condotto su 3.500 questionari con l’obiettivo di misurare in particolare il costo del software, delle banche dati e del tempo dedicato alla formazione e agli adempimenti di base da parte del personale dello studio.

Dall’indagine si evidenzia come oltre il 70% degli studi professionali si dedichi a tali attività che, per quanto riguarda il costo medio dei software specifici vede  negli  studi associati  un esborso di  9.868 euro pari a quasi il doppio di quelli individuali (4.985 euro) con differenze rilevanti da un punto di vista dimensionale, passando da una media di 4.724 euro per gli studi fino a cinque addetti a 9.406 euro per gli studi tra 6 e 10 addetti e arrivare infine ai 15.433 euro per quelli con oltre 10 addetti. Per quanto riguarda la formazione specifica in materia , in media gli studi riservano 12 giorni che salgono a 20 per quelli individuali e scendono a 5 per gli associati.

Un altro indicatore rilevato è il costo delle banche dati che passa da una media di circa 2.500 euro per gli studi individuali e condivisi ai circa 4.300 euro degli associati. Inoltre risulta come gli studi maggiormente esposti agli adempimenti fiscali (1.953) presentano una media più bassa e ciò in controtendenza generale. Evidentemente le banche dati e gli altri strumenti di aggiornamento sono maggiormente utilizzati dagli specializzati rispetto ai generici. 

 La ricerca ha indagato anche i costi sostenuti per l’invio del nuovo Spesometro 2017. Il sondaggio, svolto nel mese di dicembre , è stato effettuato mediante un questionario online ad un campione di 7000 commercialisti. Per quanto riguarda la distribuzione geografica dell’effettiva fatturazione dello spesometro, emergono delle differenze fra il Nord dove l’81,1% dichiara di averlo fatturato rispetto al 67,5% del Centro e al  41,4% del Sud, con una  media nazionale del 66,3%. La regione che ha fatturato il più alto numero di spesometri è il Trentino Alto Adige con l’88,4%, mentre quella con il numero minore è la Campania con il 32,8%

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Il ministro Urso: "Approvata autorizzazione integrata ambientale, stabilimento Ex Ilva, è salvo"
John Elkann versa 175 milioni al Fisco per l' eredità Agnelli e tasse evase
L'economia italiana e quella dell'intera UE alle prese con sfide impegnative: quale futuro?
Mariangela Spada eletta rappresentante del sindacato Confintesa all' Agenzia Dogane e Monopoli
Le ricevute e documenti da conservare e per quanto tempo
Tim. Raggiunto l'accordo Vivendi-Poste per la cessione del 15% delle azioni per 684 milioni
Cerca
Archivi
Bova, le chat con i ricattatori. La Ceretti accusa Corona ma inguaia il suo amico pr
Tensioni su accordo programma ex Ilva, il sindaco di Taranto Piero Bitetti si dimette
Formula 1, GP Belgio, Vince Piastri davanti a Norris e Leclerc. Rimonta incredibile di Hamilton che finisce al 7° posto
Aperta indagine per la tentata estorsione a Raoul Bova: "È stato ricattato". Si indaga anche per ricettazione degli audio
Milano, partita decisiva per Sala e la città su terreno politico

Cerca nel sito