MENU
26 Aprile 2024 00:54
26 Aprile 2024 00:54

Per il Gip esclusa la premeditazione per l’omicidio di Giulia Tramontano

Solo dopo che gli era stata contestata una lunga serie di errori e troppe contraddizioni Alessandro Impagnatiello ha confessato il delitto

Per la gip di Milano Angela Minerva Alessandro Impagnatiello non avrebbe premeditato l’omicidio della compagna Giulia Tramontato, incinta di sette mesi escludendo l’aggravante contestata invece dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo in sede di fermo. Nel convalidare il provvedimento eseguito ieri mattina dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano, la giudice ha invece riconosciuto le altre aggravanti dei futili motivi, della crudeltà e del vincolo della convivenza. 

E’ stato lo stesso Alessandro Impagnatiello alla fine del lungo interrogatorio  a confessare  l’omicidio della compagna Giulia Tramontano incinta di 7 mesi, dopo una lunga serie di errori commessi e le tante contraddizioni che hanno subito indirizzato gli investigatori su di lui. Il barman che ha ucciso la sua fidanzata incinta di 7 mesi. Ha ribadito la sua confessione negando però la premeditazione. Lo ha confermato il suo avvocato Sebastiano Sartori, al termine dell’interrogatorio di convalida: “Ha confermato tutto quello che ha detto l’altra notte, tranne aggiungere dei particolari che riguardano l’ultima fase del delitto“.  Alla domanda se chiederà di trasferire Impagnatiello in una struttura sanitaria, l’avvocato Sartori ha risposto: “No, può rimanere in carcere“.

Arresto di Alessandro Impagnatiello

Non c’e’ preoccupazione sul fatto che il suo assistito possa rischiare la vita in prigione: “Sono sereno, sono bravi e hanno trovato credo una giusta soluzione”. Infine sulla possibilità di chiedere una consulenza psichiatrica, il legale ha concluso: “Vedremo, io come difensore devo approfondire alcuni aspetti“. “L’unica forma di pentimento che lui ritiene abbia un senso in questo momento è quella eventualmente di togliersi la vita“, avrebbe inoltre affermato l’omicida secondo quanto riferito dal suo avvocato. Non solo, ma il barman ha inoltre fatto sapere di aver fatto “tutto da solo“, senza quindi l’aiuto di complici. 

È stato proprio il fidanzato Alessandro Impagnatiello, a far trovare il corpo della donna indicando agli inquirenti il luogo dove lo aveva nascosto. L’ho uccisa io, ha confessato il barman 30enne durante l’interrogatorio alla caserma Carabinieri di Senago. 

Chiara la sorella di Giulia:  “Grazie per aiuto, siamo distrutti”

Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto e aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali”. Chiara Tramontano, sorella di Giulia, affida a una storia su Instagram i suoi pensieri. “La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto”, aggiunge, condividendo un’immagine che ritrae tutti insieme, sorridenti, mamma, papà e figli.

la familia di Giulia Tramontano la ricorda così su Instagram

Questi i più significativi evidenziati nello stesso decreto di fermo.

Il primo racconto

Impagnatiello ha fornito una versione dei fatti traballante da subito tanto che la Pm Alessia Menegazzo premette: “Il racconto dell’indagato, già prima facie, non appariva credibile, in quanto caratterizzato da numerose contraddizioni, e sarà in seguito smentito dai successivi accertamenti”.

Il forte odore di benzina

I carabinieri subito dopo la denuncia di scomparsa di Giulia Tramontano , si erano recati a casa della vittima e del compagno “e in quella occasione hanno constatato che l’autovettura in uso (a Impagnatello ndr) emanava un forte odore di benzina proveniente dal bagagliaio. A dire dell’indagato, tale odore era dovuto allo sversamento del combustibile contenuto in una bottiglia in precedenza utilizzata per il rabbocco del suo ciclomotore e non più presente perché smaltita. Inoltre anche all’interno dell’abitazione gli operanti riscontravano un persistente odore di benzina proveniente dallo zaino“.

I guanti in lattice

Sempre all’interno del suo zainovenivano rinvenuto guanti in lattice blu, che l’ Impagnatiello riferiva essersi procurato per lavare i piatti a mano in quanto la lavastoviglie era rotta. I guanti erano stati altresì notati qualche ora prima… dall’amante… nel pomeriggio del 28 maggio fuoriuscire dallo zaino“.

I messaggi e le telefonate

L’amante di Impagnatiello riceve dei messaggi dal cellulare di Giulia Tramontano che le scrive di non essere stata “sincera – racconta la donna – e di lasciarla in pace e che voleva tornarsene a casa (penso intendesse a Napoli). Dopo di che Giulia non mi ha più risposto a nessun messaggio in chat e ho provato a contattarla telefonicamente ma senza ricevere risposta in quanto mi rispondeva la segreteria telefonica“.

La donna chiama quindi Alessandro che le dice prima che Giulia è a letto a dormire, poi, alla richiesta di inquadrarla con la telecamera del telefono, cambia versione “asserendo che Giulia non è in casa in quanto avrebbe passato la notte da un’amica e che in quel momento stesse dormendo“. Quando l’amante gli chiede come facesse a sapere che dormiva visto che non era in casa la risposta è stata “che era solita addormentarsi presto”.

“È evidente il cambio di registro utilizzato da Giulia nei messaggi rispetto al tenore della conversazione avuta poco prima (con l’amante del compagno ndr) – scrive la Pm – ed è verosimile che l’autrice di questi messaggi non sia Giulia ma Impagnatiello, anche in virtù del fatto che nel testo viene accennata alla volontà di Giulia di tornare a casa sua, evidentemente al fine di precostituire la giustificazione dell’allontanamento“.

Le telecamere

Le videocamere vicine all’abitazione della vittima mostrano diversi movimenti, nella notte della scomparsa, dello stesso Impagnatiello. “Dalle prime informazioni e dal loro raffronto con i filmati – scrive ancora la pm – sono emerse forti contraddizioni tra la realtà dei fatti e il racconto fornito dall’indagato in sede di denuncia. L’indagato ha invero cambiato più volte versione circa la presenza di Giulia in casa il 27 maggio, smentendosi da solo circa il motivo dell’assenza della compagna da casa“.

Le ricerche sui siti

Impagnatiello è particolarmente attivo in quello ore sui motori di ricerca. Si informa tra l’altro su “rimuovere macchie sudore”,rimuovere macchie candeggina”, rimuovere macchie d’olio”, “rimuovere macchie di ruggine“, “rimuovere macchie di sangue, “rimuovere macchie d’erba” proprio mentre gli investigatori facevano rilievi sulla sua auto e ancora, “ceramica bruciata vasca da bagno”, e infatti in un primo momento aveva cercato di dar fuoco al corpo della vittima proprio nella vasca da bagno.

“Anche le ricerche successive – scrive ancora la pm – evidenziano la costante attenzione dell’indagato per la vicenda, verosimilmente al fine di monitorare gli esiti delle indagini“. “Da ciò si desume come l’indagato, dopo aver ucciso la compagna e il bambino che ella portava in grembo, abbia quindi cercato di eliminare le tracce dell’omicidio appena commesso. Tale elemento si unisce alle immagini estrapolate dai filmati di sorveglianza, che mostrano l’indagato mentre porta un sacchetto con un cumulo compatibile con un mucchio di vestiti”.

Uccisa a coltellate

Secondo un primo esame l’ha prima accoltellata, uccidendola, e dopo ha cercato di bruciare invano il suo cadavere. Per disfarsi della donna, il 30enne ha avvolto il corpo con sacchi di plastica e alcuni teli che aveva in casa. Dall’appartamento lo ha trascinato passando anche sulle scale della palazzina fino alla sua macchina. In seguito ha abbandonato il corpo in un’intercapedine di un box di una palazzina in via Monte Rosa, a circa mezzo chilometro da casa.

Crollato dopo l’esame sulle scale del condominio

Quando ha visto gli specialisti del RIS il Reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri analizzare le scale comuni del condominio, Alessandro Impagnatiello è crollato e ha deciso di confessare l’omicidio. Intorno alle 22, il barman 30enne, accompagnato dai militari, era rincasato brevemente per recuperare alcuni oggetti personali dall’appartamento in via Novella messo sotto sequestro dagli inquirenti. Forse convinto di aver ripulito le tracce dell’omicidio nella casa, non è stato lo stesso per le aree comuni della palazzina dove nella notte tra sabato e domenica sarebbe passato trascinando il cadavere della fidanzata.

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

25 aprile, il discorso integrale del presidente Mattarella: "Doverosa l'unità sull'antifascismo"
"Un evento ogni 6 ore nel 2023". Aumentano le minacce cyber in Italia
La Commissione Parlamentare Antimafia ascolterà il procuratore Roberto Rossi ed il governatore Michele Emiliano
Netanyahu annulla la ritorsione immediata su richiesta di Biden
Corruzione in Puglia, arrestati Alfonso ed Enzo Pisicchio(ai domiciliari)
"Scoppiata una turbina". Esplosione alla diga di Suviana: 4 morti, 5 feriti e 4 dispersi.
Cerca
Archivi
L’opinione del Direttore
Il generale Vannacci si candida con la Lega: "Sarò indipendente"
25 aprile, tensioni a Roma e Milano: manifestanti pro Palestina contro Brigata ebraica
25 aprile, il discorso integrale del presidente Mattarella: "Doverosa l'unità sull'antifascismo"
Lello Falco il re delle rapine ai tir incontrò mentre era ai domiciliari l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri. Adesso è in carcere

Cerca nel sito