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27 Luglio 2025 07:42

Albergo confiscato alla mafia A Palermo, affidato al nipote del boss Giovanni Brusca

L'albergo è l'Hotel Garibaldi, situato nella prestigiosa piazza Politeama, assegnato nel 2021 dal tribunale di Palermo alla Cribea srl, società di Giorgio Cristiano nipote del boss tornato in libertà a giugno

Un albergo, in pieno centro a Palermo, confiscato alla mafia e dato in gestione al nipote di Giovanni Brusca. E’ quanto venuto alla luce grazie ad un’inchiesta giornalistica realizzata da ‘Confidential‘, il format di approfondimento di Fanpage.it. L’albergo in questione è l’Hotel Garibaldi, situato nella prestigiosa piazza Politeama, sequestrato alla mafia ed assegnato dal Tribunale di Palermo nel 2021 alla Cribea srl, società di Giorgio Cristiano, nipote del mafioso Giovanni Brusca. Si legge nell’ inchiesta che “La Cribea srl riesce ad avere i titoli per gestire l’hotel Garibaldi perché nel 2020 inizia a gestire la ‘Ruggiero Settimo Room‘ un bed&breakfast nel cuore di Palermo. A 29 anni, partendo con un capitale sociale iniziale di 10mila euro, Giorgio Cristiano riesce ad ottenere in gestione il Garibaldi” !

Il quotidiano online ha chiesto conferma all’Agenzia nazionale per i beni confiscati che, con una pec e una breve dichiarazione telefonica, sottolinea che “l’assegnazione è stata fatta dal tribunale di Palermo che ha vagliato il nome di Giorgio Cristiano e non ha ravvisato nessuna criticità” e che “la Cribea srl non è destinataria di misure di prevenzione”.

Al patrimonio di Giovanni Brusca, il boss mafioso che ha ordinato l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo e che a giugno è tornato in libertà, sarebbero ascrivibili, anche altri due alberghi di Palermo: l’hotel Borgo Vecchio e l’Astoria Palace Hotel. Il primo, come l’Hotel Garibaldi, è gestito dalla Cribea srl, l’Astoria Palace dalla Shc srl, società di Salvatore Cristiano, cognato di Giovanni Brusca. Anche l’hotel Borgo Vecchio e l’Astoria Palace erano stati sequestrati alla mafia nel 2015ma sono stati restituiti ai legittimi proprietari nel 2016 poiché non sarebbero stati dimostrati i rapporti tra il gruppo Ponte e il costruttore Sbeglia“.

Il senatore Walter Verini, capogruppo Pd in Antimafia è intervenuto sulla vicenda: “La notizia dell’assegnazione a Palermo di un bene confiscato alla mafia un albergo – al nipote del criminale mafioso pentito Giovanni Brusca merita immediati chiarimenti. L’inchiesta del giornale fa sapere che si tratta (fonte Agenzia dei Beni confiscati) di una decisione del Tribunale di Palermo che non avrebbe ravvisato ‘nessuna criticità’ nella società del nipote di Brusca, che ‘non è destinataria di misure di prevenzione’. Prendiamo atto, ma ciò non toglie che su questa vicenda siano necessari immediati approfondimenti che chiederemo in Commissione Antimafia”.

L’ hotel Garibaldi, confiscato alla mafia ed affidato al nipote di Giovanni Brusca

“L’affidamento di un bene confiscato alla mafia al nipote di uno dei più feroci assassini della storia di Cosa Nostra è un fatto gravissimo, che offende la memoria delle vittime di mafia e mette in discussione la credibilità dell’intero sistema di gestione dei beni confiscati. Vogliamo andare fino in fondo su questa vicenda” ha dichiarato la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità e lotta alle mafie del Partito Democratico che aggiunge “È qualcosa che va oltre il paradosso . Se la giustizia non è anche percepita come giusta allora a perdere è lo Stato”.

Anche la reazione del segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, anche segretario della Commissione nazionale Antimafia è dura nei confronti dell’ Agenzia nazionale per i beni confiscati : “È urgente effettuare opportuni approfondimenti sulla notizia diffusa da Fanpage.it che ci lascia sgomenti e senza parole soprattutto perché corredata da diverse fonti ufficiali che l’hanno confermata”, ha dichiarato. “In Sicilia – prosegue – questo tipo di segnali sono destabilizzanti e rischiano di vanificare decenni di successi nel contrasto a Cosa nostra, per i quali in tanti hanno anche sacrificato la propria vita“.

il mafioso Giovanni Brusca

Sebbene l’assegnazione del bene in carico all’Agenzia nazionale per i beni confiscati – aggiunge Barbagallosia stata disposta dal Tribunale di Palermo ritengo che sia necessario approfondire ulteriormente la questione che riguarda seppur indirettamente anche un soggetto, Giovanni Brusca, che ha fatto parte dei massimi livelli di cosa nostra, autore di efferati omicidi e stragi, che solo dopo l’arresto ha scelto di collaborare e ha finito di scontare la pena. Ma sul punto non ci possono essere ombre di alcun genere. Mi attiverò – conclude – affinché la commissione antimafia intervenga tempestivamente”.

Silenzio dal Governo e dal dicastero guidato da Carlo Nordio. Ma le sorelle Giorgia ed Arianna Meloni non erano state spinte dalle morti di Falcone e Borsellino ad entrare in politica ? Qualcuno ha dimenticato la vicenda di Silvana Saguto, la giudice del Tribunale di Palermo che gestiva i beni sequestrati alla mafia finita al centro di un’indagine partita nel 2015 dalla procura di Caltanissetta. Nella condanna i magistrati hanno accertato scambi di favori e di soldi tra la Saguto, avvocati e amministratori giudiziari.


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