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19 Marzo 2024 11:46
19 Marzo 2024 11:46

Pnrr, Fazzolari: “Piano elaborato frettolosamente dal governo Conte II”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: "Da Bruxelles nessuna obiezione su obiettivi presentati da questo governo"

“Sul Pnrr purtroppo l’attuale governo si è trovato a dover risistemare molte cose che non vanno perché il piano è stato fatto in modo troppo frettoloso dal governo Conte II . Lo ha detto il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Giovanbattista Fazzolari ospite del ‘Caffe della domenica‘ condotto dalla giornalista Maria Latella su Radio 24. “Che ci siano delle criticità noi lo abbiamo sempre evidenziato, noi di FdI ci siamo astenuti dal votarlo in Parlamento e lo rivendichiamo anche perché il Pnrr è stato portato in Aula con meno di 24 ore di anticipo rispetto a quando il Parlamento lo ha dovuto votare”, ha spiegato Fazzolari.

Per quanto riguarda il confronto con Bruxelles,la Commissione ha chiesto maggiori dettagli su alcuni degli obiettivi dichiarati come raggiunti dal precedente governo. Lo faremo, lo specificheremo meglio” ha aggiunto, ribadendo che “l’obiezione non riguarda obiettivi presentati da questo governo”. “Siamo arrivati in una situazione di grande difficoltà a rispettare determinate scadenze del precedente programma”, ha detto Fazzolari, spiegando che “Fitto sta facendo uno straordinario lavoro“.

Non so se Giorgia Meloni e Mario Draghi si sentano spesso ma sicuramente c’è un rapporto di grande stima tra loro nata già all’epoca del governo Draghi quando Fdi era all’opposizione“, ha sottolineato il sottosegretario. “Giorgia Meloni è una persona che da sempre ha dimostrato di agire sempre e soltanto negli interessi della nazione, dunque non ha nessun imbarazzo anzi, ha molto piacere a confrontarsi con persone che reputa valide, a prescindere dal percorso politico di provenienza“, ha spiegato Fazzolari che poi ha aggiunto: “Personalmente devo dire di essere stato molto felice di avere avuto Mario Draghi premier in una fase storica delicata come quella del conflitto in Ucraina, se non avessimo avuto un premier come lui non avremmo avuto la schiena così dritta. Draghi è stato un valore aggiunto“.

Quanto al rapporto tra la premier Meloni ed il capo dello Stato Mattarella, “il fatto che il presidente della Repubblica e quello del Consiglio si confrontino spesso sui grandi temi fa parte della sana dialettica tra istituzioni dello Stato“, ha chiarito Fazzolari. “Non c’è stato nessun richiamo da parte del presidente Mattarella a Giorgia Meloni, sono ricostruzioni che non stanno né in cielo né in terra”.

“Una lunga conversazione svoltasi in un clima di cordialità e collaborazione”. Fonti del Quirinale definiscono infatti così l’incontro a pranzo intercorso tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello del Consiglio, Giorgia Meloni. Un colloquio programmato, in agenda, anche alla luce del Consiglio Europeo della settimana scorsa, e non fissato all’ultimo minuto, benché la stampa non ne fosse a conoscenza, aggiungono a palazzo Chigi, confermando che si è trattato di un confronto “molto positivo”. Più lungo del previsto, tuttavia, tanto da far saltare la presenza del premier a Udine -per la chiusura della campagna elettorale di Massimiliano Fedriga a governatore-: Meloni si è collegata online, raggiungendo virtualmente sul palco i due vicepremier, Matteo Salvini ed Antonio Tajani.

Il presidente di Confindustria dà ragione a Giorgia Meloni sul Pnrr. Gli errori che sono nel Piano non sono certo frutto di questo governo ma di quelli che lo hanno preceduto. E in particolare quello di Giuseppe Conte. “Nel Pnrr è stata fatta una serie di interventi a pioggia e non sono state concentrate le risorse sui progetti che davvero servivano al Paese, un Paese che tra l’altro non ha un track record positivo nella realizzazione delle opere pubbliche – ha spiegato intervenendo a Skytg24 Live da Napoli – Questo è un Paese che ha poca memoria, se torniamo indietro nel tempo e pensiamo al Governo Conte, quando si discuteva della realizzazione del Pnrr, Confindustria era stata molto critica perché non vedeva in quel piano la realizzazione dello spirito stesso del piano, uno strumento per spingere l’economia usciti dalla crisi pandemica“.

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