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31 Luglio 2025 04:30

Il procuratore Lo Voi ai pm: basta fare i velinari . Un buon esempio per il procuratore Capristo a Taranto…

Lite tra i magistrati di Palermo per una nota riservata finita sui giornali. Ma anche a Taranto occorre un pò più di riservatezza sulle indagini della Procura....
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nella foto il procuratore di Palermo  Lo Voi

Un procuratore capo che alza la voce con i suoi aggiunti: in fondo non ci sarebbe nulla di strano. Se non fosse che la comunicazione arriva sugli organi di stampa. E che non è certo il primo caso di fibrillazioni interne alla magistratura finite sui giornali. La questione riguarda la Procura di Palermo e in particolare il suo capo, Franco Lo Voi. Il quale lunedì scorso diffonde una circolare destinata ai propri “vice”. Chiede di “astenersi dal rilasciare qualunque intervista o dichiarazione, con qualunque mezzo, agli organi di informazione o a singoli giornalisti, sia nazionali che esteri, su quanto possa comunque rientrare nell’attività giudiziaria dell’ufficio“.

Schermata 2016-07-03 alle 10.05.55Una buona idea per il nuovo procuratore capo di Taranto, Carlo Maria Capristo. A Taranto infatti, appena 48h fa  un magistrato si nasconde dietro l’anonimato   con La Repubblica nell’edizione pugliese  parlando di sanità pubblica. Avete capito bene: di sanità. Come se un medico si permettesse di parlare dell’operato della magistratura e di quello che accade nei Tribunali ! Ecco come parla a Taranto qualche magistrato un pò troppo “politicizzato”:  dichiarando nell’anonimato “Non è possibile – ragiona un magistrato, in Tribunale, che preferisce restare anonimo per una questione di “rispetto di ruoli” – che si affronti la questione Taranto come una qualsiasi a livello sanitario: dicono le perizie che avremo guai per i prossimi 30 anni, la risposta che la città attende è la costruzione di nuovi ospedali, l’investimento sulla salute è l’unico risarcimento possibile per una città come questa. Non possono parlare di statistiche. Anche i numeri meritano rispetto

Peccato però che una perizia del Politecnico di Torino esclude che i picchi di diossina siano riconducibili al siderurgico tarantino. Ma questo il magistrato “anonimo” non lo dice. Chissà, forse per il “rispetto dei ruoli”…. ?

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