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19 Marzo 2024 09:42
19 Marzo 2024 09:42

I Carabinieri del Ros hanno arrestato l’ultimo “padrino” di Cosa Nostra: Matteo Messina Denaro

Il boss di Castelvetrano era latitante da 30 anni. È stato catturato dal Ros dei carabinieri in una struttura sanitaria in cui era andato per accertamenti clinici. Il presidente Meloni: "Il governo assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua"

“Oggi 16 gennaio 2023 i Carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Regione Sicilia nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo hanno tratto in arresto il latitante Matteo Messina Denaro all’interno di una struttura sanitaria a Palermo dove si era recato per sottoporsi a terapie cliniche“. Lo ha reso noto il generale di divisione Pasquale Angelosanto, comandante dei Carabinieri del Ros che ha coordinato le operazioni dalla caserma intitolata al generale Carlo Alberto dalla Chiesa, sede della Legione Carabinieri Sicilia.

Trentaquattro anni dopo la sua prima iscrizione nel registro degli indagati, eseguita da Paolo Borsellino, è caduta l’ultima punta del triumvirato mafioso di Cosa Nostra. É finita oggi, quindi, la latitanza del boss Matteo Messina Denaro, figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) Ciccio Messina Denaro, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, era latitante dall’estate del 1993 ed era ritenuto l’ultimo padrino di “Cosa nostra“. Il superlatitante noto anche con i soprannomi “U siccu” e “Diabolik”, legato a Cosa nostra, è considerato tra i latitanti più pericolosi e ricercati al mondo, ha tentato la fuga ma è stato bloccato ed arrestato all’interno di un bar della nota clinica specialistica “La Maddalena” in pieno centro a Palermo, nella zona di Lorenzo dove, secondo fonti della clinica stessa, si stava sottoponendo a cure per un tumore al colon e aveva metastasi epatiche per cui si sottoponeva a cicli periodici di trattamenti chemioterapici. Messina Denaro, che si era presentato per farsi curare con il nome di Andrea Bonafede, da quanto si apprende da fonti investigative, faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte durante il “blitz” del Ros era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti.

Poco prima dell’arresto probabilmente Matteo Mesina Denaro notando la presenza dei carabinieri, ha provato a dileguarsi dirigendosi verso il bar della struttura, che si trova all’ingresso. Un tentativo di pochi istanti venendo bloccato e circondato dai Carabinieri. Un carabiniere che gli si è avvicinato gli ha chiesto avvicinato gli ha chiesto “Come ti chiami?” “Sono Matteo Messina Denaro”. Sono state queste le prima parole del boss arrestato. Insieme al boss mafioso è stato arrestato anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie, ed alla vista dei Carabinieri ha tentato di scappare ma è stato catturato in un bar a poche centinaia di metri dalla clinica.

Ad arrestarlo a Palermo i Carabinieri del Ros che 30 anni fa con un blitz riuscirono anche ad arrestare il capo dei capi, Totò Riina. A coordinare le indagini il procuratore della Repubblica di Palermo, Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido.  “Il latitante è stato arrestato all’interno di una clinica di Palermo. Non ha opposto resistenza. Si era recato lì per svolgere delle terapie mediche. Non si è opposto all’arresto e del resto il dispositivo allestito poteva fare fronte a ogni emergenza, garantendo la sicurezza di tutti”. ha detto il generale di divisione Pasquale Angelosanto, comandante dei Ros.

Più di cento uomini e un quartiere assediato dai Carabinieri sono stati necessari per catturare Matteo Messina Denaro. Un centinaio di Carabinieri del Ros, del Gis e del comando provinciale di Palermo da questa mattina presidiavano la zona di San Lorenzo attorno alla clinica “La Maddalena”. L’area è stata “sigillata” blindata” con carabinieri ad ogni uscita della struttura sanitaria. “All’improvviso, intorno alle 8.30 si questa mattina, abbiamo visto almeno 200 uomini, tutti vestiti di nero e incappucciati. Sono passati qui davanti e poco dopo abbiamo sentito dell’arresto di Matteo Messina Denaro”, hanno raccontato all’Adnkronos i due baristi del Bar San Lorenzo di Palermo, a poca distanza della clinica Maddalena.

Cappellino, cappotto di montone da uomo e occhiali da vista scuri, così si presentava Matteo Messina Denaro al momento dell’arresto. L’uomo, visibilmente ingrassato rispetto alle ultime foto conosciute su di lui che risalgono a diversi anni fa, tenuto sotto braccio dai Carabinieri ha attraversato a piedi in manette per alcune centinaia di metri il viale della clinica dopo l’arresto arrivando in strada, prima di essere portato via su un mezzo dei carabinieri del Ros.  “Bravi, bravi!“. Urla di incoraggiamento e applausi nei confronti dei carabinieri del Ros, da parte di decine di pazienti e loro familiari, hanno accompagnato l’arresto del superlatitante Messina Denaro avvenuto nella clinica privata.

Matteo Messina Denaro 60 anni, originario di Castelvetrano, aveva negli anni allargato il suo potere ad altri mandamenti mafiosi della Sicilia , specialmente dopo l’arresto di Totò Riina, Bernardo Provenzano e i fratelli Graviano. E’ stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, e come mandante delle stragi del ’92 a Capaci ed in via D’Amelio dove persero la vita i magistrati “simbolo” dell’ Antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed i componenti delle rispettive scorte.

L’ultima “primula rossa” di Cosa Nostra si era reso irreperibile subito dopo la cattura di Totò Riina. E mentre gli investigatori della Scientifica si incaricava di aggiornare, invecchiandola, l’immagine giovanile del boss, il suo impero miliardario è stato smontato e sequestrato pezzo per pezzo, così smantellando la sua cerchia di protezione e canale di finanziamento. È così che è stato demolito il mito di un padrino che gestiva un potere infinito ma viveva come un fantasma, anche se la sua invisibilità non gli ha impedito di diventare padre due volte. Di una figlia si sa tutto: il nome, la madre, le scelte che l’hanno portata a separare la propria vita dall’ombra pesante di un padre che forse non ha mai visto. Ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza in casa della nonna, poi con la madre ha cambiato residenza: non è facile convivere con lo stress delle perquisizioni, dei controlli e delle irruzioni della polizia. Dell’altro figlio si sa invece quel poco che è trapelato dalle intercettazioni: si chiama Francesco, come il vecchio patriarca della dinasty, ed è nato tra il 2004 e il 2005 in quel lembo della provincia di Trapani, fra Castelvetrano e Partanna, dove Matteo Messina Denaro ha costruito il suo potere economico e criminale.

Su di lui era stata posta una taglia da un milione e mezzo, ma per fargli attorno terra bruciata gli investigatori hanno stretto in una tenaglia micidiale la rete dei fiancheggiatori. Neanche i suoi familiari sono stati risparmiati: la sorella Patrizia, arrestata e accusata di avere gestito un giro di estorsioni, il fratello Salvatore, i cognati, un nipote. E tanta gente fidata, costituita da prestanome spesso insospettabili, che hanno subito ripetuti sequestri patrimoniali.

Gli abbracci tra i carabinieri, la loro esultanza, davanti al luogo della cattura, hanno sottolineato la storica cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro, da parte dei Carabinieri del Ros. Il padrino di Castelvetrano è stato portato via un furgone bianco super scortato, fra gli applausi dei palermitani. Il boss è stato portato nella caserma della compagnia dei Carabinieri di San Lorenzo e successivamente verrà spostato alla legione Carabinieri Sicilia, la stessa dove venne condotto Totò Riina . Messina Denaro è stato trasferito all’aeroporto di Boccadifalco per essere rinchiuso in una struttura carceraria di massima sicurezza. La stessa cosa che accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa.

L’arresto ed il trasferimento di Matteo Messina Denaro

Volto coperto a metà, occhiali da sole, un giubbotto di montone e sguardo verso terra, senza manette, portato a braccetto da un carabiniere donna alla sua destra e un carabiniere uomo alla sua sinistra. Così il boss mafioso Matteo Messina Denaro, è stato accompagnato fuori dalla caserma San Lorenzo del comando dei carabinieri di Palermo ed è salito in un van con gli uomini del Ros a borso. Adesso sarà trasportato in elicottero in un carcere di massima sicurezza fuori dalla Sicilia.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a quanto si apprende, questa mattina sarà a Palermo. Incontrerà il procuratore distrettuale di Palermo, Maurizio de Lucia, i magistrati che hanno coordinato le indagini ed i Carabinieri del Ros che hanno eseguito l’arresto di Matteo Messina Denaro.

I particolari sull’arresto del boss Matteo Messina Denaro sono stati forniti in una conferenza stampa della Procura di Palermo e del Ros dell’Arma nella caserma della Legione dei Carabinieri di Palermo, che il CORRIERE DEL GIORNO trasmette in diretta.

L’arresto, breaking news in tutto il mondo

Fa il giro del mondo come “breaking news” l’arresto di Matteo Messina Denaro. Dal Guardian alla Bbc, dalla Cnn, dal Pais a Le Monde, passando per Al Jazeera, i siti internazionali ne danno ampio risalto ed in molti casi le dedicano l’apertura. Tutti sottolineano che Messina Denaro era “il boss mafioso più ricercato d’Italia e che è stato arrestato dopo 30 anni di latitanza”.

Due mesi fa, a novembre 2022, le rivelazioni choc di Salvatore Baiardo, a suo tempo uomo di fiducia del boss mafioso arrestato oggi, rilasciate a Massimo Giletti nel programma televisivo “Fantasmi di mafia”, su La7: “L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino?…Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?“. E commentando sulla trattativa Stato-Mafia disse: “Non è mai finita”. In realtà secondo un più che autorevole avvocato conoscitore di storie di mafia, altro non era che un un messaggio di “allerta” per Mesina Denaro.

I commenti sull’operazione del Ros

Le telefonate di congratulazioni di Mattarella

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi, per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto, realizzato in stretto raccordo con la magistratura.

Meloni: “Lotta alla mafia proseguirà senza tregua”

“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata – aggiunge la premier – viene assicurato alla giustizia”. “I miei più vivi ringraziamenti, assieme a quelli di tutto il governo, vanno alle Forze di Polizia, e in particolare al Ros dei Carabinieri, alla Procura nazionale antimafia e alla Procura di Palermo per la cattura dell’esponente più significativo della criminalità mafiosa“. “Il Governo -conclude la Meloniassicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutivo -la difesa del carcere ostativo- ha riguardato proprio questa materia”

Rita Dalla Chiesa: “Lo Stato quando vuole c’è

L’arresto del superlatitante dopo 30 anni Matteo Messina Denaro questa mattina a Palermo, avvenuto questa mattina nella clinica privata Maddalena di Palermo dove il boss si trovava per sottoporsi a una serie di cure, è stato commentato sul suo profilo twitter da Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso dalla mafia quarant’anni fa. «Dimostra che lo stato, quando vuole, c’è – ha scritto la deputata di Forza Italia -. E vince sul male. Poi qualcuno ci spiegherà… Ma oggi c’è solo la grande vittoria del carabinieri e del ministro Piantedosi. Grazie. Anche a nome delle troppe vittime che non ci sono più”.

Piantedosi: “Una giornata straordinaria per lo Stato”

Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi appena appresa la notizia al suo arrivo ad Ankara per incontrare il suo omologo turco. “Complimenti alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie”.

Crosetto: “Grande giorno per tutti gli italiani

“È un grande giorno per lo Stato e per tutti gli italiani”. Ad affermarlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto. “L’arresto del super latitante Mattia Messina Denaro – sottolinea il ministro – è un colpo durissimo per la mafia e la criminalità organizzata. Mi congratulo con i Carabinieri e in particolare con il Ros, il Raggruppamento operativo speciale. Complimenti a tutte le forze dell’ordine e alla magistratura, dalla procura di Palermo alla procura nazionale antimafia, che in questi anni hanno lavorato in silenzio ma incessantemente per ottenere questo importante risultato che simbolicamente arriva all’indomani dell’anniversario della cattura del capo dei capi Toto’ Riina. Alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, operano a tutela della legalità e a difesa della giustizia va il grazie di tutti gli italiani – conclude il ministro – Questa è la vittoria delle istituzioni e dei cittadini onesti. La lotta alla mafia non avrà tregua”.

Nordio: “Chiusa stagione più drammatica della Repubblica”

Oggi con l’arresto di Matteo Messina Denaro si chiude davvero una delle più drammatiche stagioni della storia della Repubblica. Con la cattura dell’ultimo super latitante, si rinnova altresì l’impegno quotidiano nella lotta ad ogni mafia e ad ogni forma di criminalità. Ho voluto subito congratularmi al telefono con il Procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, con il Comandante dei carabinieri Gen. Teo Luzi e con il collega ministro dell’interno, Matteo Piantedosi per questo risultato che è il compimento del lungo e prezioso impegno di tanti magistrati e tanti agenti delle forze dell’ordine: con loro è proseguito il lavoro diá Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di tutti i servitori dello Stato, che hanno pagato anche con la vita la difesa dei valori democratici”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, commenta la notizia della cattura del super boss di mafia Matteo Messina Denaro.

De Lucia: “Risultato importantissimo

L’arresto di Matteo Messina Denaro è senza dubbio un risultato importantissimo, frutto di lunghe e difficili indagini. Fondamentale è stata la professionalità e la dedizione dell’Arma dei Carabinieri e, in generale, di tutte le forze dell’ordine che in questi anni non hanno mai cessato di cercare l’ultimo boss stragista ancora libero”. Lo ha detto all’ANSA il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia.

Capo Polizia, vittoria per tutte le forze dell’ordine

Il capo della Polizia di Stato – direttore generale della Pubblica Sicurezza Lamberto Giannini con un tweet ha espresso “le sue congratulazioni all’Arma dei Carabinieri e alla Procura della Repubblica di Palermo per lo storico arresto di Matteo Messina Denaro. Una vittoria per tutte le Forze dell’Ordine che in questi lunghi anni hanno collaborato per assicurare alla giustizia il pericoloso latitante”.

Caselli: “Ora possibili sviluppi su stragi mafia”

“L’arresto di Matteo Messina Denaro è un evento di portata eccezionale, semplicemente storico che arriva trent’anni dopo l’arresto di Riina e anche dopo gli arresti di Brusca, Bagarella, Provenzano e tantissimi altri”. Così Gian Carlo Caselli, contattato dall’agenzia LaPresse, aggiunge: “Onore ai carabinieri del Ros e alla Procura di Palermo che hanno fatto questo colpo che porta in carcere un latitante talmente importante per Cosa nostra da esser chiamato dai suoi complici ‘Madre Natura’ e che ebbe certamente un ruolo nelle stragi del 93 – prosegue il magistrato che nella sua lunga carriera è stato, tra l’altro, a capo delle procure di Palermo e Torino – E’ un arresto fondamentale anche per gli sviluppi possibili che potrebbero esserci“.

Maria Falcone: “Grande vittoria per l’Italia. Oggi è una bellissima giornata per il nostro Paese

L’arresto di Matteo Messina Denaro, l’ultimo ancora libero dei capi criminali responsabili delle stragi del ’92-’93, è una grande vittoria per tutta l’Italia“. Lo afferma la professoressa Maria Falcone, presidente della Fondazione dedicata al fratello Giovanni. “La gratitudine di tutti noi cittadini – prosegue Maria Falcone – va alla procura di Palermo e ai Ros per questo importantissimo successo. È la riprova che i mafiosi, a dispetto dei loro deliri di onnipotenza, alla fine sono destinati alla sconfitta nel conflitto con lo Stato democratico. Oggi è una bellissima giornata per il nostro Paese” .

I carabinieri ringraziano i palermitani: “La vostra gioia è la nostra”

“La vostra gioia si fonde con la nostra per continuare a costruire insieme una società libera dall’oppressione mafiosa. I vostri ‘grazie ragazzi’ gettano le basi per un futuro migliore e ripagano anni di impegno e duro lavoro”. Così in un tweet l’Arma dei Carabinieri ha voluto ringraziare i cittadini palermitani che questa mattina hanno applaudito gli uomini e le donne del Ros, del Gis e dei comandi territoriali dopo l’arresto del boss Matteo Messina Denaro nella clinica La Maddalena.

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