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5 Maggio 2024 14:22
5 Maggio 2024 14:22

Cosa cambia dal 1 maggio e dal 15 giugno per le mascherine FFP2 e Green pass

Sono due le ordinanze firmate dal ministro della salute Speranza. Dal 1 maggio stop alle mascherine al chiuso, ma saranno ancora obbligatorie fino al 15 giugno le Ffp2 sui treni e al cinema. Non sarà più necessario compilare il Plf, il «Passenger locator form» per chi arriva dall’estero

Dal 1° maggio l’Italia torna libera dalle restrizioni per combattere il Covid-19. Servirà ancora la mascherina FFP2, per viaggiare, salire sui mezzi pubblici e andare al cinema o a teatro, mentre  in tutti gli altri luoghi sarà soltanto “raccomandata“. Anche per andare in ufficio non ci sarà più l’obbligo di proteggere naso e bocca, aziende e lavoratori dovranno però concordare nuovi protocolli. Non bisognerà più esibire il green pass (ad eccezione delle strutture sanitarie) e non sarà più necessario il modulo Plf (il «Passenger locator form») per chi arriva nel nostro Paese dall’estero, come sollecitato dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.

L’alto numero di contagi e di vittime convince il governo a conservare ancora «un elemento di precauzione e cautela», che il ministro Speranza ritiene «necessario al punto da raccomandare ai cittadini di usare la mascherina «in tutte le occasioni in cui ci possono essere rischi di contagio». Ma le due ordinanze firmate dallo stesso Speranza confermano le riaperture in «coerenza con la responsabilità dimostrata dagli italiani».

La proroga al 15 giugno

Il provvedimento di Speranza proroga fino al 15 giugno l’obbligo di mascherina in alcuni luoghi chiusi ritenuti maggiormente a rischio. La firma è arrivata dopo l’approvazione da parte della commissione Affari sociali della Camera dell’emendamento al decreto Covid del 24 marzo che prolunga ancora per qualche settimana l’uso dei dispositivi di protezione.

Mezzi di trasporto

Fino al 15 giugno bisognerà indossare la mascherina su «aeromobili adibiti a servizi commerciali di trasporto di persone, navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale, treni interregionali, Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità, pullman, autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente, scuolabus, autobus, tram, metropolitane».

Rsa e ospedali

«Fino al 15 giugno 2022, hanno l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, ivi incluse le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistite (Rsa), gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali».

Cinema e stadi

«Fino al 15 giugno 2022 per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati, nonché per gli eventi sportivi e le competizioni che si svolgono al chiuso» la mascherina rimane obbligatoria.

Le discoteche

Non saranno invece più obbligatorie le mascherine in discoteca.

La scuola

Resta fuori dall’emendamento del governo e quindi dall’ordinanza, la scuola. Il decreto in vigore all’esame del Parlamento prevede infatti che i ragazzi utilizzino la mascherina fino alla fine dell’anno scolastico e questa norma non è stata modificata.

Il lavoro

Per il settore privato sono in vigore i protocolli firmati con i sindacati e con Confindustria. Il ministro Renato Brunetta sta preparando una circolare per il settore pubblico con cui chiederà alle amministrazioni pubbliche di «usare il buon senso» e applicare le regole di prevenzione sanitaria sulla base del rischio di contagio e delle condizioni ambientali. Vale a dire che dove si possono tenere le finestre aperte e rispettare le distanze la mascherina potrà non essere obbligatoria, mentre potrebbe essere richiesta per gli impiegati a contatto con il pubblico. Dunque si raccomanderà «la necessità di proteggere naso e bocca», ma non ci sarà obbligo a meno che non sia stabilito da un accordo aziendale.

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