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26 Aprile 2024 01:50
26 Aprile 2024 01:50

Solidarietà In piazza a Napoli anche dai testimoni di giustizia al procuratore Colangelo: “la camorra è m…..a !”.

Dopo il rinvenimento da parte della Polizia di Stato  del tritolo sequestrato a Gioia del Colle (Bari) lo scorso 29 aprile , che avrebbe dovuto essere usato per uccidere il Procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, a seguito della rivelazione fatta agli inquirenti della Dda di Bari da un collaboratore di giustizia vicino alla Sacra corona unita ma originario del napoletano il quale sarebbe entrato in contatto mentre si trovava in cella alla fine del 2015, con degli uomini della camorra che parlavano di un agguato al magistrato, una ventina di manifestanti, tra i quali alcuni testimoni di giustizia, hanno effettuato un flash mob davanti agli uffici della Procura di Napoli in segno di solidarietà con il Procuratore Colangelo.

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La camorra è m…..a ” era scritto su alcuni cartelli. “La camorra esiste, bisogna combatterla. Chiunque nega la sua esistenza è colluso“, era scritto su altri. La manifestazione avvenuta sotto la pioggia, è durata pochi minuti. Tra i presenti il deputato di “Fratelli d’ItaliaMarcello Taglialatela, membro della Commissione parlamentare antimafia e Luigi Coppola fondatore e presidente del Movimento per la lotta alla criminalità. Uno dei manifestanti, Gennaro Ciliberto, che partecipa al programma di protezione, ha voluto, partecipare alla manifestazione di solidarietà ed è stato accompagnato dalla scorta indossando un passamontagna per nascondere il volto alle telecamere ed agli obbiettivi dei fotografi. Successivamente si è recato in Procura con l’ intenzione di incontrare il Procuratore Colangelo.

 

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L

‘attentato doveva essere compiuto a Gioia del Colle, luogo di residenza di Colangelo. Il “clan” che lo stava progettando aveva infatti studiato gli spostamenti del procuratore fra la Puglia e la Campania I 550 grammi di esplosivo furono trovati sotto un albero di fronte al cancello della tenuta del boss Amilcare Monti Condesnitt che fu fermato insieme con il suo braccio destro, Francesco Paolo Ciccarone, di 40 anni di Santeramo in Colle (Bari), Antonio Saponaro, di 35 e Paolo Paterno, di 33 di Bari e Giuseppe Piscopo, di 24 di Bitonto (Bari).

 

 

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