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7 Dicembre 2024 21:23

Il ponte girevole di Taranto perde i pezzi ? Il Corriere del Giorno lo aveva scritto un anno fa !

Notizie vecchie trascurate, allerta ignorati, appalti e consulenze d'oro. E con addetti stampa ed amministratori imparentati ai magistrati della Procura di Taranto. Al confronto gli scandali della Procura di Trani sono delle barzellette....

di Antonello de Gennaro

ROMA. Ieri Domenico Palmiotti capo servizio redazione di Taranto della Gazzetta della Mezzogiorno, , ha scritto sul deficitario quotidiano economico di proprietà della Confindustria, di cui è corrispondente da Taranto che” Comune di Taranto e la Marina Militare vogliono portare al Tavolo istituzionale Taranto – che domani a mezzogiorno (cioè oggi per voi lettori n.d.r.i) si riunisce in Prefettura presieduto dal ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti – il problema del ponte girevole. Costruito nel 1958 per unire il centro della città alla parte antica scavalcando il canale navigabile, ma anche Mar Grande a Mar Piccolo, il simbolo di Taranto mostra segni evidenti di sofferenza. Nei giorni scorsi sono crollati, finendo nelle acque del canale dove ogni giorno transitano barche e altri mezzi navali, alcuni pezzi staccatisi dal marciapiede del ponte. Un campanello d’allarme quindi“.

Peccato per loro che arrivano sempre secondi, se non ultimi, in quanto  il CORRIERE DEL GIORNO il 14 aprile 2016, cioè un anno fa, aveva già suonato un “campanello d’allarme”  segnalando il problema con un proprio articolo supportato fotograficamente e peraltro ripreso da un post su Facebook di un consigliere comunale, ex assessore. Ma evidentemente al Comune di Taranto, al Sindaco Ippazio Stefàno e la Banda Bassotti “made in Taranto” (cioè i suoi assessori di stretta “fiducia”) nostro articolo deve essere  passato inosservato, e tutti erano troppo presi ad un anno dalle prossime elezioni amministrative a spedire letterine, gestire voti di scambio (leggasi sussidi alla povera gente, case a spese del Comune e via dicendo) , annunciare lavori di ripristino di strade, guarda caso tutte dalle parti di Talsano “feudo elettore” dell’ ex-operaio ILVA ed attuale vice-sindaco uscente Lucio Lonoce (Pd) .

Per evitare che la situazione del ponte girevole peggiori  ha dichiarato il sindaco di Taranto,Ippazio Stefàno al Sole24Ore –, d’intesa con la Marina vogliamo porre la questione al Tavolo istituzionale che segue il Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto. L’avevamo accennato tempo fa ma adesso il problema si è ripresentato con urgenza. Il ponte girevole è di competenza statale e le ipotesi che vogliamo approfondire sono due: o un nuovo ponte girevole oppure una manutenzione strutturale dell’esistente, tenuto conto che sinora si sono fatti solo interventi tampone. Nel primo caso, si tratterebbe di spendere circa 3,5 milioni di euro, nel secondo, invece, 1,5. Nell’immediato, intanto, per evitare che crollino altri pezzi di asfalto, il Comune farà una manutenzione immediata”. Tanto comunque vada, pagano sempre i cittadini con le loro tasse, ed il sindaco uscente non potrà più ricandidarsi per la gioia dei cittadini.

Non contento il giornalista Palmiotti nella sua “corrispondenza” tarabtina, continua come sempre ispirato da qualcuno… e scrive: “domani, intanto, al Tavolo istituzionale con De Vincenti dovrebbe approdare l’intesa definita tra Autorità portuale e Marina Militare con la quale quest’ultima cede all’Authority la banchina della stazione torpediniere. Si tratta di 750 metri di molo in Mar Piccolo dove la Marina ha attraccato le sue navi prima che ci fosse la nuova base in Mar Grande. Una volta che il Tavolo istituzionale darà il via libera all’intesa, si potrà passare all’accordo di programma e alla condivisione allargata dell’iniziativa“.

Ma la ciliegina sulla torta degli “articoletti” senza costrutto si prolunga. E Palmiotti scrive:  “La trasformazione dell’ex banchina torpediniere in punto di approdo per la nautica da diporto e gli yacht è uno dei progetti che sarà finanziato dal Contratto istituzionale di sviluppo gestito da Palazzo Chigi ed è finalizzato alla riqualificazione di Taranto. Al momento, c’è uno studio di fattibilità dell’Authority che prevede interventi per circa 30 milioni tra ristrutturazione della banchina e dei capannoni che sono a monte. Benché inizialmente fosse stata prevista la possibilità di far attraccare qui anche le navi da crociera, si è scelto poi di privilegiare la nautica da diporto, lasciando invece alle navi – le prime, della compagnia Thomson Cruises, arriveranno a Taranto a maggio – l’attracco al molo San Cataldo, in area portuale, dove peraltro sono in corso i lavori di costruzione del centro servizi che sarà anche stazione marittima. L’opera dovrebbe essere terminata nei prossimi mesi”.

Il corrispondente del SOLE24Ore si guarda bene dal ricordare che il porto di Taranto si è svuotato di operatori e terminalisti proprio a causa della esasperante lunghezza dei lavori infiniti per il raddoppio della banchina conclusasi fuori tempo massimo, lasciando a casa oltre 500 dipendenti licenziati dai terminalisti scappati via da Taranto, trasferendo il traffico dei loro container nel porto di Livorno, che ha conseguito risultati di segno positivo a doppia cifra. Per non parlare poi delle soste tarantine previste dalle navi crociera della compagnia Thomson Cruises, che dovrebbero arrivare (ma solo per una sosta a Taranto)  nel  maggio prossimo, solo e soltanto grazie al prezioso lavoro ed operato dello Ionian Shipping Consortium e non certamente per merito del Sindaco Stefàno e del suo “protetto” Sergio Prete, presidente dell’ Authority Portuale di Taranto, quest’ultimo troppo occupato a frequentare i corridoi della segreteria del Ministro Graziano Del Rio a Roma per ottenere la riconferma di un Porto vuoto. E di fatto pressochè inutilizzato. Mentre al contrario i baresi hanno annesso con la loro Authority anche il porto di Brindisi. e Taranto è rimasta con il cerino in mano…

Così come il corrispondente del SOLE24Ore si guarda bene dal raccontare o indicare entro quanti mesi è prevista la consegna del centro servizi dell’ Autorità Portuale di Taranto che dovrebbe fungere anche da stazione marittima.  Non parliamo poi dell’operazione “truffa” quella che coinvolge la prevista fusione societaria fra Agromed (società della Camera di Commercio pressochè inattiva da anni) che ha in cassa la cospicua somma di 10milioni euro di fondi pubblici mai utilizzati, e la società Distripark che era stata posta in liquidazione dai precedenti soci (CCIAA di Taranto, Amministrazione Comunale di Taranto e Provincia di Taranto) con la nomina a “liquidatore” dell’attuale presidente dell’ Ordine dei Commercialisti jonici. Palmiotti su tutto ciò tace.

Palmiotti domani in conferenza stampa (come già avvenuto con la Commissione Industria del Senato) con il Ministro De Vincenti farà le sue belle “domandine” ? E dopodomani l’indomani sul giornale barese-siciliano che gli paga lo stipendio scriverà qualcosa ? O riserverà il palcoscenico delle poche centinaia di lettori che gli sono rimasti al suo “vice” che per sua stessa auto-ammissione in realtà è un cronista di nera e giudiziaria ? Pigrizia ? Interessi ? Pressioni sindacali ? O forse per non disturbare qualche “manovratore” in gonnellino…. ?

Secondo i dati Ads di accertamento delle vendite dei quotidiani,  pubblicati in settimana dal mensile specializzato Prima Comunicazione, la diffusione del Sole 24 Ore a gennaio 2017 è stata di 191.121 copie. Un anno fa, nel gennaio 2016, era di 386.226 copie. In 12 mesi la diffusione è scesa di 194.105 copie, con un calo del 50,38%. Per non parlare della Gazzetta del Mezzogiorno i cui giornalisti da oltre un anno lavorano grazie ai contratti solidarietà (ammortizzatori sociali), giornale che  fra Puglia e Basilicata vende appena una media di sole 19.862 copie al giorno ed ha solo 758 copie digitali (cioè lettori abbonati online). Come meravigliarsi quindi, quando si leggono certi “articoletti” e quando certi giornali rischiano la chiusura ?

Ah se le Fiamme Gialle avessero più tempo e uomini a disposizione quante se ne scoprirebbero ! La corruzione a Taranto non circola solo negli appalti della Marina Militare a Maricommi, ma anche fra i “colletti bianchi” che si spacciano per “istituzioni”. Ma, mai dire mai…

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