L’ Agcm (Antitrust ) ritiene che ” l’operazione non ostacoli in maniera significativa la concorrenza effettiva nei mercati individuati e non ritiene quindi necessario avviare la seconda fase dell’istruttoria per vietare l’operazione“. E’ questo uno dei passaggi-cardine del parere emesso dall’ Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) presieduta da Giacomo Lasorella lo scorso 23 luglio, inoltrato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato presieduta da Roberto Rustichelli, in relazione allo Schema di Provvedimento sull’operazione di concentrazione Poste /Tim.

L’operazione riguarda l’acquisto, da parte di Poste, del 15% di Tim, quota rilevata dai francesi di Vivendi che porta il gruppo postale guidato da Matteo Del Fante e Giuseppe Lasco a detenere 24,81% della prima società di telecomunicazioni operante in Italia. “Tale circostanza – si legge nel parere inviato da Agcom all’Antitrust , secondo Agcm, “garantisce il controllo esclusiva della società, dal momento che Poste avrebbe già dichiarato l’intenzione di nominare suoi rappresentanti nel cda, al fine di esercitare una influenza determinante nelle scelte della stessa“.

Partendo dalla base di questo presupposto “l’Agcm individua una serie di mercati su cui la concentrazione potrebbe avere effetto: servizi di telefonia fissa al dettaglio per clienti residenziali e piccole imprese; servizi di telefonia mobile al dettaglio; servizi di accesso all’ingrosso sulla rete mobile; distribuzione delle ricariche telefoniche“.Il parere emesso dalla Direzione reti e servizi di comunicazioni elettroniche rispecchia le conclusioni dell’Agcm, per i seguenti motivi.

Nella telefonia fissa, l’operazione porterà solo a un aumento marginale della quota di mercato di Tim (all’incirca 1,7%); analogo discorso per quanto riguarda la telefonia mobile, con Tim che dovrebbe passare al 27%; per l’accesso all’ingrosso alla rete mobile, Poste non fornisce tale servizio in proprio (in quanto MVNO, cioè operatore virtuale, in quanto sprovvista di rete propria) ed attualmente utilizza le linee della rete Vodafone; in relazione alla distribuzione delle ricariche telefoniche, alcuni operatori hanno dimostrato il timore che Poste possa sfruttare i suoi uffici postali per vendere le schede e ricariche Tim.
Allorquando Poste nominerà nuovi membri del cda di Tim , “deve essere dato mandato alla Direzione servizi di media di aprire una istruttoria per verificare se la nuova governance avrà effettivamente portato a un controllo di Tim e quindi di Tim Vision“