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29 Marzo 2024 15:24
29 Marzo 2024 15:24

ESCLUSIVO . Così i Renzi hanno fatto sparire le carte delle coop. L’ ordinanza del Gip di arresto dei genitori di Matteo Renzi

I verbali di dipendenti e soci che hanno svelato il "sistema" messo in piedi per proteggere le società di famiglia. Fra i soci costitutori fittizi anche studenti e figli di amici della coppia. La mail di Tiziano Renzi: "Blitz e poi chiudiamo tutto".
il procuratore Giuseppe Creazzo

ROMA – È a dir poco pesante l’ accusa che ha convinto il procuratore di Firenze  Giuseppe Creazzo e l’aggiunto Luca Turco a sollecitare l’arresto  di Laura Bovoli e Tiziano Renzi , dei genitori dell’ex premier Matteo , i quali secondo le accuse mosse a loro carico “hanno fatto sparire qualsiasi documentazione societaria delle cooperative fallite” per occultare i mancati versamenti delle imposte e le fatture  emesse per le contestate operazioni inesistenti. La richiesta di arresto accolta dal giudice delle indagini preliminari, che ha disposto gli arresti domiciliari,   ricostruisce nei dettagli l’attività della coppia a partire dal 2009, anno in cui fu fondata la cooperativa Delivery.

I perchè dell’arresto dei Renzi

Il codice penale prevede la misura cautelarequando sussistono tre condizioni: il pericolo di fuga degli indagati, il rischio che inquinino le prove e il rischio che ripetano gli stessi reati. In questo caso, il gip ha ritenuto che esistesse il pericolo della reiterazione. Un pericolo che, come scrive il giudice “emerge dalla circostanza che i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo (dalla seconda metà del 2009, ndr) realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti e pervicacemente portato avanti anche dopo l’inizio delle indagini”.

Si basa su queste fondamenta giuridiche la decisione del Gip dr.ssa Angela Fantechi per sostenere che la misura cautelare sia necessaria perché c’è concretamente il rischio che stiano realizzando una nuova bancarotta. “Attualmente è in corso di compimento, da parte di Renzi Tiziano e Bovoli Laura, la fase dell’abbandono della Marmodiv ed è del tutto verosimile ritenere che, ove non si intervenga con l’adozione delle richieste misure cautelari, essi proseguiranno nell’utilizzo di tale modus operandi criminogeno, coinvolgendo altre cooperative”.

Inoltre il gip ritiene che siano necessari gli arresti domiciliari. Secondo il giudice, una misura cautelare inferiore, come ad esempio la sospensione dalle cariche societarie, non gli impedirebbe di ripetere i reati. Scrive il giudice: “avendo gli stessi rivestito ruoli di amministratori di fatto e avendo gli stessi agito tramite “uomini di fiducia” non è possibile ritenere sufficiente una misura quale il divieto di esercitare uffici diretti di persone giuridiche ed imprese atteso che essa consentirebbe di impedire agli indagati di rivestire solo cariche formali, lasciandoli invece liberi di agire con condotte assai più subdole e pericolose perché di più difficile accertamento”.

Ordinanza Renzi compressed (1)

La storia della società di Tiziano Renzi e Laura Bovoli

La Marmodiv nasce dalle scorie di un’altra cooperativa, aperta per gli stessi fini: la Europe Service, che ha cessato l’attività tra il maggio e il giugno del 2012. “Qualche mese dopo – si legge nell’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari i genitori di Matteo Renzi Piergiovanni Spitieri (già amministratore della Europe Service ) diviene amministratore unico della Marmodiv, avente lo stesso oggetto sociale della Europe Service, e divenuta nel giro di poco tempo il maggior prestatore di servizi su Firenze della Eventi6.

Fin dall’inizio della sua attività commerciale c’è qualcosa che non torna. La prima fattura contestata dalla Guardia di Finanza risale al 2013 (400 euro) emessa dalla ditta Punchihewa Priyantha, per “operazione inesistente“. L’anno dopo sono 31 le fatture sospette, per un importo totale di 33.172 euro. Le cifre aumentano col passare degli anni: 64.941 euro nel 2015, 108.261 euro nel 2016.

Le  cooperative incaricate della distribuzione fatturavano i loro servizi alla Eventi6, la società di famiglia dei Renzi,  come se fossero realmente distribuiti. Nel maggio scorso il programma Report di Rai3 aveva rivolto con un proprio servizio l’ attenzione sul business dei volantini della Esselunga mandati al macero . Immediatamente il “sistema” delle cooperative vicino a Tiziano Renzi era entrato in agitazione. Un’agitazione meglio spiegata alla Guardia di Finanza da alcuni dipendenti delle cooperative . Uno di loro,  Paolo Magherini ha raccontato ai finanzieri  alla fine del maggio 2018 come funzionava “lo smaltimento dei volantini in esubero ovvero non consegnati. So che rilevanti quantità di questi volantini venivano portati al macero. La quantità stampata di questi volantini – disse  Magheriniera di certo superiore a quella che era necessaria ad essere consegnata”. Ma quale era lo scopo della stampa in eccesso dei volantini?  Semplice “Ci lucrano. Ci sono camionisti conniventi che consegnano i volantini nuovi appena stampati al macero. Questo non dovrebbe avvenire in quanto i volantini sono di proprietà dei committenti (EsselungaCoopConad) che li paga”. Magherini esprime il proprio sospetto che ci sia più di qualcuno che chiude un occhio: “Anche quando si chiede qualche informazione agli stessi referenti dei supermercati, credo conniventi, dicono che è tutto regolare”.

Il Gip fiorentino sulle dichiarazioni relative alla circostanza che “Tiziano Renzi in alcune occasioni si era anche occupato personalmente di ritirare i volantini pubblicitari da inviare al macero” scrive: “Le dichiarazioni suddette sono state riscontrate da una significativa attività investigativa”. In particolare c’è stata “un’attività di pedinamento eseguita in data 12 luglio 2018 dalla Guardia di Finanza”. La Guardia di Finanza infatti aveva seguito da Firenze un camion che alle 9 di mattina caricava  “32 bancali di materiale pubblicitario non commercializzabile, che i militari vedevano essere costituito da volantini pubblicitari della catena di Supermercati Esselunga relativi a vendite promozionali relative all’arco temporale decorrente dal 12 luglio 2018 al 29 agosto 2018” con destinazione “l’Eco Cart Srl San Giorgio di Mantova”. Arrivati  a destinazione  “le saracinesche del magazzino venivano prontamente chiuse impedendo ai militari di osservare cosa accadesse all’interno”. Mario Giuseppe Precuzzi, titolare della Ecocart, ha riferito che “la Marmodiv consegna gratuitamente i volantini da destinare al macero alia Eco Cart”. Silvia Gabrielleschi, altra dipendente della Marmodiv ha confermato: “Le quantità dei volantini che le committenti danno a Eventi 6 e che poi vengono consegnati alla Marmodiv per la distribuzione sono sempre in quantità superiore a quella effettivamente distribuita”.

Tiziano Renzi

Le fatture inesistenti

Nel 2017 cambia qualcosa. Così scrive il Gip del Tribunale di Firenze: “Al fine di consentire alla Eventi6 l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, la Marmodiv emetteva sei fatture per operazioni in parte inesistenti”. In poche parole, erano “gonfiate”. Ad esempio, la fattura numero 89 del 30 novembre 2017: emessa dalla Marmodiv per una cifra di 60.430 euro, era sovraffatturata di 35.330 euro. Nel corso di quell’anno, le fatture nel mirino degli inquirenti valgono 311.704 euro. Nell’ anno successivo, siamo  2018, altre cinque per un valore di 206.368 euro. In totale, quindi in sei anni, la bellezza…di 724.946 euro , tanti soldi.

Secondo la procura fiorentina tutto ciò sarebbe stato gestito, direttamente da Lalla e Tiziano Renzi: “Vi sono indizi per ritenere che siano i veri amministratori della cooperativa, e si siano intromessi nell’amministrazione della stessa fintanto che non l’hanno ceduta“. Passaggio che nella tesi dell’accusa era preliminare all’ennesima bancarotta pilotata. A questa conclusione i pm sono arrivati non soltanto attraverso i documenti ma anche grazie alle confessioni dei dipendenti.

Il  Gip Fantechi per comprovare e condividere il teorema dell’impianto accusatorio della Procura fiorentina evidenzia la costituzione “fittizia” delle cooperative, e riporta le testimonianze di “alcuni dei soci costitutori”: “Lavinia Tognaccini, che all’ epoca dei fatti era studente presso l’Istituto di Belle Arti, fu contattata da Tiziano Renzi, amico della sua famiglia e, nutrendo fiducia nell’uomo, si era recata su sua indicazione dal notaio senza chiedere particolari spiegazioni. Ettore Scheggi, che all’epoca dei fatti era neomaggiorenne, si è recato presso lo studio notarile su indicazione di Gioia Palai (deceduta), amica della madre. Cristina Carabot, nipote degli indagati Bovoli e Renzi, ha partecipato alla costituzione della cooperativa su richiesta di un uomo di cui non sapeva indicare le generalità, ha versato una somma per la costituzione della società ma non ricorda quanto (si tratta di 14.800 euro); di non aver mai svolto il ruolo di amministratore; di aver lavorato da casa per la predetta cooperativa ricevendo buste paga. Irene Fusai ha partecipato alla costituzione della cooperativa, ma non ha ricordato il nome della persona che le aveva fatto la proposta e di aver svolto “qualche lavoretto” per la societa Chili della famiglia Renzi“.

Ordinanza Renzi compressed (2)

L’ ordinanza

L’ordinanza contiene numerose mail e verbali utilizzati dai magistrati inquirenti per supportare la contestazione di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. Una mail in particolare, risulta essere stata inviata nel 2015 da Tiziano Renzi  e per i magistrati costituisce una specie di “confessione” sulle tecniche usate per nascondere gli illeciti. Agli atti sono presenti anche i verbali di dipendenti e soci che spiegano come il “sistema” fosse stato congegnato per proteggere le società di famiglia e sopratutto la Eventi 6facendo confluire tutti i debiti sulle cooperative Delivery, Europe Service e Marmodiv che così facendo venivano quindi avviate al fallimento. Operazioni queste, come evidenziamo i magistrati,  avrebbe reso possibile “tra il 2014 e il 2018 di far crescere il volume d’affari da uno a sette milioni di euro”  alla società “capofila”  cioè la Eventi 6.

Si torna al 2009 qundo viene costituita la Delivery.

Così scrive il gip Fantechi :Dalla annotazione della Guardia di finanza del 5 luglio 2018 emerge che la Delivery è risultata in regola con la presentazione delle dichiarazioni fiscali soltanto per il periodo d’imposta 2009 (volume d’affari conseguito € 370.818,00 e bilancio d’ esercizio regolarmente presentato). Per i periodi d’imposta 2010 e 2011 (ossia gli ulteriori periodi in cui risulta accertato che ha svolto attività d’impresa), la cooperativa ha omesso di presentare le dichiarazioni ai fini Ires, Iva e Irap“.

I magistrati sottolineano più volte come siano stati proprio i coniugi Renzi a “ideare o realizzare il modus operandi criminogeno con cui sono state gestite per lungo tempo società e cooperative“. Nelle mail trasmesse ai clienti oppure ai professionisti contattati per essere aiutati a risolvere i problemi, spesso  uno parla del ruolo dell’altro, ma sopratutto delle difficoltà. Così Bovoli scrive in una mail trasmessa il 7 maggio 2010 ad uno degli amministratori: “Purtroppo Tiziano ha il vizio di rimandare i problemi. Devi tampinarlo“.

Ordinanza Renzi compressed (3)

Con il passare del tempo in realtà Tiziano Renzi , dalla lettura delle carte sembra aver preso in mano la situazione e decide le future stategie. Il papà di Matteo Renzi invia il 18 novembre 2015 una mail al genero Andrea Conticini (indagato nell’inchiesta sui fondi sottratti da questi all’Unicef ) e all’avvocato Luca Mirco  scrivendo: “Tema: contratto per il 10 % a todobien. Secondo me occorre predisporre un contratto che preveda questo compenso in base ad un lavoro potenzialmente contestabile anche se il contratto deve essere apparentemente non punitivo… Chiaramente per i clienti che Eventi 6 passerà come realizzazione alla cooperativa Marmodiv… Quindi aderiamo alle loro condizioni. Contemporaneamente creiamo una nuova cooperativa e la mettiamo pronta. Quando abbiamo preso in mano i lavoratori e abbiamo capito, facciamo il blitz, cambiamo il presidente e chiudiamo Marmodiv per mancanza di lavoro che nel frattempo dall’oggi al domani lo dirottiamo alla nuova. Ditemi se come strategia può andare sostanzialmente. Baci in bocca fino a gennaio e poi una calorosa stretta di mano“.

La difesa legale

Secondo il loro avvocato Federico Bagattini:È singolare, inusuale e incomprensibile che si somministrino gli arresti domiciliari a due persone prossime ai settant’anni per fatti presumibilmente commessi nel 2010-2011“. Il legale che ha seguito la famiglia Renzi in altre inchieste giudiziarie, scandisce e pesa le parole: “Singolare, inusuale e incomprensibile” ripete. Sostiene anche che per il reato di “falsa fatturazione si parla di qualche decina di migliaia di euro e per la bancarotta di autoveicoli di scarso valore”.  L’avvocato Bagattini prosegue: “Come sta Tiziano? È una persona che si sente crollare il mondo addosso e che immagina le conseguenze familiari e personali rispetto agli affetti più cari e anche dal punto di vista economico per la propria attività imprenditoriale”.: “È singolare, inusuale e incomprensibile che si somministrino gli arresti domiciliari a due persone prossime ai settant’anni per fatti presumibilmente commessi nel 2010-2011“.

L’avvocato Bagattini racconta:Come sta Tiziano Renzi ? È una persona che si sente crollare il mondo addosso e che immagina le conseguenze familiari e personali rispetto agli affetti più cari e anche dal punto di vista economico per la propria attività imprenditoriale” ed aggiunge “Nel merito dell’inchiesta Tiziano (Renzi n.d.r.) ha espresso sconcerto, incredulità e prostrazione“. “Non voglio discutere del merito del provvedimento sotto il profilo degli indizi di colpevolezza, anche se c’è tanto da dire e da confutare, ma non si può in una fattispecie di questo genere mettere due persone, che non sono oltretutto neanche dei ragazzini, agli arresti domiciliari. Non riesco a comprenderlo”, ha sottolineato. “La misura che in questi casi può essere più efficace poteva essere semmai quella interdittiva rispetto all’attività imprenditoriale”.

Dopo l’interrogatorio di garanzia, spiega Bagattini “Le prossime mosse sono quelle dello studio degli atti del fascicolo. Dopodiché aspetteremo la fissazione dell’interrogatorio di garanzia che dovrebbe essere tra venerdì e massimo martedì”, e dopo aver “letto tutte le carte che ancora neppure abbiamo” il collegio difensivo, “composto dagli avvocati Marco Miccinesi, Francesco Pistolesi e dal sottoscritto, deciderà come procedere ma è chiaro che presenteremo la richiesta di revoca dei domiciliari”. Bagattini  non risponde a chi gli chiede della ‘tempistica’ dell’arresto, come evidenziato da Matteo Renzi:Io faccio l’avvocato e devo confrontarmi solo con le carte”.

L’ assalto dei fotografi e troupe TV alla casa della famiglia Renzi

 

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