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19 Marzo 2024 06:59
19 Marzo 2024 06:59

Carabinieri. Operazione antimafia a Bari, colpito clan Strisciuglio

Le accuse nei confronti degli arrestati sono di associazione di tipo mafioso armata, detenzione e porto illegale di armi anche da guerra, traffico di sostanze stupefacenti con l'aggravante del metodo mafioso. Nel corso delle indagini, all'organizzazione sono stati sequestrati un Kalashnikov, giubbotti antiproiettile, pistole e centinaia di munizioni.

E’ in corso, dalle prime luci dell’alba di questa mattina nel capoluogo barese un’ imponente operazione antimafia condotta dei Carabinieri del Comando provinciale di Bari . Sono oltre 100 i militari, supportati da un elicottero, cani antidroga, metal detector, e sofisticate strumentazioni tecnologiche, impegnati in arresti e perquisizioni a tappeto alla ricerca di armi e droga . Sono stati notificati sette arresti cautelari emessi dal gip  Giovanni Abbattista su richiesti dei pm antimafia Pasquale Drago e Patrizia Rautiis, uno dei quali  a Lorenzo Caldarola attualmente  detenuto e considerato il “numero 2”  del clan mafioso, definito come “federazione Strisciuglio” che esercitava una attività criminale distribuita su gran parte delle città, svolgendo attività di spaccio ed estorsioni, utilizzando molto spesso le armi e sparando per imporre il proprio dominio, ai diretti ordini dei  fratelli Strisciuglio (anche loro attualmente in carcere), al quale si rivolgevano gli appartenenti del clan per essere autorizzati a compiere omicidi ed affari criminali

 

 

Nel mirino dei militari dell’ Arma sono finiti presunti esponenti del clan Strisciuglio e, dalle prime informazioni raccolte, sarebbero stati annientati i vertici e il braccio armato del clan che è uno dei più agguerriti in città. L’operazione arriva dopo oltre due anni d’indagini condotte dal Nucleo investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale Carabinieri di Bari e coordinate dalla D.D.A.- Direzione distrettuale antimafia della Procura di Bari . Sono stati necessari tre anni di indagini, con 12 collaboratori di giustizia, effettuando intercettazioni ed il sequestro di materiale cartaceo al clan, per poter ricostruire le mosse criminali finalizzate ad imporre la propria presenza criminale nei quartieri Libertà, San Paolo e San Pio di Bari.

Ulteriore notifica  in carcere è stata effettuata anche nei confronti di  Saverio Faccilongo, emissario per il quartiere San Pio ed attualmente detenuto ritenuto responsabile per l’omicidio di Gianluca Corallo (febbraio 2016) e di Vito Antonio Catacchio.  A piede libero invece si trovavano Alessandro Ruta e Vito Valentino, capi del clan nel quartiere San Paolo, successivamente ai precedenti arresti di Giuseppe Misceo e Nicola Telegrafo, entrambi con un notevole potere operativo malavitoso. In carcere sono finiti anche anche Giovanni Faccilongo e Francesco De Marzo.  Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno reso possibile accertare e comprovare come la direzione dell’ attività malavitosa del clan  si svolgeva addirittura all’interno del carcere, all’interno della quale venivano definite alleanze ed affari criminali, compresi gli  omicidi. I collaboratori di giustizia hanno anche riferito la frequenza con la quale negli appartamenti di Alessandro Ruta e del super pentito Giuseppe Simeone venivano organizzate affiliazioni,

[URIS id=33446]

Questi gli arrestati :

Lorenzo Caldarola, nato a Bari il 24/05/1973
Alessandro Ruta, nato a Bari l’1/11/1987
Vito Valentino, nato a Bari il 16/10/1985
Saverio Faccilongo, nato a Bari il 6/10/1986
Vito Antonio Catacchio, nato a Bari il 20/04/1984
Giovanni Faccilongo, nato a Bari, il 14/07/1995
Francesco De Marzo, nato a Bari il 4/02/1992

Le accuse nei confronti degli arrestati sono di associazione di tipo mafioso armata, detenzione e porto illegale di armi anche da guerra, traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso. Nel corso delle indagini, all’organizzazione sono stati sequestrati un Kalashnikov, giubbotti antiproiettile, pistole e centinaia di munizioni.

nella foto il carcere di Bari

Sempre grazie ai racconti dei collaboratori di giustizia ai magistrati baresi, sono stati acquisti importanti elementi probatori per poter attribuire la responsabilità del  Ruta e  di Vito Valentino, ritenuti i mandanti del tentato omicidio di Gino Luisi, nell’agguato mortale dello scorso  2 maggio 2015, in occasione del quale perse venne colpito ed ucciso il figlio Antonio Luisi. Agli atti risulta anche la corrispondenza in entrata e uscita dal carcere di Bari che ha permesso agli investigatori  di ricostruire la maxi rissa, avvenuta all’interno del carcere nel gennaio 2016, tra componenti dello stesso clan Strisciuglio  fino a quella data  alleate e dopo quello scontro all’ interno del carcere di Bari  entrate in guerra fra di loro

Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, con una nota diffusa alla stampa elogia l’operazione delle Forze dell’ordine di questa mattina, che ha colpito un altro clan malavitoso che opera barese. “E’ stato decapitato definitivamente un altro clan in città. La comunità barese ringrazia la Magistratura e le Forze dell’ordine. Lo Stato c’è, da oggi la città è più libera. Continuano costanti i controlli e i presidi nel quartiere Libertà”.

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