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5 Ottobre 2024 05:56

Termosifoni accesi una settimana dopo e spenti una prima: ecco il piano per risparmiare gas

Ecco cosa cambierà in autunno: stretta sui consumi energetici nelle case e negli uffici. Le reazioni delle politica italiana

Lo scopo è quello di risparmiare gas senza arrivare al razionamento delle forniture alle aziende. In arrivo la stretta sui termosifoni: verranno accesi una settimana dopo e dovranno essere spenti una settimana prima del previsto. Come già accaduto in Germania anche in Italia il governo corre ai ripari per ovviare ai problemi causati dai tagli delle forniture di gas russo. “L’esecutivo deve mettere in campo un piano di risparmio energetico. Questo è fattibile, possibile, giusto. Un piano di medio lungo termine, perché dobbiamo evitare che autunno e inverno siano drammatici per il nostro Paese e per le nostre imprese. Se lo facciamo subito, l’impatto sarà meno complicato” ha detto il segretario del PD Enrico Letta, a margine di un incontro elettorale in Romagna, a San Mauro di Cesena, rispondendo a una domanda su Matteo Salvini e le frasi sul razionamento di luce e gas. 

L’allarme riguarda l’intera Europa e spinge la Repubblica Ceca, presidente di turno dell’ Unione Europea, ad annunciare una riunione straordinaria prevista entro la metà settembre, dei ministri dell’Energia “per discutere misure di emergenza specifiche“.

Il modello di riscaldamento tedesco

Via libera del governo tedesco a una legge per il razionamento energetico, che limita il riscaldamento degli edifici pubblici e vieta i cartelloni pubblicitari illuminati. La normativa, che entrerà in vigore tra poco più di una settimana e rimarrà in vigore inizialmente per sei mesi, prevede che gli edifici pubblici, dai municipi alle sale d’attesa delle ferrovie, non possano essere riscaldati a una temperatura superiore a 19°C e che i termosifoni nei corridoi, negli atri, negli ingressi e nei locali tecnici debbano essere spenti. Le misure fanno parte di uno sforzo nazionale di risparmio energetico per ridurre la dipendenza dal gas russo e, più nell’immediato, per affrontare il rischio che Mosca decida di interrompere completamente le forniture alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1.

È stata inoltre approvata una legge per la ridefinizione delle priorità del trasporto ferroviario, dando ai treni che trasportano carbone e petrolio la precedenza rispetto ai treni passeggeri o ad altri treni merci. Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha dichiarato che le misure sono fondamentali per la sicurezza energetica della Germania: “Vogliamo liberarci il più rapidamente possibile dalla morsa delle importazioni di energia dalla Russia“. Secondo quanto previsto dalla legge, le facciate degli edifici e i monumenti non potranno più essere illuminati per motivi puramente estetici.

Le autorità di Berlino e di altri laender hanno già attuato molte misure di risparmio energetico: la Porta di Brandeburgo nella capitale ha spento le luci diverse settimane fa. La normativa annullerà temporaneamente anche le clausole dei contratti di affitto che garantiscono una temperatura minima negli edifici. Nei prossimi giorni sono attese ulteriori norme, che includeranno misure tecniche come un controllo annuale obbligatorio degli edifici riscaldati a gas, per garantire che funzionino nel modo più efficiente possibile.

In Italia no ai razionamenti

Anche in Italia il governo valuta di ritardare l’avvio autunnale dei riscaldamenti e anticipare lo stop in primavera. Palazzo Chigi vuole evitare razionamenti alle imprese, per gli aiuti sono necessari oltre 10 miliardi. Accendere i termosifoni una settimana dopo, spegnerli una settimana prima, sia nelle case, che negli uffici per risparmiare energia, contrarre i consumi e, a ricasco, la spesa.

La contromisura compare tra quelle che il Governo sta studiando in un piano di risparmio energetico composto da diversi scenari, che se attuata, farebbe slittare di una settimana l’accensione, che nelle diverse aree d’Italia è scansionata tra il 15 ottobre e l’1 dicembre. Per i privati arriverà, come già per il pubblico, l’abbassamento di almeno un grado (da 20 a 19 gradi) delle temperature, con l’indicazione di tenere accesi i caloriferi un’ora in meno al giorno. Un indizio di riduzione dell’uso dei termosifoni è emerso anche nelle indicazioni di consumo per il prossimo anno termico, che l’Acquirente Unico sta inviando agli operatori sulla base di un algoritmo dell’ Arera: indicano per ottobre consumi di metano allineati agli attuali, quindi poco influenzati dalla consueta accensione del riscaldamento.

Un principio di fondo, confermano anche fonti di Palazzo Chigi, sembra ispirare il piano di risparmio energetico cui lavora il ministro Roberto Cingolani: provare a evitare razionamenti delle attività industriali. L’idea è quella di dettagliare una serie di azioni “non prescrittive”, da modulare a seconda degli scenari, fino a quello più catastrofico dell’interruzione delle forniture dalla Russia. Dovrebbe essere dunque “raccomandato” – e non imposto – il calo della temperatura nelle case. Mentre alle imprese, nei diversi settori, è stato chiesto di valutare in via solo preventiva limitazioni di consumi, turni e stop temporanei delle produzioni. Il prezzo del gas intanto vola oltre 340 euro e si attesta un soffio sotto 339 euro.

Sos contigentamenti

“È ormai evidente, anche alla luce del drammatico perdurare del conflitto russo-ucraino, che vada fissato un tetto al prezzo del gas, una priorità del Paese su cui chiediamo dunque l’impegno congiunto di tutte le forze politiche, al di là degli esiti del voto del prossimo 25 settembre”, sostiene Dario Costantini presidente nazionale di Cna , aggiungendo che “sarebbe auspicabile una decisione a livello europeo ma la gravità della situazione impone interventi rapidi ed efficaci e quindi anche l’introduzione di un massimale al prezzo del gas su base nazionale“.

Sul fronte delle forniture invernali, la CNA sollecita “la necessità di un confronto preventivo e funzionale alla definizione del piano” di risparmio del governo, “in modo da evitare nuove pesanti ricadute sulle attività produttive che, già provate dai rincari, non potrebbero sostenere anche gli impatti di potenziali contingentamenti”.

Calenda mette all’indice “i nemici dell’autonomia energetica”

Tutti responsabili dei ritardi dell’Italia nella costruzione della sua autonomia energetica, salvo Carlo Calenda. Con un lungo video diffuso questa mattina attraverso i suoi canali social, il leader di Azione rivendica di aver presentato nel 2017, da ministro dello Sviluppo economico, le soluzioni per la strategia energetica nazionale. La proposta: “Mix rinnovabili e gas, poi nucleare“.

Dai leader del centrodestra Matteo Salvini e Giorgia Meloni al ministro Pd Dario Franceschini e al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dal leader dei Verdi Angelo Bonelli all’allora leader M5S Luigi Di Maio e molti altri. Ecco “chi ci ha messo nelle mani di Putin” è l’incipit del video diffuso da Azione.

“Prezzo deciso a livello comunitario e tetto ai costi condiviso. Il governo Draghi deve intervenire per tutelare famiglie e imprese dal caro bollette“. Così su Twitter il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, specificando che la soluzione all’emergenza va trovata a livello europeo.

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