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29 Marzo 2024 15:00
29 Marzo 2024 15:00

Terremoto in Turchia-Siria: oltre 20mila le vittime accertate. Migliaia di bambini rimasti orfani. Una famiglia italiana dispersa

Sono presenti oltre 96.600 agenti dipendenti di Ong, squadre di ricerca e soccorso, volontari impiegati nelle zone colpite dal sisma in Turchia assieme alle squadre di dove emergenza locali operano i team di soccorso inviati da 35 Paesi.

E’ salito ad oltre 16 mila morti e 100 mila feriti il numero delle persone colpite dal terremoto in Siria e Turchia: dopo la prima scossa, se ne sono registrate altre 648, una delle quali, la più forte, di magnitudo 7,6, con epicentro Elbistan. L’ Afad, autorità turca per la gestione delle emergenze e dei disastri naturali, ha reso noto che ammontano 7108 le persone decedute accertate nelle province di Kahramanmaras, Gaziantep, Sanliurfa, Diyarbakir, Adana, Adiyaman, Osmaniye, Hatay, Kilis, Malatya e Elazig, e 40.910 le persone rimaste ferite.

In Turchia i bambini rimasti soli – tra orfani e quanti sono ancora alla ricerca propri genitori sono intorno ai 5000. “Il numero di bambini che rimangono senza famiglia sta aumentando a dismisura. Siamo partiti il primo giorno da 500 bambini ed ora siamo tra i 1000 ed i 5000 perchè ogni giorno queste cifre aumentano. Quando i genitori vengono portati in ospedale, spesso succede che non sopravvivano e questo sta accadendo in tutte le province” spiega Regina De Domicis responsabile della Turchia per l’Unicef. Sono invece circa 700 i bambini orfani che prima del terremoto vivevano nelle case del bambino, per 496 il trasferimento in luoghi sicuri è già stato ultimato, mentre per 204 è in corso.

Questa mattina un bambino è stato trovato vivo dopo essere stato per 80 ore sotto le macerie di un palazzo di quattro piani crollato nel distretto di Elbistan di Kahramanmaras, luogo dell’epicentro del terremoto di 4 giorni fa in Turchia. Applausi e abbracci hanno salutato il salvataggio di una madre e i suoi due figli dalle macerie della loro casa nella provincia turca di Kahramanmaras a 78 ore dal devastante sisma che ha colpito la regione. Il salvataggio è stato mostrato da Cnn Turk, che ha spiegato come i soccorritori abbiano dovuto scavare per 15 ore per realizzare il salvataggio.

I soccorritori stanno lottando contro il tempo, con temperature rigide che rendono ancora più difficile la sopravvivenza di chi è rimasto sepolto dalle macerie. Ma si spera ancora. La scorsa notte, 68 ore dopo il sisma, è stato salvato un bebè nella provincia di Hatay e poche ore dopo è stato estratto vivo dai resti della stessa casa un uomo che si ritiene sia il padre, riferisce l’emittente Trt. Altre tre persone sono state salvate stamattina nella provincia di Gaziantep. In totale più di 8mila persone sono state tratte in salvo dalle macerie in Turchia.

Sono presenti oltre 96.600 agenti dipendenti di Ong, squadre di ricerca e soccorso, volontari impegnati nelle zone colpite dal sisma. E’ stato allestito anche un ponte aereo per il trasferimento di personale e materiale da Istanbul, Ankara e Smirne. In Siria, nelle zone sotto il controllo di Damasco, i morti sono 1.250, i feriti 2.054, secondo quanto pubblicato su Facebook dal ministero della Salute siriano . Dati che si riferiscono alle province – o parte di esse – di Aleppo, Hama, Latakia, Tartus, e le aree di Idlib in mano alle forze governative.

I numeri purtroppo sono tragicamente destinati a salire a causa anche della carenza di macchinari e strumenti necessari a venire in soccorso di chi ancora si trova sotto le macerie, le strade interrotte dai danni causati dalle scosse, e le rigide temperature. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ieri ha proclamato uno stato di emergenza di tre mesi in 10 tra le province più colpite, si è recato nelle zone distrutte. Secondo quanto annunciato ieri dal ministro degli Esteri Mevlüt Çavusoglu in Turchia operano assieme alle squadre di emergenza locali i team di soccorso inviati da 53 diversi Paesi in seguito al terribile sisma abbattutosi nel sud della Turchia. Ankara ha specificato che in tutto sono 6.153 i soccorritori stranieri e altri 2.449 sono in arrivo da altri 20 Paesi. Sono infatti in tutto 95 le nazioni che hanno offerto sostegno alla Turchia in questi giorni difficili.

La Banca Mondiale ha annunciato 1,78 miliardi di dollari in aiuti alla Turchia, per sostenere gli sforzi di soccorso e di ripresa dopo che un forte terremoto ha colpito il Paese e la vicina Siria, causando piu’ di 20.000 vittime. “Stiamo fornendo assistenza immediata e preparando una rapida valutazione degli urgenti e massicci bisogni sul campo”, ha dichiarato con un comunicato il Presidente della Banca Mondiale David Malpass.

Stamane un convoglio umanitario delle Nazioni Unite formato da sei veicoli e’ giunto nelle aree terremotate del nord della Siria, attraverso i valichi frontalieri della Turchia. Ieri sera il ministro degli Esteri turco, aveva dichiarato che Ankara stava lavorando all’apertura di due diversi passaggi di frontiera per permettere ad aiuti umanitari di raggiungere le aree colpite, in particolare quelle in mano ai gruppi di opposizione al regime di Damasco. Queste ultime, tra cui la roccaforte ribelle di Idlib, nel nord ovest della Siria, ospitano 4 milioni di persone la cui sopravvivenza e’ legata a doppio filo al valico di Bab al Hawa.

Le altre opzioni riguardano invio di materiale umanitario attraverso aree sotto il controllo del regime del presidente Bashar el Assad, una possibilita’ su cui le Nazioni Unite stanno al momento lavorando, come confermato dal portavoce Stephane Dujarric. Il convoglio e’ il primo a raggiungere quest’area in mano all’opposizione da quando il sisma ha fatto tremare la regione. Al momento per quanto riguarda il bilancio della Siria, si parla di 3.162 morti e piu’ di 5 mila feriti. Bilancio che pero’ non riguarda le aree in mano all’opposizione.

Con negli occhi le immagini strazianti di bambini estratti dalle macerie in Turchia e Siria dopo le devastanti scosse di terremoto dei giorni scorsi, Save the Children ha dichiarato che si sta rapidamente chiudendo la finestra temporale per portare rifugi, forniture mediche, acqua e cibo nelle aree più colpite per salvare vite umane. Il bilancio delle vittime dei due terremoti di lunedì continua drammaticamente a salire in entrambi i Paesi, con migliaia di feriti. Le prime 72 ore successive a un disastro naturale sono fondamentali e il tempo per salvare i sopravvissuti, in particolare i bambini che sono i più vulnerabili alle gelide temperature, sta per scadere.

Si stima che i terremoti abbiano colpito circa 23 milioni di persone, molte delle quali sono proprio bambini. I sopravvissuti in Turchia e in Siria hanno urgente bisogno di aiuti umanitari come cibo, ripari, coperte e acqua pulita. Anche la necessità di servizi igienico-sanitari nei rifugi temporanei è sempre più prioritaria, poiché senza acqua corrente e latrine si diffonderanno rapidamente malattie particolarmente letali per i bambini, sottolinea l’Organizzazione internazionale che lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro. I bambini corrono anche il rischio di essere separati dalle loro famiglie, il che li espone al pericolo di sfruttamento e abusi. Tenere unite le famiglie, in crisi di questa portata, è fondamentale per la sicurezza, la protezione e il benessere di bambine e bambini.

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