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19 Aprile 2024 19:02
19 Aprile 2024 19:02

Berlusconi senza freni cerca il palcoscenico. Meloni furiosa sospende le trattative ed anche la nomina Tajani torna in discussione

La presenza di Berlusconi nell'alleanza di centrodestra si sta rivelando un incubo, su più fronti. I conflitti di interessi, sulla giustizia (visti i processi in cui il Cavaliere è imputato) e sulle tv di famiglia, costituiscono già una mina vagante pronta ad esplodere.

Tutto è di nuovo in discussione e potrebbe tornare in gioco, nomine, ministeri, quote tra partiti dopo le esternazioni da “prima donna” mancata (o stagionata) di Silvio Berlusconi. Lo si intuisce dalla faccia di Antonio Tajani, intercettato mentre attraversa lento e preoccupato il Transatlantico della Camera dei Deputati semideserto. Il coordinatore di Forza Italia intuisce che adesso, dopo le esternazioni irresponsabili di Berlusconi, gli audio rubati e le dichiarazioni pubbliche dell’ex premier, adesso anche il suo destino politico è in ballo.

Da quasi certo ministro degli Esteri e vicepremier, adesso di certo non c’è più nulla.”Io sono un chierichetto, so che se uno entra papa, poi esce cardinale”. dice Tajani provando a scherzarci su, riferendosi ai due ruoli di vertice che sembravano conquistati, ma che adesso potrebbero svanire se i veleni di Berlusconi con Giorgia Meloni dovessero continuare di nuovo. Antonio Tajani ci scherza su, ma è ben consapevole che a questo punto la vicenda si fa serissima.

Se c’è un punto che non va toccato, è quello dell’alleanza atlantica. E se c’è un argomento da non sfiorare minimamente, è la Russia, Vladimir Putin, i suoi legami italiani, le simpatie reciproche che fanno inorridire i partner occidentali. Le bottiglie di Vodka rivendicate con orgoglio da Berlusconi non sono un semplice aneddoto goliardico, ma un brindisi che può affogare le aspettative dei forzisti.

“Il ministero della Giustizia alla ex presidente del Senato Elisabetta Casellati. L’accordo è stato trovato assolutamente”. Silvio Berlusconi, lasciando la Camera, si è espresso così ‘assegnando’ senza alcun titolo ed accordo la poltrona di ministro della Giustizia all’ex presidente del Senato. Giorgia Meloni ha dunque detto sì sul nome di Casellati ?Sì, sì”, ha replicato sicuro il Cavaliere aggiungendo: “Nordio lo incontro per conoscerlo e vedere qual è l’apporto che può dare alla riforma della giustizia“. Solo che la Meloni non ha mai detto di si sulla Casellati alla Giustizia, e Nordio non ha mai nè incontrato, nè ricevuto alcuna indicazione o invito ad incontrare Berlusconi.

Puntualmente emergono prima lo sgomento, quindi la rabbia della premier in pectore vincitrice indiscussa delle elezioni politiche. “Berlusconi potrebbe aver ammazzato Tajani”, dicono gli uomini più vicini alla leader di Fratelli d’Italia. Il punto è questo: come può il numero due del padre-padrone di Forza Italia assumere il ruolo di ministro degli Esteri, o, se dovessero cambiare i piani, di ministro della Difesa, dopo che il suo leader ha rivelato gli amabili contatti riallacciati con Putin, il nemico numero uno per America, Regno Unito ed Europa, e che tale resterà sino a quando non ritirerà le truppe dall’Ucraina?

L’indicazione di Giorgia Meloni affidata ai suoi in una riunione ristretta, è quella di non replicare. Silenzio assoluto, evitare di dare altre sponde alle intemperanze di Berlusconi. Ma il problema resta ed è pesante. Il leader azzurro è uno dei tre soci della maggioranza e la futura presidente del Consiglio dovrà portarlo con sé alle consultazioni al Colle assieme a Matteo Salvini, per dare un’immagine di una compattezza della coalizione che in realtà si sta sgretolando per le gelosie di Berlusconi con la Lega e l’invidia con Fratelli d’ Italia. Per questo motivo qualcuno dei dirigenti avrebbe suggerito alla Meloni di valutare l’ipotesi di salire divisi al Quirinale, preoccupati che l’imprevedibilità ormai ingestibile di Berlusconi, a cui inizia a mancare saggezza ed equilibrio politico, davanti alle telecamere potrebbe riservare altre brutte sorprese.

Giorgia Meloni non vorrebbe salire al Colle divisa dagli alleati, ma in realtà è giustamente furiosa. Anche per quel riferimento dell’ex premier al compagno, Andrea Giambruno, padre di sua figlia, “dipendente Mediaset”, azienda che fa capo alla famiglia Berlusconi. La Meloni ritiene tutto questo molto volgare. E secondo noi e non solo, ha più che ragione. Non vuole credere a un ricatto sotterraneo, ma più di uno dentro FdI ha già ricordato il trattamento che l’ex alleato di An Gianfranco Fini subì sulla casa di Montecarlo, attraverso le testate giornalistiche della famiglia di Arcore, ed i Servizi utilizzati a proprio uso e consumo.

Silvio Berlusconi all’uscita del Tribunale di Bari dove è imputato

La presenza di Berlusconi nell’alleanza di centrodestra si sta rivelando un incubo, su più fronti. I conflitti di interessi, sulla giustizia (visti i processi in cui il Cavaliere è imputato) e sulle tv di famiglia, costituiscono già una mina vagante pronta ad esplodere. La questione dei suoi rapporti con Mosca è puro “tritolo”, tanto più che l’altro partner di governo è Matteo Salvini, il leader a cui si deve la scelta di nominare presidente della Camera Lorenzo Fontana, che alla prima intervista ha messo in dubbio le sanzioni contro Putin .

Chi ha parlato in privato con la Meloni la descrive pronta a tutto. Persino a minacciare di tornare al voto, sicuramente pronta a rimescolare la lista dei ministeri. C’è chi suggerisce di sostituire Tajani agli Esteri con Guido Crosetto, per rassicurare l’ alleanza atlantica. Ma è una reazione a caldo, frutto dell’indignazione generale verso Berlusconi. È probabile che in squadra entrerà Luca Ciriani, capogruppo in Senato di FdI, mentre sulla Giustizia Meloni è decisa e rigida a difendere la scelta dell’ex magistrato Carlo Nordio.

La smentita circolata ufficiosamente di aver siglato un accordo con Berlusconi per cedere il dicastero di Via Arenula alla ex presidente del Senato Elisabetta Casellati, potrebbe non bastare. Il presidente azzurro lo ha ribadito ieri ai suoi parlamentari: “La Giustizia tocca a noi”. E non si discute.

La pretesa di Berlusconi data in pasto ai cronisti, come accordo raggiunto con la Meloni (contrariamente al vero) che nelle prossime ore potrebbe fare da ostacolo alla voglia di Meloni di chiudere il più in fretta possibile le trattative e giurare davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella già durante questo week-end. Serve però almeno una giornata di chiarezza, senza scossoni. Bisogna frenare le esternazioni di Berlusconi, evitare che i suoi show da avanspettacolo, compromettano ancora una volta la nascita dell’esecutivo di destra.

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