Alle scorse elezioni regionali in Puglia, a sostenere Emiliano c’erano transfughi del centrodestra sotto le mentite spoglie delle liste civiche: chi proveniente Forza Italia, chi da An-Alleanza Nazionale, parecchi missini e persino ex democristiani accorsi con il cappello in mano a servire il presidente della Regione Puglia in cambio di “riconoscenza”
ROMA – “Ho accettato con piacere l’invito del Presidente della Regione Puglia a formare e capeggiare la lista “Noi per Emiliano” a sostegno della sua candidatura a segretario nazionale del Partito democratico” . Rispunta fuori dal cilindro “magico” (o tragico ?) Michele Emiliano , il “trasformista” di Bisceglie, Francesco Spina, simbolo del trasformismo pugliese, che sostiene la candidatura del governatore della Regione Puglia.

Spina, sindaco eletto dal centrodestra a Bisceglie in provincia di Bari, assieme a tutta la sua giunta, ed un nutrito gruppo di consiglieri, dipendenti comunali, tutti provenienti dal centrodestra, si è iscritto al Partito Democratico diventando in terra di Bari il grande “protagonista” delle primarie di Emiliano in Puglia. “Emiliano – racconta un parlamentare pugliese a lui molto vicino – ha chiamato alla mobilitazione tutti quelli che aveva coinvolto già nelle sue liste alle regionali, perché deve fare il pieno in Puglia, dove almeno lì vuole stravincere. A Spina ha affidato le liste nella zona Barletta-Andria-Trani“.
Alle scorse elezioni regionali in Puglia, a sostenere Emiliano c’erano transfughi del centrodestra sotto le mentite spoglie delle liste civiche: chi proveniente Forza Italia, chi da An-Alleanza Nazionale, parecchi missini e persino ex democristiani accorsi con il cappello in mano a servire il presidente della Regione Puglia in cambio di “riconoscenza”. A loro è stato rivolto l’invito ed il compito di “far votare Michele“. Con in prima fila Leonardo Di Gioia, l’influente assessore all’Agricoltura attuale uomo “forte” del governatore, che una decina di anni fa risultò il primo degli eletti di An nel comune di Foggia da cui iniziò la sua ascesa nella destra pugliese.
Francesco Spina, in questa campagna elettorale delle primarie di Emiliano è considerato un “uomo-chiave” venendo considerato una potente macchina di voti . Un vero fuoriclasse del trasformismo levantino: è stato nel Ccd, quindi in Forza Italia, poi nell’ Udc, ed è stato anche coordinatore locale della lista “La Puglia prima di tutto” (che appoggiava la candidatura di Raffaele Fitto) nel periodo in cui venne candidata Patrizia D’Addario, la escort barese “protagonista” del primo sexgate di Berlusconi, la quale rivelò alla magistratura con le sue denunce il filone pugliese dei “bunga bunga” berlusconiani.
Spina è diventato sindaco di Bisceglie contro il Pd (che è all’opposizione in consiglio comunale), in quota al centrodestra, e presidente della Provincia Bat (Barletta-Andria-Trani). siglando alle regionali la grande “alleanza” con l’ex magistrato levantino Michele Emiliano, nello sconcerto ed aperto dissenso dei parlamentari pugliesi ed amministratori locali del Pd. La procura di Trani ha aperto anche un’indagine imbarazzante su di lui a seguito della denuncia per estorsione o tentata estorsione depositata nei suoi confronti dall’ amato e popolare parroco di Bisceglie, Don Fabio: “Spina rischia il rinvio a giudizio ma Emiliano vuole vincere in Puglia. Quello – prosegue il parlamentare pugliese – voleva passare con Renzi e lui gli ha messo in mano le liste da quelle parti“.

Il caso Bisceglie è destinato ad esplodere , perchè ridicolizza l’auto-narrazione della millantata diversità di Emiliano nei confronti dei metodi del “renzismo” . Recentemente quando Spina, 14 consiglieri e sette assessori si sono iscritti al Partito Democratico, Angelantonio Angarano il capogruppo del Pd a Bisceglie, ha poso fine al suo silenzio diplomatico: “E’ come se si iscrivessero dei cacciatori. in una associazione vegana. Spina a la sua maggioranza appartengono a un’altra storia che non è quella del Pd“.

Alla presentazione della mozione politica Emiliano a Bari era presente in prima fila, incredibilmente, il prof. Francesco Schittulli, cioè il candidato del centrodestra alle scorse elezioni regionali. Anche nel tavoliere delle Puglie, nella zona tra Foggia, Cerignola, Manfredonia, San Severo, sono nati parecchi comitati spontanei “gonfiati” dalla più trasversale rappresentanza politica sempre pronta a cambiare collocazione per qualcosa in cambio. Il paradosso è la vera e propria guerriglia interna alla concezione del “partito pugliese di Emiliano“. Infatti i renziani, quelli che non fiatavano e facevano finta di niente allorquando il governatore pugliese era allineato con la “leadership” di Renzi, adesso gridano allo scandalo con le proprie dichiarazioni ad uso della stampa, parlando di tesseramento “gonfiato” : “Non si può consentire che la scelta del futuro segretario venga in qualche maniera condizionata da presenze estranee al Pd”. Dimenticando che le primarie sono aperte anche all’esterno del Partito Democratico.
Alle primarie infatti non esiste il problema delle tessere . E quindi anche i confini dell’ idealismo politico (ma esiste ancora ?) . Il deputato Angelo Cera recentemente rieletto segretario provinciale dell’ Udc in terra di Foggia dice : “Renzi alle primarie con Emiliano sta sfasciando il paese, “. Pensate che un sostegno ad Emiliano è arrivato da Pippi Mellone il sindaco fascio-comunista di Nardò, , che ha fatto stampare dei manifesti per ringraziare il governatore degli otto milioni di investimenti per le reti fognarie. Il suo sostegno al Governatore pugliese non è “ufficiale” in quanto non lo ha dichiarato, ma spesso e volentieri in politica le dichiarazioni ufficiali servono a poco e niente.Emiliano è sempre andato forte negli ambienti del centrodestra pugliese da cui proviene la sua famiglia. E continua ad andare forte.

In queste primarie pugliese se ne vedono di tutti i colori “La verità – dicono i vecchi “compagni” del barese – è che in questo Renzi e Emiliano sono molto simili : per loro l’importante è vincere, non conta da dove arrivano i voti“. Sono in parecchi a prevedere che il governatore pugliese, dopo una campagna per le primarie a dir poco imbarazzante, sarà costretto dai suoi numeri insignificanti a dover scendere a patti Renzi, altrimenti può dimenticarsi un secondo mandato alla guida della Regione Puglia, l’unico territorio dove resiste la sua leadership grazie al suo clientelismo levantino. I parlamentari pugliesi a lui vicini (con Francesco Boccia in pole position) non smentiscono questa ricorrente ipotesi di negoziato politico e nessuno proferisce prese di posizione o lontananza come ad esempio “sempre alternativi, mai con Renzi “.
Il motivo è molto chiaro : Emiliano ignorato nel nord, dove ha manifestato solo il caos e l’inconsistenza delle sue liste, ignorato in Campania, feudo del “fedelissimo” governatore renziano Vincenzo De Luca, si gioca in Puglia la sua sopravvivenza politica, dove la stella “emergente” di Teresa Bellanova ed un nutrito gruppo di parlamentari e consiglieri regionali ed amministratori locali, sta offuscando il suo ruolo ed operato politico nel territorio
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