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18 Ottobre 2025 19:37

Il post-scandalo dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante costato 28 milioni, diventato covo di animali rifiuti ed infiltrazioni nel silenzio della Fiera e della Regione

L' abbandono della nella struttura da paerte della Fiera del Levante, dopo gli sprechi e presunti furti per la sua realizzazione per la quale sono stati rinviati a giudizio 7 persone, tra cui l'ex dirigente della Protezione civile della Regione Puglia, Mario Lerario
di Antonello de Gennaro

L’ex ospedale Covid, allestito nei padiglioni della Fiera del Levante, è la prima questione che dovrà fronteggiare il prossimo presidente della Regione Puglia insieme al presidente della Nuova Fiera del Levante. Un groviglio normativo rende di fatto quasi inutilizzabil i locali a fini espositivi e di specializzazione medica. È sufficiente ispezionare la struttura per capire che di idee sul futuro non ce ne sono. E chiedersi che fine abbiano fatto gli ingenti proventi ( 110mila euro al mese !) per l’affitto dei locali versati dalla Regione Puglia ed incassati dalla società che gestisce la struttura fieristica, il cui presidente è stato molto impegnato a farsi intervistare sulla Fiera, previa distribuzione “pilotata” di cospicue inserzioni pubblicitarie sulle testate ed emittenti televisive locali “amiche” notoriamente specializzate in “markette” giornalistiche, della serie “tu mi dai la pubblicità ed io ti intervisto” !

L’intesa di massima prevedeva lo stop fino a settembre 2023 del contatore dei fitti passivi versati dalla Regione Puglia per un totale di 2,5 milioni di euro, 110mila al mese anche nel periodo in cui l’ospedale è stato chiuso dopo la fine dell’emergenza. La riconsegna delle chiavi, altra condizione dell’accordo, è stata collegata a una valutazione tecnica per le spese necessarie al ripristino e a un piano di risanamento dei vecchi padiglioni da affidare a una new diligence da parte della società Nuova Fiera del Levante e del socio Fiera di Bologna da portare in porto entro due mesi dall’avvenuta restituzione. Tuttavia da dicembre ci risulta che il verbale è rimasto chiuso nei cassetti.


Alla fine di maggio 2024 veniva data notizia che erano stati liberati,
alla Fiera del Levante di Bari, gli spazi utilizzati come ospedale durante il periodo del Covid e che sarebbero state messe a disposizione subito le aree dei padiglioni 7 (ex hub vaccinale), 10 (1° piano), la hall 160 di via Verdi e il parcheggio 15, immediatamente liberabili e riutilizzabili a fini fieristico-espositivi con minimi interventi, che saranno effettuati in tempi brevi sulla base delle progettazioni di Asset e a cura del Provveditorato-Economato della Regione Puglia. Le solite parole al vento dell’agenzia diretta da Elio Sannicandro altro dirigente regionale attualmente sotto processo.

A quel tempo veniva raccontato che per i padiglioni 18, 13 (galleria), 11 e 9 (piano terra) la Fiera avrebbe avuto sei mesi di tempo per decidere se mantenere strutture e impianti per l’utilizzo per esposizioni e manifestazioni di tipo medico/scientifico/formativo, potendo disporre di una infrastruttura composta tra l’altro da impianti idrico-elettrici, cablaggi, tubi per gas medicali, impianti per la pressione negativa, condizionamento e filtraggio e spazi per attività assistenziali sanitarie. Tutto finito nel “dimenticatoio” della Nuova Fiera del Levante.

Come infatti testimonia e racconta il collega Vito Fatiguso della redazione barese del Corriere del Mezzogiorno ( dorso regionale del Corriere della Sera) il tetto del padiglione in questione non è sottoposto a manutenzione ordinaria da cinque anni , sulle pareti ci sono segni evidenti di infiltrazioni d’acqua e all’interno dei locali c’è un habitat perfetto per i piccioni e ratti che si riproducono senza impedimenti e nell’indifferenza e disinteresse totale della Nuova Fiera del Levante !

Scriveva il Corriere lo scorso 14 ottobre: “Si parte dall’ingresso di via Verdi. I locali sono stati ristrutturati e l’utilizzo è solamente per funzioni di hall e smistamento dei visitatori. Dove c’erano monitor e centro d’assistenza ora è una spianata. Poi sulla destra c’è l’accesso al padiglione ex Agricoltura, quello con la copertura in acciaio (e sottoposta a vincolo della soprintendenza). E qui iniziano i guai. L’interno è stato occupato dalle corsie montate al di sopra del pavimento esistente (con l’eliminazione dei cablaggi usati per gli eventi fieristici). La Regione, che detiene il possesso dell’immobile, ha ospitato un evento nel campo della formazione. «Before (padiglioni 17-18) è la “Welcome area” di Didacta – è scritto nella presentazione – propone all’ingresso del padiglione 17 la filiera delle fondazioni degli Its, gli istituti tecnici superiori di Alta formazione». Il punto è che per utilizzare i soli corridoi i responsabili dell’iniziativa hanno disposto la sigillatura con pannelli degli accessi alle corsie d’ospedale. L’area è stata “cementata” per evitare pericoli e impedire l’accesso

Ma non è soltanto una questione di deficit igienico e di servizi , infatti il padiglione risulta abbandonato con residui di cartellonistica e rifiuti di vario genere, ed è proprio è soffitto che arrivano le insidie. La copertura di acciaio – quella che un tempo si apriva a sfera con un meccanismo automatico – non è sottoposta a manutenzione ordinaria né straordinaria. Il mese scorso alla sala operativa dei Vigili del Fuoco di Bari sono pervenute due segnalazioni di residenti preoccupati dal distacco di lamiere. E anche sui muri perimetrali sono evidenti i segnali di degrado con infiltrazioni che causano distacchi dell’intonaco.

La manutenzione della struttura peggiora nel padiglione adiacente dove non c’è luce e le stanze che ospitavano i pazienti fanno spazio a location frequentate da topi e piccioni. Magazzini, vani tecnici e bagni sono infrequentabili e pieni di polvere, mentre l’accesso che era riservato alle ambulanze adesso diventato luogo in cui scaricare materiale vario, tra cui pedane in legno e altri mobili in legno. La zona esterna ha due container contenenti le attrezzature dei gas medicali. La Regione Puglia ad un certo punto aveva ipotizzato di renderlo un ospedale permanente, nonostante la mancanza di autorizzazioni e di compatibilità urbanistica.

L’intesa tra Regione e Fiera del Levante (l’ente è il proprietario del quartiere, mentre la società Nuova Fiera del Levante gestisce parte del quartiere) ha portato esclusivamente alla riconsegna del padiglione denominato Spazio 7, che ospitava il centro per le vaccinazioni della Asl. Tutto resto è finito nel dimenticatoio. Eppure i soldi lasciano sempre traccia. Con un costo di realizzazione di oltre 28 milioni di euro finititi sotto i riflettori della magistratura, il riutilizzo appare non poco difficoltoso. C’è chi parla di smantellare il padiglione, con un costo stimato in 4 milioni, per far si che quei padiglioni possano tornare a ospitare espositori e visitatori. Ma che fine hanno fatto i canoni di locazione incassati ?

il procuratore di Bari, Rossi

La Procura di Bari per l’inchiesta condotta sulla realizzazione dell’ ospedale Covid aveva chiesto il rinvio a giudizio per otto persone, tra cui Mario Lerario, ex capo della Protezione civile della Puglia, accusate di corruzione, peculato, falso e turbativa d’asta. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Roberto Rossi, ruota attorno a un presunto sistema di tangenti e appalti pilotati legati all’emergenza pandemica del 2020, tra cui la costruzione dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante, il cui costo sarebbe lievitato da 9,5 a oltre 25 milioni di euro.

Sette rinvii a giudizio e un patteggiamento: è stato questo l’esito dell’udienza preliminare in cui erano imputate otto persone per i reati (contestati a vario titolo) di corruzione, peculato, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falso e turbata libertà degli incanti. A giudizio sono finiti l’ex dirigente della Protezione civile regionale, Mario Lerario (per lui è il terzo processo per corruzione); l’ex funzionario della Regione Puglia, Antonio Mercurio; e gli imprenditori Domenico Tancredi, Alessandro Goffredo Nuzzo, Francesco Girardi, Vito Vincenzo Leo e Vito De Mitri. Ratificato invece il patteggiamento a nove mesi per l’imprenditore Sigismondo Zema, a cui erano contestati i reati di turbativa e falso.Uscito dall’inchiesta sui presunti illeciti legati alla realizzazione dell’ospedale Covid nella Fiera del Levante di Bari l’imprenditore Domenico Barozzi, rappresentante legale della Cobar di Altamura (Bari). Il gip, su richiesta della Procura, ne ha infatti disposto l’archiviazione.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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