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8 Dicembre 2024 22:11

Sotto sequestro 2.500 canali illegali: colpita la “Cupola del pezzotto”

Operazione contro la pirateria audiovisiva della Polizia Postale, coordinata dalla procura di Catania. Un affare-truffa da 3 miliardi l'anno. Perquisizioni in Italia e all'estero

I server della grande truffa dello streaming illegale erano allocati in Cina, Olanda e Romania. L’organizzazione verticistica ha ramificazioni estesissime con al vertice una vera e propria “Cupola del pezzotto” – che ha messo in piedi il vasto sistema di pirateria audiovisiva. Oltre 270 gli agenti della Polizia postale, con la collaborazione delle forze di polizia straniere, che, nell’ambito dell’operazione “Taken Down”, coordinata dalla procura di Catania, hanno effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane, 14 perquisizioni nel Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia e Cina, nei confronti di 102 persone. Sequestrati 2.500 canali illegali. È il più vasto blitz contro la pirateria audiovisiva condotto in Europa. 

Nello stesso contesto, la polizia croata ha eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti indagati. Con l’operazione, coordinata dal procuratore di Catania Francesco Curcio e dall’aggiunto Sebastiano Ardita, è stata azzerata la più vasta organizzazione criminale transnazionale dedita alla pirateria audiovisiva che si avvaleva di una complessa infrastruttura informatica, per oltre 22 milioni di utenti finali, utenti illegali che adesso rischiano una sanzione amministrativa.

La conferenza stampa della Procura e della Polizia di Stato tenutasi a Catania 

Un danno di oltre dieci miliardi di euro per le aziende che gestiscono le Pay Tv. “Da Catania – dice il procuratore Curcioè partita un’indagine che ha permesso di ricostruire un’organizzazione piramidale che gestiva tre miliardi di euro l’anno di business. Non so se sia simile, forse quello di cocaina è maggiore, però certamente le percentuali di guadagno che si ottengono da quelle attività illegali con rischio minore sono pari a quelle del traffico di cocaina. Investo uno, investo due e ricavo 10, 20 a seconda dei casi”.

Queste le città italiane coinvolte: Agrigento, Alessandria, Avellino, Bari, Bologna, Brescia, Brindisi, Caserta, Catania, Chieti, Cosenza, Ferrara, Firenze, Foggia, Frosinone, Genova, Latina, Lecce, Livorno, Lucca, Macerata, Mantova, Massa Carrara, Matera, Messina, Milano, Monza-Brianza, Napoli, Palermo, Perugia, Pisa, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Salerno, Siena, Siracusa, Sud-Sardegna, Taranto, Torino, Treviso, . Indagati all’estero, infine, in Germania, Olanda, Regno Unito, Svezia, Svizzera, e server allocati in Cina, Olanda e Romania.

Il giro d’affari è stato stimato in 250 milioni di euro al mese, circa 3 miliardi l’anno, con 22 milioni di utenti finali; e ammonterebbe a 10 miliardi di euro il danno economico causato alle piattaforme legali. Nel medesimo contesto investigativo si sono sviluppati numerosi tavoli di lavoro internazionale che hanno, ad esempio, consentito alla polizia croata di eseguire 11 ordinanze di custodia cautelare. Il monitoraggio operato dalla Polizia Postale con straordinaria professionalità ha consentito, inoltre, di rilevare la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita di flussi, pannelli ed abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi, fruibili anche attraverso numerosi siti illegali di “live streaming”.

Con un sofisticato sistema informatico quello delle Iptv illegali venivano illegalmente captati e rivenduti i palinsesti live e i contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive nazionali ed internazionali, quali Amazon Prime, Dazn, Disney+ Mediaset, Netflix, Paramount, Sky . Sono stati sequestrati oltre 2.500 canali illegali e server che gestivano la maggior parte dei segnali illeciti in Europa, con i quali hanno realizzato un giro illegale di affari di oltre 250 milioni di euro mensili. L’operazione, pianificata dalle autorita’ giudiziarie nell’ambito degli organismi internazionali di Eurojust ed Europol, ha visto il coordinamento operativo del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, e il supporto della rete operativa @ON (operation network), finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione investigativa antimafia.

“Un’elevata professionalità è stata raggiunta dalla polizia postale nell’ultimo decennio in risposta anche ad uno sviluppo e ad un estensione del web e quindi conseguentemente dei reati che sul web e attraverso di esso vengono commessi”, ha dichiarato Ivano Gabrielli direttore centrale della Polizia Postale . “Questo – ha proseguito – dà la misura in qualche maniera della prontezza della polizia ad adeguarsi al cambiamento e all’evoluzione dei tempi e dimostra l’elevata professionalità dell’ufficio di Catania, che ha dimostrato ancora una volta la capacità di ottenere dei risultati assolutamente brillanti e unici”.

Alla base di tutta l’operazione le indagini dirette dalla procura di Catania e condotte dal locale Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia postale con il diretto coordinamento del Servizio centrale di Roma. Attività che si sono svolte per oltre due anni e hanno fatto luce su una associazione a delinquere a carattere transnazionale, con strutture operative ben delineate, una rete informatica distribuita su più Paesi e una organizzazione capillare finalizzata alla rivendita dei segnali attraverso molteplici punti. Il gruppo era strutturato sulla base di un legame associativo tra più persone residenti o domiciliati in Italia e all’Estero, strutturato secondo un modello verticistico, con ruoli distinti e ben precisi che hanno consentito la commissione di reati concernenti lo streaming illegale di contenuti audiovisivi mediante Iptv, accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica e riciclaggio.

Individuate le sedi estere, in Romania e ad Hong Kong dove sono stati rintracciati 9 server attraverso i quali veniva diffuso in tutta Europa il segnale audiovisivo piratato, che il personale della Polizia Postale, con la collaborazione delle omologhe forze di polizia estere, ha provveduto a spegnere. Sono stati, inoltre rintracciati in Inghilterra e in Olanda 3 amministratori di livello superiore della struttura informatica investigata e 80 pannelli di controllo dei flussi streaming per i vari canali (Iptv) nella disponibilità degli indagati sull’intero territorio nazionale.

Nel corso delle perquisizioni sono state sottoposte a sequestro, in quanto ritenute profitto dei reati, criptovalute per oltre 1.650.000 di euro e ano gli inquirenti, rappresentano solo una minima parte di un giro d’affari illegali che ogni anno frutta circa 3 miliardi di euro e provoca oltre 10 miliardi di euro di danni economici alle aziende che gestiscono Pay Tv.

Per eludere le indagini gli indagati avrebbero fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identita’ fittizie e documenti falsi, utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito, di abbonamenti televisivi e noleggio di server. Il monitoraggio operato dalla Polizia Postale ha consentito, inoltre, di rilevare la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita di flussi, pannelli ed abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi, fruibili anche attraverso numerosi siti illegali di live streaming.

Le aziende danneggiate ringraziano

Voglio ringraziare la procura e la polizia postale di Catania, Europol e l’Audiovisual anti-piracy alliance per questa straordinaria operazione alla quale siamo orgogliosi di aver collaborato”, così commenta Andrea Duilio, Ad di Sky italia.Azioni come questa, insieme al contributo sistematico che dà piracy shield oscurando in tempo reale i siti pirata, rendono più efficace la lotta a un fenomeno che danneggia l’industria audiovisiva distruggendo migliaia di posti di lavoro”.

Anche Dazn Interviene per ringraziare la polizia postale e la procura di Catania: “Azioni come questa sono fondamentali per la sostenibilità dell’intera industria sportiva. Gli oltre 22 milioni di utenti oscurati in Europa che hanno comprato pirateria ci danno in parte l’idea di quanto questo fenomeno sia esteso e dilagante in Italia ma non solo. Oltre ai rischi in cui si incorre, come il furto della propria identità e informazioni bancarie quanto annunciato oggi dalla procura di Catania e dalla polizia delle comunicazioni in conferenza stampa conferma che chi vende e compra pirateria lascia tracce in rete indelebili che il supporto che ci è stato richiesto e che abbiamo dato, abbia contributo al buon esito della collaborazione“. conclude la nota .

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