MENU
19 Aprile 2024 01:29
19 Aprile 2024 01:29

Dissequestrati beni dell’ editore Mario Ciancio, ma la Procura può sempre opporsi

La Corte d’appello afferma però qualcosa di poco piacevole per Ciancio e cioè come tra "Cosa nostra catanese e l’imprenditore si sia progressivamente consolidato nel tempo un rapporto di "vicinanza/cordialità"

ROMA – La Corte d’appello di Catania ha disposto il dissequestro di tutti i beni di Mario Ciancio Sanfilippo che era stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale. Tra i beni dissequestrati anche le società che controllano i quotidiani La SiciliaLa Gazzetta del Mezzogiorno e le emittenti televisive Antenna Sicilia e Telecolor.

Mario Ciancio editore dei quotidiani LA SICILIA e LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Secondo la Corte d’appello il decreto impugnato va conseguentemente annullato” come scrivono i giudici nelle 113 pagine delle motivazione della sentenza d’appello, “non può ritenersi provata l’esistenza di alcuni attivo e consapevole contributo arrecato da Ciancio Sanfilippo in favore di Cosa nostra catanese”.

Inoltre secondo il collegio giudicante della Corte di Appello di Catanianon può ritenersi provata alcuna forma di pericolosità sociale” né “è risultata accertata e provata alcuna sproporzione tra i redditi di provenienza legittima di cui il preposto il suo nucleo familiare potevano disporre la liquidità utilizzate nel corso del tempo“.

Il decreto della Corte d’appello di Catania che dispone il dissequestro totale dei beni, entra nel merito delle vicende legate alla realizzazione di centri commerciali, del Pua e di vari investimenti sottolineando che in tutti i casi «non è emerso alcun rapporto tra Mario Ciancio Sanfilippo e Cosa nostra». E che lo «“schema trilatero” ipotizzato tra “politica-mafia-imprenditoria” resta una mera ipotesi investigativa priva di idonei contenuti probatori» e, inoltre, “in nessuna delle singole condotte esaminate può dirsi raggiunta la prova di alcun consapevole contributo in favore» della mafia.

La Corte d’appello afferma però qualcosa di poco piacevole per Ciancio e cioè come tra «Cosa nostra catanese e l’imprenditore si sia progressivamente consolidato nel tempo un rapporto di “vicinanza/cordialità”» dopo che la mafia ha «imposto un «rapporto di protezione» con «il pagamento da parte della vittima del “pizzo”» per «garantire al “protetto” la possibilità di continuare a svolgere la propria attività senza “rischi” e senza il pericolo di subire “atti ostili” nei confronti di un imprenditore che «viene poi considerato “amico”».

Il sequestro finalizzato alla confisca per beni stimati in complessivi 150 milioni di euro era stato chiesto dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania ed eseguito il 24 settembre del 2018 dai Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Catania nell’ambito del processo per concorso esterno all’associazione mafiosa in cui l’imprenditore è imputato, a seguito di una prima archiviazione del Gip successivamente annullata dalla Corte di Cassazione.

La Procura Generale di Catania  può presentare reclamo in Cassazione contro il decreto della Corte d’appello, iniziativa che secondo fonti del palazzo di giustizia catanese viene data per scontata e sicura e chiedere quindi ad un altro collegio giudicante, il “congelamento” dell’esecutività del dissequestro, che di fatto farebbe tornare tutto sotto sequestro.

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Giudice cassazionista e la compagna poliziotta condannati per il giro di prostitute nella casa-vacanze di Lecce
Arrestato Gianluca Festa ex sindaco Pd di Avellino per corruzione. Indagati la vicesindaca e un consigliere comunale
Gianfranco Fini e Elisabetta Tulliani, rinviata al 30 aprile la sentenza per la casa di Montecarlo
La procura di Milano chiede una condanna di tre anni per Giovanni Canio Mazzaro ex compagno di Daniela Santanchè
Mafia e voto di scambio in Sicilia, sospeso il vice presidente leghista della Regione
Il professor Canfora a processo per aver diffamato la premier Giorgia Meloni
Cerca
Archivi
Al plenum del Csm continua il valzer "lottizzato" fra le correnti, di poltrone ed incarichi per le toghe
Giudice cassazionista e la compagna poliziotta condannati per il giro di prostitute nella casa-vacanze di Lecce
Arrestato Gianluca Festa ex sindaco Pd di Avellino per corruzione. Indagati la vicesindaca e un consigliere comunale
Marco Miraglia nominato Console Onorario del Gibuti per il territorio italiano
Gianfranco Fini e Elisabetta Tulliani, rinviata al 30 aprile la sentenza per la casa di Montecarlo

Cerca nel sito