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20 Aprile 2024 16:24
20 Aprile 2024 16:24

Nomi, collegi e curiosità: ecco tutti i candidati in campo nel Pd

Lotti e Ceccanti fuori dalle liste Pd: «Scelte politiche, niente scuse vigliacche». La Cirinnà ci ripensa, Un lungo audio in cui vengono letti tutti i nomi dei candidati del Partito Democratico per le prossime elezioni. Al termine della riunione di ieri sera, il PD ha reso note le candidature per la tornata elettorale del 25 settembre. Tra la rosa di nomi spiccano quelli di Fassino, di Michela Di Biase (moglie di Franceschini), Laura Boldrini, Pier Ferdinando Casini.

“Volevo ricandidare tutti gli uscenti ma era impossibile, quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: ‘faccio tutto da solo’. Potevo imporre i miei, ma ho cercato di comporre un equilibrio, perché il partito è comunità”. L’annuncio del segretario dem Enrico Letta è arrivato al termine di una lunghissima giornata di confronto al Nazareno: la riunione della direzione del Partito Democratico, inizialmente convocata per le 11 di mattina di ieri, è slittata alle 21.30. Infine, iniziata dopo le 23, ha approvato la Delibera per votazione le liste per le elezioni politiche 2022 con 3 contrari e 5 astenuti.

I candidati del Pd

Il segretario dem, Enrico Letta, correrà da capolista alla Camera in Lombardia e Veneto. Carlo Cottarelli sarà invece capolista al Senato a Milano, mentre il virologo Andrea Crisanti sarà candidato capolista nella circoscrizione Europa. Quattro under 35 correranno da capolista: si tratta di Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina, Marco Sarracino. Nel plurinominale di Torino la capolista sarà l’esponente del Pd nazionale e parlamentare uscente, Deborah Serracchiani, seguita in seconda posizione dall’uscente deputato torinese Mauro Laus e in terza posizione dalla modenese Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Mef del governo Draghi e dirigente nazionale di Articolo 1. A seguire, in quarta posizione l’uscente Stefano Lepri.

Un lungo audio in cui vengono letti tutti i nomi dei candidati del Partito Democratico per le prossime elezioni. Al termine della riunione di ieri sera, il PD ha reso note le candidature per la tornata elettorale del 25 settembre. Tra la rosa di nomi spiccano quelli di Piero Fassino, di Michela Di Biase (moglie di Dario Franceschini), Laura Boldrini, Pier Ferdinando Casini.

 Tra i big “dem” esclusi Luca Lotti, che ha parlato di scelta “politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche“. Lettami ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio – aggiunge –. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è“.

Il senatore Luca Lotti grande “escluso” nelle liste del PD

Il parlamentare ritorna sulla sua scelta di non aderire alla scissione renziana: “Non ho condiviso la scelta di tanti amici nel 2019 di uscire dal Pd e anche grazie a quella decisione (mia e di Lorenzo Guerini che ringrazio per il lavoro da Ministro e per aver guidato con me i riformisti) il Partito democratico è rimasto presente in Parlamento dove, lo dicono i numeri, rischiava invece di sparire. Ecco perché fa male in queste ore ascoltare inutili polemiche e fake news sulle motivazioni della mia mancata ricandidatura“. E dichiara di voler restare nel Pd: “Anche quando alcune scelte sembrano più dettate dal rancore che dalla coerenza politica, mi troverete sempre dalla stessa parte. Dalla parte del Pd. Il Pd è casa mia. Lo sarà anche in futuro”.

La senatrice Monica Cirinnà ha invece annunciato il rifiuto della candidatura: Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori“. E ha concluso: “Non ho votato queste liste ma credo che anche altri rinunceranno“.

Alessia Morani, deputata del Pd, ha comunicato di aver “saputo quale fosse la mia posizione in lista solo al momento della lettura da parte di Marco Meloni dell’elenco dei candidati. Nei posti eleggibili per le Marche sono stati designati Alberto Losacco, commissario del Pd Marche, Irene Manzi e Augusto Curti. A mia insaputa, il mio partito ha deciso di assegnarmi il collegio uninominale di Pesaro e un terzo posto nel proporzionale”. Da qui, la decisione di non accettare la candidatura. “Ho comunicato al mio partito – annuncia – che non intendo accettare queste candidature. Avrò modo in seguito di spiegare le motivazioni che mi hanno convinta della bontà di questa scelta“.

Alessia Morani

Anche il segretario del Pd del Piemonte, Paolo Furia, ha fatto sapere che non sarà candidato “principalmente a causa del taglio dei parlamentari, che ha ridotto oggettivamente gli spazi di rappresentanza senza produrre alcun miglioramento nel funzionamento della democrazia“. “Non era semplice mettere in campo operazioni di rinnovamento in questa circostanza, anche se qualche bella eccezione c’è e andrà sostenuta con forza – ha sottolineato –. Per quanto mi riguarda, posso ritenermi soddisfatto e felice del grande sostegno territoriale che la mia ipotesi di candidatura ha suscitato“. 

 Camilla Sgambato, componente della direzione nazionale del Pd e già responsabile nazionale Scuola del partito ha dichiarato “Ho rifiutato la candidatura al secondo posto nella lista Pd, collegio proporzionale di Caserta/Benevento. Per la seconda volta, come avvenne già nel 2018, mi è stata proposta una candidatura in posizione non utile“. Lo dice . “Non mi sono mai sottratta alle battaglie politiche e al senso di responsabilità di chi vive in una comunità e ne rispetta regole e obiettivi – premette – ma a tutto c’è un limite“.

“Come avrete visto, non sono candidata al prossimo Parlamento. Proseguirò il mio impegno politico sul territorio, per continuare a cercare soluzioni che migliorino la vita delle persone, in particolare delle donne e dei giovani”. Così la senatrice Pd, Valeria Fedeli, in una nota. “E’ quello che ho sempre fatto, prima come sindacalista, poi nell’attività parlamentare e di governo. Ho trascorso quasi tutta la mia esperienza lavorativa in Cgil, iniziando a Milano in rappresentanza delle maestre d’asilo, poi nella funzione pubblica, a Roma, fino ad occuparmi di tessile e made in Italy anche a livello europeo“.

Enrico Gasbarra escluso dalle liste PD

Le candidature nel Lazio

Anche nelle circoscrizioni del Lazio saltano all’occhio alcuni esclusi eccellenti: il nome che spicca è quello di Enrico Gasbarra, dato in pole position nelle liste plurinominali, ma ad oggi escluso dalla formazione. Grandi assenti dalle liste anche egli assessori  uscenti della Regione Lazio, come Massimiliano Valeriani e Alessio D’Amato (quest’ultimo avrebbe però ritirato lui stesso la disponibilità). Nella circoscrizione Lazio 1 per la Camera, al plurinominale 01, il nome dato da settimane per certo era quello di Nicola Zingaretti capolista, e così è stato. La deputata Marianna Madia sarà  capolista nella Circoscrizione Lazio2, al plurinominale 01. Un’altra donna “dem” a guidare un plurinominale:  nella circoscrizione Lazio1,  capolista del collegio 02, ci sarà Michela Di Biase. Nel collegio plurinominale 03, per la Camera, troviamo capolista il deputato Claudio Mancini, esponente vicinissimo al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Mentre nella circoscrizione Lazio 2 al plurinominale 02,  a guidare il listino dem, Matteo Orfini.

Per quanto riguarda il Senato la prima sorpresa, o delusione per alcuni, arriva dal collegio plurinominale 01 del Senato. Un collegio che infatti inizialmente era stato dato per certo, secondo fonti territoriali, alla senatrice Monica Cirinnà, Ci ripensa, invece, Monica Cirinnà, simbolo delle lotte per i diritti, la quale dopo avere annunciato la sua rinuncia in un primo momento ha accettato di correre in un collegio che lei stessa giudica molto difficile . Nessun colpo di scena per il collegio plurinominale 2 per il Senato: capolista infatti il segretario regionale del Partito, Bruno Astorre. La sorpresa arriva invece nel collegio uninominale 04, ambito e quasi dato per certo all’assessore della Regione Lazio Massimiliano Valeriani, è stato invece assegnato al deputato Roberto Morassut.

Claudio Stefanazzi e Michele Emiliano

Le candidature in Puglia

“La volontà di Letta e Boccia di trasformare questo partito tradizionalmente maschilista in un partito femminista che dia spazio alle donne’ si è arenata con la sostituzione dei capigruppo Pd a Camera e Senato nel 2021. In Puglia, nessuna donna capolista. Nessuna vergogna?“. Lo scrive su Twitter il senatore Dario Stefano che alla vigilia di ferragosto ha annunciato il suo abbandono riconsegnando anche la tessera del Partito Democratico.

Il Pd in Puglia ha ceduto a Michele Emiliano. Quattro uomini, e nessuna donna a capo dei listini del plurinominale alla Camera. Salta la candidatura di Loredana Capone nel collegio di Lecce per far posto al braccio destro di Emiliano, e capo di gabinetto della Regione, Claudio Stefanazzi, dopo di lui c’è il nome dell’ex parlamentare brindisina Elisa Mariano ( Brindisi e Lecce sono un unico collegio). Nel collegio di Bari capolista il segretario regionale e il parlamentare uscente Marco Lacarra, a Taranto riconfermata la candidatura di Ubaldo Pagano (ex segretario provinciale del Pd a Bari) , a Foggia ha vinto il posto l’assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese, che ha avuto la meglio sull’onorevole Michele Bordo. Alla presidente del consiglio regionale Loredana Capone è toccato il quarto posto al Senato, dove è capolista Francesco Boccia, commissario del Pd Puglia e responsabile nazionale Enti locali del Pd.

Nel listino del Senato dopo Boccia compare la napoletana Valeria Valente, segue Antonio Misiani, responsabile Economico del Pd e commissario di Taranto.  Valente e Misiani sono comunque candidati anche in altri collegi. La prima è schierata al plurinominale di Campania e al collegio uninominale di Napoli centro, considerato dal Pd “contendibile”, mentre Misiani è nell’uninominale di Milano Centro. Una battaglia piuttosto difficile per la democratica salentina, nonostante i buoni auspici del partito nazionale.

Nei prossimi quattro giorni saranno definite anche le candidature per i 15 collegi uninominali: 10 per la Camera e 5 per il Senato. Questi posti saranno divisi con gli alleati. Secondo un primo schema nell’uninominale di Lecce sarà schierato l’assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo, anche lui esponente “civico” che fa riferimento a Emiliano, nel collegio di Molfetta l’ex sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio, sostenuto dal sindaco di Bari Antonio Decaro, che ha proposto anche la scienziata Luisa Torsi per il collegio di Bari,  sull’uninominale di Brindisi si sta discutendo della candidatura di Antonella Vincenti.

Gli alleati di Verdi e Sinistra italiana, puntano invece sull’assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio, che finirà anche lei in un collegio uninominale. Resta l’interrogativo sul collegio per Articolo Uno, che ha schierato l’epidemiologo, ex assessore regionale alla Salute Pierluigi Lopalco. Interrogativi che saranno sciolti nei prossimi giorni, infatti entro il 22 agosto dovranno essere consegnate le liste.

Zingaretti, Letta e Gualtieri alla Direzione nazionale del PD

“Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni – dice il segretario Dem Enrico Letta mi è pesato tantissimo. Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: faccio tutto da solo, io ho cercato di comporre un equilibrio e il rispetto dei territori è stato tra i criteri fondanti delle scelte. Termino questo esercizio con un profondo peso sul cuore per i tanti no che ho dovuto dire. Peso politico e umano. Ma la politica e’ questo: assumersi la responsabilita“.

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