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1 Maggio 2024 09:53
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ESCLUSIVO ! L’ Avv. Guaricci, nuovo presidente dell’ AMIU Taranto ha rinunciato all’incarico

Il suo incarico è durato solo sette giorni. Sicuramente un record "nazionale" nella governance delle aziende municipalizzate italiane
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nella foto l’avvocato Riccardo Leo Guaricci,

L’avvocato barese Riccardo Leo Guaricci, esperto in diritto del lavoro e sicurezza sociale,  proveniente da un’agiata famiglia barese, era stato nominato, lo scorso 31 dicembre 2015, dal Sindaco di Taranto, come Presidente del Consiglio di amministrazione dell’  AMIU Taranto la società per azioni, controllata al 100% dal Comune di Taranto, società da tempo nel mirino della Corte dei Conti pugliese.

Ebbene in serata l’avvocato Guaricci dopo aver dato un’occhiata a bilanci ed ai documenti societari, ha ben pensato di evitare di rischiare la propria reputazione e carriera e correre seri rischi legali e giudiziari, a fronte di un compenso che superava di poco i 1.500 euro al mese, ed ha quindi rassegnato (intelligentemente secondo noi !)  le proprie dimensioni irrevocabili. Sapete perchè ? E’ molto semplice e facile da capire.

Una recente sentenza, la n. 279 del 2015, della Corte dei Conti,  ha stabilito infatti che i dirigenti e i responsabili che fanno parte degli organi interni delle municipalizzate sono chiamati a rispondere con il proprio patrimonio personale, a fronte delle spese sostenute illegittimamente con i soldi pubblici. E non parliamo soltanto dei soldi  percepiti illegittimamente, ma anche delle somme inerenti ad appalti e spese dell’ente di cui hanno la guida e quindi la responsabilità. La “responsabilità erariale”, così come riportato nella sentenza, potrà essere applicata anche nei casi in cui l’esborso non rientri in una “ipotesi perseguibile penalmente”, ma comporti anche soltanto un comportamento “caratterizzato da colpevolezza e superficialità”. I magistrati contabili  si riferiscono alle situazioni che vengono identificate in vocabolario tecnico di “chiamata in causa a titolo di sola responsabilità amministrativa”. Praticamente in poche parole, se è stata effettuata un utilizzo “improprio” di denaro pubblico, chi ha sottoscritto l’atto, a prescindere dalla circostanza che possa rischiare o meno anche la galera, d’ora in avanti potrà  essere condannato comunque a restituire gli importi delle spese non dovute, oltre a interessi e spese legali, uscendo e restituendo i soldi di tasca propria.

MUNICIPALIZZATE VISTE COME UFFICIO PUBBLICO
CdG corte dei conti targaLa  Corte dei Conti si è dichiarata competente per la prima volta nella storia del diritto italiano  non soltanto sulle elargizioni “allegre” di sindaci, assessori e funzionari comunali, ma anche su quelle degli Amministratori Delegati, Presidenti, dirigenti e degli eventuali Organi interni delle municipalizzate italiane. O, almeno, in tutti casi in cui la società pubblica sia davvero “in house”, ovvero una società pubblica. Tutto questo, scrivono i magistrati contabili,  si concretizza ed attua quando contemporaneamente ricorrono tre criteri, ovvero che “sia composta, anche solo parzialmente, da Enti pubblici; svolga attività rivolte a favore dei soci; il controllo sulla società corrisponda a quello esercitato dall’Ente pubblico sui propri Uffici”. In presenza di questi casi, si legge  nella sentenza: “le società in house hanno della società solo la forma esteriore, ma costituiscono in realtà delle articolazioni della pubblica amministrazione da cui promanano e non dei soggetti giuridici ad essa esterni e da essa autonomi e come tali tenuti al rispetto dell’assoluta trasparenza nella gestione delle spese, conti, appalti e sub-appalti.

L’ avv. Guaricci quindi se fosse rimasto al suo posto di Presidente dell’ AMIU Taranto, dov’era stato nominato il 31.12.2015, sarebbe stato obbligato per i doveri di Legge a convocare un’assemblea per l’approvazione del bilancio al 31.12.2015 e quindi firmarlo come Presidente assumendosi delle responsabilità gestionali e contabili, senza aver mai inciso sulla effettiva gestione della società del Comune di Taranto, società municipale dove notoriamente si è molto “allegri” nel conferire consulenze agli “amici degli amici”, rischiando un giorno di dover eventualmente rispondere con il suo patrimonio personale.  Probabilmente, dopo aver dato un’occhiata alle carte, è arrivato alla conclusione intelligente che era molto meglio rinunciare all’incarico ricevuto (ed in realtà mai cercato ed ambito) dall’entourage del Sindaco Stefàno. Come dargli torto ?

Ed adesso che soluzione tirerà dal cilindro delle sorprese il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno ? Sarà forse il caso che qualcuno gli spieghi e faccia capire che un’azienda del genere deve essere gestita da un vero manager, che deve essere competente del settore e sopratutto pagato secondo quanto prevedono le leggi di mercato. Altrimenti il problema non lo risolverà mai. Non è con la nomina di commercialisti ed avvocati “suggeriti” che si delega la gestione di  un’azienda municipale.

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