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24 Aprile 2024 10:47
24 Aprile 2024 10:47

Pax giudiziaria in Tribunale a Milano fra il Governo ed i Mittal

La ripresa delle forniture  ed il conseguente riempimento dei magazzini, lo sblocco di pagamenti ai fornitori dell'indotto che aspettano di incassare 60 milioni di euro annunciato oggi, e la riprese della continuità aziendale evidenziano una nuova luce su molte delle ipotesi di reato, come le distrazione fallimentare e quella ancora più grave di attentato a un asset strategico dell’economia nazionale.

ROMA – I commissari straordinari dell’ex Ilva hanno ricevuto dal Ministero dello Sviluppo Economico, da cui dipende la loro nomina ed operato, espresso mandato per depositare al giudice civile milanese, Claudio Marangoni, un’istanza di sospensione dell’ udienza originariamente fissata per mercoledì 27 novembre prossimo relativa al procedimento d’urgenza avviato contro Arcelor Mittal Italia ed AM Investco, che giuridicamente al momento sono i locatori dello stabilimento siderurgico di Taranto .

L’input arrivato dal Governo è conseguente alla svolta nei rapporti intercorrenti fra il Governo ed Arcelor Mittal, avvenuta venerdì scorso 22 novembre, quando davanti al premier Giuseppe Conte ed ai ministri Gualtieri e Patuanelli  i vertici del gruppo franco-indiano hanno manifestato la propria disponibilità ad un nuovo impegno più serio nell’adempimento del Piano ambientale e industriale che è oggetto dei contratti del 2017 e dell’ addendum stipulato nel 2018.

Fonti del MISE  fanno trapelare che si tratta solo di una “tregua” che dovrebbe auspicabilmente durare fino alla fine di quest’anno anno, esclusivamente per verificare l’effettiva percorribilità del piano di rilancio industriale e di garanzie occupazionali e ambientali. Quindi non si esclude un eventuale ritorno in un’aula giudiziaria del procedimento d’ urgente se da Taranto dovessero arrivare nuovi segnali  di smobilitazione, ma e anche se ArcelorMittal decidesse di proseguire l’azione civilistica avente lo scopo di ottenere una risoluzione giudiziale dei contratti, la cui udienza civile è fissata sempre in Tribunale a Milano per il prossimo 6 maggio 2020.

La nuova apertura di rapporti con il Governo attuata della multinazionale, che dopo l’avvio di due indagini delle Procure di Milano e  Taranto,  e dopo un invito alla ragionevolezza da parte del Presidente del Tribunale di Milano, Arcelor Mittal Italia aveva revocato la propria decisione di interrompere  l’attività produttiva con lo spegnimento degli altoforni, non ha un impatto diretto in ogni caso sul lavoro in corso da parte della Guardia di Finanzia e dei Carabinieri, delegati dalle due Procure della Repubblica che indagano, che è bene ricordare, allo stato attuale procedono contro ignoti.

La ripresa delle forniture  ed il conseguente riempimento dei magazzini, lo sblocco di pagamenti ai fornitori dell’indotto che aspettano di incassare 60 milioni di euro annunciato oggi, e la riprese della continuità aziendale evidenziano una nuova luce su molte delle ipotesi di reato, come le distrazione fallimentare e quella ancora più grave di attentato a un asset strategico dell’economia nazionale.

Il prudenziale limitato ottimismo delle ultime ore in cui si è arrivati addirittura  parlare di decarbonizzazione degli impianti produttivi dello stabilimento siderurgico di Taranto, con un progetto di riconversione a sette anni allunga i termini di rilancio dell’ ILVA oltre il termine della durata dei contratti di affitto d’azienda siglati tra il 2017 e il 2018 con il corredo del Piano ambientale e dell’ormai famoso scudo penale, in scadenza tra il 2020 e il 2021, con una duplice possibilità d’uscita.  La principale è l’acquisto-riscatto del Gruppo ILVA da parte di ArcelorMittal, la possibilità secondaria invece consisterebbe nella restituzione dello stabilimento di Taranto  e degli impianti nelle condizioni (da un punto di vista tecnico ottimali) nelle quali sono stati consegnati ai franco-indiani dai commissari ILVA in amministrazione straordinaria.

 

Rileggere con attenzione gli atti del contenzioso giudiziario in corso avviato lo scorso 4 novembre aiuta bene a comprendere le posizioni cambiate da Arcelor Mittal ed ILVA in A.S. negli ultimi giorni

ARCELOR MITTAL citazione

A seguito dell’atto legale depositato da Arcelor Mittal  al Tribunale di Milano di domenica notte, a mercati finanziari chiusi,  con il quale chiedeva ai giudici di “esercitare il proprio diritto di recesso con effetto immediato ai sensi dell’articolo 27.5 del Contratto» con riferimento allo scudo penale, cessato per effetto della legge entrata in vigore il 2 novembre scorso,  intimando “la collaborazione delle concedenti per dar corso alla restituzione dei rispettivi rami d’azienda entro 30 giorni dal 4 novembre 2019″ i commissari dell’ ILVA in amministrazione straordinaria a loro volta si erano rivolti  al giudice Marangoni con un ricorso d’urgenza (ex-art. 700)  per ottenere in via di urgenza un’ ordine che inibisse ad Arcelor Mittal Italia di proseguire nelle preannunciate ed iniziate operazioni di progressivo spegnimento degli altoforni e quindi la cessazione delle attività produttive funzionali alla restituzione dei rami d’azienda con i tempi e le modalità che avrebbero portato alla chiusura dello stabilimento ILVA e la distruzione delle sue attività.

ricorso Commissari_ILVA

I commissari di ILVA in A.S. con la loro iniziativa legale avevano chiesto al Tribunale di Milano di ordinare ad ArcelorMittal di proseguire “nella piena e regolare esecuzione dei contratti inter partes in conformità alle disposizioni ivi contenute” in conformità ai propri obblighi contrattuali nella gestione delle aziende .

 

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