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9 Maggio 2024 05:58
9 Maggio 2024 05:58

Gli affari di Carlo De Benedetti non vanno molto bene. La sua holding Romed perde 43,9 milioni. Svalutato il quotidiano “Domani”

La Romed ha perso 43,9 milioni di euro, che si aggiungono ai 31,4 di rosso dell’anno precedente e ormai sta assottigliando anche le riserve messe da parte negli anni d’oro

L’ingegnere Carlo De Benedetti ha perso il tocco d’oro degli affari che per lungo tempo aveva creato utili e profitti per le sue attività finanziarie ed imprenditoriali. Lo si apprende dal bilancio 2022 della sua holding di partecipazioni Romed s.p.a. che è stato depositato ai primi di novembre con un considerevole ritardo presso la Camera di commerci. La Romed ha perso 43,9 milioni di euro, che si aggiungono ai 31,4 di rosso dell’anno precedente e ormai sta assottigliando anche le riserve messe da parte negli anni d’oro.

L’esercizio precedente chiuso al 31 dicembre 2021 si era chiuso con una perdita di 31,4 milioni di euro rispetto all’utile di 21 milioni del precedente esercizio 2020 . Il passivo, rinviato a nuovo dall’assemblea degli azionisti, rappresenta però il peggiore risultato della Romed nell’ultimo decennio, che aveva avuto bilanci in rosso solo nel 2018 e nell’anno successivo 2019 (rispettivamente per 25,7 e 11,1 milioni) mentre tutti gli altri bilanci sono stati chiusi in utile, con il record toccato nel 2014. di 93,4 milioni di ricavi.

Qualcosa delle capacità finanziarie regge ancora: infatti l’ingegnere giocando sui cambi delle valute ha guadagnato 14,6 milioni di euro così riuscito a fronteggiare ed ammortizzare le perdite generate dalle società controllate . De Benedetti è stato costretto a svalutare per 18 milioni di euro le società partecipate del piccolo gruppo che gli è ormai restato dopo la rottura e separazione dai figli.

7,6 milioni di euro di queste svalutazioni riguardano la partecipazione nell’Editoriale Domani spa, che pubblica l’omonimo quotidiano “Domani” che nel 2022 ha visto crescere in bilancio le perdite arrivate a 3,5 milioni di euro, nonostante i ricavi generati dalla cessione per 800mila euro della quota di partecipazione azionaria detenuta in Skyra Editore spa

Risulta in perdita anche la controllata holding di partecipazioni Per s.p.a. e sono in perdita o comunque non hanno ancora generato risultati essendo in fase di avviamento i numerosi investimenti con quote di minoranza che l’ingegnere ha voluto fare nel settore bio medico (da Betaglue Technologies spa a Twh Hypertension 3 spa e Twh Eye srl). Il gruppo guidato e controllato da Carlo De Benedetti ha debiti complessivamente per 147,7 milioni di euro, che rispetto all’anno scorso sono cresciuti di 25,2 milioni . 107,5 milioni di euro di questi, sono debiti nei confronti di banche, garantiti dai titoli azionari di proprietà dell’ingegnere, costituiti in pegno.

Qualche buona notizia arriva dal versante giudiziario . Suona incredibile ma come si legge nella relazione di bilancio. De Benedetti ha vinto insieme ad altri investitori “una class action collettiva promossa per manipolazione del fixing del future su metalli (Xau) nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2016“, in particolare per la fissazione del prezzo dei futures sull’oro. In questa maniera la Romed ha incassato “l’importo di € 4.689.112 (pari a USD 5.000.000) riferito al risarcimento danni ottenuto a seguito di class action”.

Non sono andati altrettanto bene i contenziosi con il fisco italiano: la Romed e la controllante Romed International hanno ricevuto una raffica di avvisi di accertamento dall’Agenzia delle Entrate in relazione ad alcuni rimborsi di finanziamento dei soci che sono stati tutti impugnati ma in primo grado nella maggiore parte dei casi ha avuto ragione il Fisco, e oggi pendono in attesa di giudizio di secondo grado. ll contenzioso “vale”pesa” 2,3 milioni di euro per la Romed oltre a sanzioni ed interessi. Mentre la somma per la Romed international è notevolmente maggiore , pari a 8,2 milioni oltre a sanzioni e interessi. In primo grado la società di Carlo De Benedetti ha perso per le contestazioni per l’anno 2015 mentre invece ha vinto per quelle degli anni 2016 e del 2017, e tutte sono pendenti in secondo grado dinnanzi alla Corte di Appello.

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