Catturato all’alba di questa mattina dai carabinieri del Gis (Gruppo Intervento speciale) il latitante Leonardo Gesualdo 39 anni, ritenuto esponente di spicco della ‘Società foggiana‘, la mafia del capoluogo dauno, ricercato dal 2020 e già condannato in primo grado a 12 anni per associazione mafiosa. I carabinieri hanno fatto irruzione all’interno di un edificio della periferia di Foggia, sorprendendolo all’interno.
Leonardo Gesualdo (noto con il soprannome di “il vavoso”) è condiderato affiliato alla batteria Moretti-Pellegrino-Lanza, della quale sarebbe un elemento di spicco. Specializzato in estorsioni e traffico di droga, Gesualdo, inoltre, sarebbe accusato anche dell’omicidio di Claudio Soccio, ucciso sotto l’abitazione della madre, in via Lucera alla periferia di Foggia il 14 aprile del 2011, ed era inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno.
Era latitante e ricercato dal 16 novembre 2020, allorquando sfuggì all’operazione della Dda di Bari dal nome ‘Decima Bis’, procedimento nel quale è stato condannato per associazione mafiosa a 12 anni di carcere in primo grado L’indagine Decima bis, è il seguito dell’operazione Decima Azione, avrebbe consentito – secondo la Procura DDA di Bari – a risalire alle strutture organizzative e funzionali delle attività criminali delle tre batterie della Società foggiana, contrapposte tra di loro, sia pure a fasi alterne, da tempo per il conseguimento della leadership interna ed il controllo degli affari illeciti in città. Le indagini avrebbero accertato anche la presenza di una “cassa comune” che contemplava anche il pagamento degli stipendi agli affiliati in base ai loro ruoli e delle spese legali per i detenuti.
Il blitz condotto dai reparti speciali dell’Arma è giunto a conclusione delle indagini sviluppate in questi mesi dai carabinieri del Comando Provinciale di Foggia che, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, nei giorni scorsi sono riusciti finalmente a localizzare il rifugio nel quale si nascondeva il latitante in fuga ormai da 5 anni.
Il ricercato, sorpreso nel sonno dalle esplosioni che hanno accompagnato l’ingresso delle ‘teste di cuoio’ all’interno del covo, si è arreso senza opporre alcuna resistenza, nonostante in suo possesso sia stata rinvenuta una pistola con matricola abrasa, con caricatore inserito contenente sei colpi. Gesualdo era inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi
Complimenti per il blitz dei carabinieri è arrivata dalla presidente della commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo che in un post su X sottolinea che “la cattura di Leonardo Gesualdo è la dimostrazione che nessun latitante sarà mai al sicuro. Un ringraziamento particolare va agli inquirenti della DDA di Bari e al GIS dell’Arma dei Carabinieri, che hanno permesso di raggiungere questo brillante risultato assicurando alla giustizia uno dei latitanti più pericolosi in circolazione. Lo Stato ha dimostrato ancora una volta tutta la sua forza”.