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29 Marzo 2024 09:13
29 Marzo 2024 09:13

I primi arrivati sulla scena dell’attentato a Paolo Borsellino

Leggendo le 1856 pagine della sentenza del cosiddetto Borsellino quater (presidente della Corte Antonio Balsano, giudice a latere Janos Barlotti, pubblici ministeri dell'inchiesta i procuratori Amedeo Bertone, Gabriele Paci e Stefano Luciani) ci sono tracce che orientano verso altri misteri e ci sono piste che dirigono al cuore dello Stato. Indagini molto complesse. Indagini sulle precedenti indagini. Con un pezzo di Stato alla ricerca della verità e un pezzo di Stato che la verità ha cercato di coprirla. E in mezzo il dolore e le grida dei familiari. Come quelle di Fiammetta Borsellino: "Il silenzio degli uomini delle istituzioni è peggio dell'omertà dei mafiosi".

di Attilio Bolzoni

Quello che una sentenza di Corte di Assise definisce uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”non è ancora un caso chiuso e destinato agli archivi. A ventisette anni dall’esplosivo che ha fatto saltare in aria il procuratore Paolo Borsellino ed i cinque poliziotti che erano intorno a lui (i loro nomi: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina) c’è qualcosa di sempre più oscuro che affiora dal passato e che fa molta paura.

Per esempio: “Soggetti inseriti negli apparati dello Stato” indussero il falso pentito Vincenzo Scarantino a rendere false dichiarazioni sulla strage. E poi: a quelle indagini – (“Richiesta di collaborazione decisamente irrituale”) – parteciparono su invito del procuratore capo di Caltanissetta Giovanni Tinebra agenti dei servizi segreti guidati da quel Bruno Contrada che, qualche mese dopo, sarebbe stato arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa. E ancora: il bersaglio del massacro, Paolo Borsellino, non fu mai ascoltato dalla magistratura che investigava su Capaci durante quei 57 giorni che separarono la sua uccisione da quella del giudice Giovanni Falcone.

Ma leggendo le 1856 pagine della sentenza del cosiddetto Borsellino quater (presidente della Corte Antonio Balsano, giudice a latere Janos Barlotti, pubblici ministeri dell’inchiesta i procuratori Amedeo Bertone, Gabriele Paci e Stefano Luciani) ci sono tracce che orientano verso altri misteri e ci sono piste che dirigono al cuore dello Stato.

In questa serie del Blog abbiamo selezionato (e sintetizzato per ovvie ragioni di spazio)  brani della sentenza e alcune testimonianze – scegliendo le più significative dal processo – per ricostruire l’intero affaire. Si intravedono “suggeritori” e “talpe”, mandanti ed esecutori di un’inchiesta pilotata per trasportare lontano. A giudizio ci sono già tre poliziotti come Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo,  accusati di depistaggio e con il Ministero dell’Interno che ha deciso di non costituirsi parte civile contro di loro.

Sotto indagine per concorso in calunnia aggravato dall’avere favorito Cosa Nostra sono finiti anche gli ex pm di Caltanissetta Annamaria Palma (che è avvocato generale a Palermo) e Carmelo Petralia (che è procuratore aggiunto a Catania), tutti e due nel 1992 in quel pool di magistrati che stava indagando sulla strage di via D’Amelio. Fra le motivazioni della sentenza del Borsellino quater c’è più di un passaggio che punta il dito contro la magistratura del tempo: “Un insieme di fattori avrebbe logicamente consigliato un atteggiamento di particolare cautela e rigore nella valutazione delle dichiarazioni di Scarantino, con una minuziosa ricerca di tutti gli elementi di riscontro, secondo le migliori esperienze maturate nel contrasto alla criminalità organizzata“.

 

Indagini molto complesse. Indagini sulle precedenti indagini. Con un pezzo di Stato alla ricerca della verità e un pezzo di Stato che la verità ha cercato di coprirla. E in mezzo il dolore e le grida dei familiari. Come quelle di Fiammetta Borsellino: “Il silenzio degli uomini delle istituzioni è peggio dell’omertà dei mafiosi“.

Eccovi alcuni stralci delle deposizioni:

TESTE FRANCESCO PAOLO MAGGI:Dottore, io vorrei aggiungere una cosa, che a distanza di tempo non ho detto, però ‘sta cosa ora sta andando per le lunghe, non me la sento più. (…) Preme pure a me la ricerca della verità, perché… Io questo lavoro l’ho fatto veramente con il senso del dovere, ho fatto ventisette anni in questa amministrazione. (…) A me la cosa strana, dottore, più che strana, pure infastidito, perché purtroppo anche all’interno da noi ci sono queste cose, però poi sono ritornato su questo pensiero. Cioè lei sa benissimo che in un’emergenza si allerta il 113 e quindi il 113 dirama la nota di una cosa e quindi… (…) Cioè la cosa strana è che io notai molta gente che si aggirava giacca e cravatta dei Servizi. Ho detto: “Ma questi come hanno fatto a… a sapere già…?” Ma dopo dieci minuti io già ne avevo visto un paio là che gironzolavano.
P.M. Dott. GOZZO – Lei ha ricostruito che si trattasse dei Servizi o…?
TESTE MAGGI F.P. – Sì, perché un paio li conosco, di Roma. Io ho lavorato sette anni a Roma.
P.M. Dott. GOZZO – E a questo punto la invito a fare i nomi di queste persone, se li riconosce.
TESTE MAGGI F.PE non li conosco, conosco di… di faccia, è gente questa che… manco ti dà confidenza.
P.M. Dott. GOZZO – E quando ha notato queste persone? Dal punto di vista del timing, diciamo così.
TESTE MAGGI F.PDopo dieci minuti che era avvenuto tutto il fatto.
P.M. Dott. GOZZO – E quindi quando siete arrivati voi, praticamente.
TESTE MAGGI F.PSì, sì, subito dopo. Io uscii da… da ‘sta nebbia che… e subito vedevo che arrivavano tutti ‘sti… tutti chissi giacca e cravatta, tutti cu’ ‘u stesso abito, una cosa meravigliosa.
P.M. Dott. GOZZO – Ho capito. E questa cosa ebbe modo di riferirla a qualcuno?
TESTE MAGGI F.PNo, me la sono tenuta sempre dentro, dottore.
P.M. Dott. GOZZO– Perché? C’è un motivo? Ce lo dica.
TESTE MAGGI F.PNon lo so, ora sta venendo fuori ‘sta cosa, perché ‘sta cosa mi… mi sta dando fastidio, perché sono stato sentito più volte e mi… mi lede la mia moralità, se permette, dottore, non… E quindi mi sono promesso a me stesso che tutto… Oggi sono qua proprio per questo.
P.M. Dott. GOZZO – Mi scusi se le faccio questa domanda (…) ma evidentemente essendo passati vent’anni io devo indagare anche sul fatto perché lei queste cose le dica oggi. Lei aveva timore a dire questo fatto?
TESTE MAGGI F.P. – No, nessun timore, solo che (…) al tempo non… non pensavo che fosse rilevante questa cosa, trattandosi di poliziotti e carabinieri.
P.M. Dott. GOZZO – E perché oggi pensa che sia rilevante,invece?
TESTE MAGGI F.P. E non lo so, perché ci sono molti punti oscuri. ‘Sta borsa chi l’ha trovata? Ma quante borse c’erano?
P.M. Dott. GOZZO – No, va beh, una ce n’era. Quante ce n’erano?
TESTE MAGGI F.P.Cioè non… veramente, alle volte dico: ma è successo veramente? Cioè veramente, non… Mi sento un po’ frastornato da ‘sta storia.
P.M. Dott. GOZZO – Senta, ecco, io volevo che lei ricordasse se oltre ai Vigili del Fuoco vi erano anche delle ambulanze quando lei è arrivato.
TESTE MAGGI F.P.Una – due sicure. (…) Si sentivano le sirene di ambulanze che arrivavano.
P.M. Dott. GOZZO – Sempre per calcolare quando lei è arrivato (…). Un’altra cosa: quando lei è arrivato, c’erano degli scoppi?
TESTE MAGGI F.P. – Sì, erano le auto parcate sempre là, nella zona, che giustamente i vetri, riscaldando, esplodevano e quindi dovevo fare pure attenzione a districarmi.
P.M. Dott. GOZZO – Senta, un’ultima cosa, scusi se ritorno di nuovo su questi fatti (…) che non sono certo piacevoli da ricordare, però per completezza lo devo fare. Quando lei si è occupato delle vittime dell’attentato, ricorda il giro che ha fatto qual è stato? Se lo ricorda, chiaramente, mi rendo conto che sono passati vent’anni, però può darsi che le sia rimasto impresso.
(…)
TESTE MAGGI F.P.Io la prima persona che ho visto era… è stato il collega Vullo, come ho detto, all’inizio della strada, seduto sul ciglio del marciapiede, con le mani… con il capo tra le mani, che implorava, che… era sconvolto. Poi, addentrandomi, ripeto a dire che non era… cioè non era agevole andare avanti, perché il fumo era denso; anzi, più volte io mi… mi inoltravo e ritornavo, perché mi mancava l’aria, non… non mi potevo addentrare.
P.M. Dott. GOZZO – Sì, oltretutto lei ha detto che…
TESTE MAGGI F.P.E quindi quando i vigili operavano e si diradava, io mi… a più riprese andavo avanti, fino ad inoltrarmi dentro l’androne e dall’altro lato notai il dottor Borsellino. (…) Con vicino… poi ho capito che era Catalano quello vicino (…) al dottor Borsellino.

P.M. Dott. GOZZO – Il caposcorta. Lei ha notato altri oggetti, oltre alla borsa che bruciava, all’interno dell’autovettura? Che aveva un inizio di incendio, diciamo, nell’autovettura?
TESTE MAGGI F.P. Direi una bugia, a me attirò subito l’attenzione la borsa, perché l’ho capito subito che era la borsa del magistrato, era l’unica cosa da… da salvare là, perché non c’era più niente là da… da recuperare, e quindi mi concentrai sulla borsa. C’era un… un M12, un… è una pistola mitragliatrice, un M12.
P.M. Dott. GOZZO – Ah, c’era un’arma dentro. (…) Ma carte e cose di questo genere non le ricorda?
TESTE MAGGI F.P. No, carte sciolte, così, no, niente. Sciolte, dico… cioè buttate lì, non ne ho notato.
P.M. Dott. GOZZO– Senta, lei è sicuro di non aver fatto relazione nell’immediatezza? Dico, non c’è nel suo ricordo di averla fatta, magari non consegnata?
TESTE MAGGI F.P.No, dottore.
P.M. Dott. GOZZO– No, non l’ha fatta. E anche se le chiedo di ricordare qual è l’orario presunto, all’incirca, in cui la borsa arriva alla Squadra Mobile, diciamo, non lo ricorda, cioè non ha un ricordo. Non le sto chiedendo di ricostruire, quello ho cercato di farlo io; cioè se lei ha un ricordo magari sopra, dove…
TESTE MAGGI F.P. – Minuti.
P.M. Dott. GOZZO – …quando lei arriva, ha visto l’orologio e ha visto l’ora, non lo so, dico.
TESTE MAGGI F.P.No. (…) Minuti sono passati, perché mi ricordo benissimo che ho fatto velocemente, ho lasciato la borsa e mi sono recato di nuovo sul posto. Incontrai al collega Di Franco, la borsa l’ho consegnata a lui.
P.M. Dott. GOZZO – Il collega Di Franco chi è?
TESTE MAGGI F.P.Era l’autista quel periodo, perché mi pare che quello del dottor La Barbera era in ferie, era l’autista del dottor La Barbera (…). Entrammo assieme nella stanza del funzionario, del capo della Mobile, e la pose… sulla destra c’era un divano con delle poltrone e l’ha messa sul… sul divano. (…) Gli ho detto: “Mi raccomando di ‘sta borsa, io sto ritornando sul posto”. E lui mi fa: “Va beh, Ciccio, vai“.
P.M. Dott. GOZZO – Senta, vorrei che ritorni un attimo al momento in cui lei vede la borsa. Successivamente cosa fa, la prende lei o la prende il vigile del fuoco la borsa dall’autovettura?
TESTE MAGGI F.P.La prende… la prende il vigile del fuoco, anche se io cerco di entrare, però… di questa cosa, ecco, non ne sono certo, ma presumo che l’ha presa lui, perché lui aveva la pompa e quindi…
P.M. Dott. GOZZO – Io glielo devo chiedere, chiaramente: ma lei il nome di questo vigile del fuoco o lo sa o non lo sa?
TESTE MAGGI F.P.Non mi… non gliel’ho chiesto, poi ho riflettuto e ho detto: “Potevo chiedere il nome al vigile del fuoco“.
P.M. Dott. GOZZO – Ma era un giovane o una persona un po’ più avanti negli anni?
TESTE MAGGI F.P. No, all’epoca poteva avere qualche anno più di me. (…) Nel ’92 ne avevo 36 – 37.
P.M. Dott. GOZZO – Va bene. Che lei ricordi, le venne poi… Lei ha avuto modo di parlare comunque con questo vigile del fuoco?
TESTE MAGGI F.P.No, non… quando sono ritornato… perché avevano tutti i caschi e poi avevano la visiera, erano tutti uguali, non…
P.M. Dott. GOZZO – Tra le persone che lei ha visto sui luoghi, ricorda se vi era l’allora Onorevole Ayala, ex magistrato della Procura di Palermo?
TESTE MAGGI F.P.Dopo, perché poi, dottore, arrivavano persone, poi, autorità da tutte le parti. Quel giorno l’ho… l’ho scorto il Giudice Ayala.
P.M. Dott. GOZZO– Ma quando lei si reca all’autovettura non c’è il Giudice Ayala o c’è?
TESTE MAGGI F.P.Penso di no, perché, ripeto, io sono stato uno dei primi ad arrivare là. E poi in questo andirivieni, che saranno passati cinque – dieci minuti, forse pure un quarto d’ora, non riesco a quantificare i minuti, notavo questa gente giacca e cravatta che… che si avvicinava, che cercava, che… (…) In primo tempo mi volevo avvicinare a queste persone per chiedere: “Ma voi che state facendo? Che state cercando?” Poi ho visto che era gente di Roma, perché li conoscevo di vista, e ho lasciato perdere.
P.M. Dott. GOZZO– Eh, ma mi scusi, ecco, allora a questo punto esploriamo meglio questa cosa. Stavano cercando cosa? Cioè non dico che lei sapesse cosa stavano cercando, dico, ma cosa facevano?
TESTE MAGGI F.P.. – No, tipo che si aggiravano in tutto… in tutta la… come vogliamo dire. (…) In tutta l’area, sì. (…) Ecco, nelle macchine parcheggiate.
P.M. Dott. GOZZO – Anche vicino a questa macchina azzurrina che lei…?
TESTE MAGGI F.P.Certo, qualcuno si avvicinò pure là. Va beh, si avvicinarono quando il fumo già forse era un po’ meno, sennò i vestiti si sporcavano.
P.M. Dott. GOZZO – Quindi forse cercavano qualche traccia, come stava facendo lei.
TESTE MAGGI F.P.E penso di sì, essendo… essendo poliziotti pure loro. (…) Non è che gli posso dire a un collega: “Oh, ma che stai facendo? Che fai qua?” Non glielo posso dire. (…) ho detto: “Ma chissi… ma che ci avevano la radio?” Non lo so io, va’, mi sono posto questa domanda, ho detto: “Ma come mai?” E me la sono posto ora. Ai tempi non lo so perché, forse ero troppo giovane, ora, con il tempo, ‘sta cosa. (…).
P.M. Dott. GOZZO – Senta, a questo punto, visto che lei ha un ricordo abbastanza nitido, mi pare, se può specificare, ecco, adesso quante sono queste persone, se può in qualche modo quantificarle.
TESTE MAGGI F.P.Perché arrivavano man mano, diventarono poi un esercito.
P.M. Dott. GOZZO – Allora, diciamo, nell’immediatezza lei già ha individua…?
TESTE MAGGI F.P.Quattro o cinque potevano essere. (…) E c’era qualcuno pure che non conoscevo, ah? Solo che parlavano tra di loro e ho detto: “Mi’, su’ puru colleghi“, erano vistuti uguali, avevano ddocu ‘a spilletta, perché poi…
P.M. Dott. GOZZO– Avevano anche la spilletta di riconoscimento?
TESTE MAGGI F.P.Penso del Ministero degli Interni o (…) dell’ufficio che facevano parte questi, non lo so.
P.M. Dott. GOZZO – Senta, riesce a descriverli, cioè a dire com’erano, insomma, che…? Oppure ha un ricordo semplicemente numerico, diciamo così?
TESTE MAGGI F.P.Sì, grossomodo è numerico, dottore, io non… non riesco a vedere… a riconoscere i visi. Mah, statura normale, tipo la mia. (…) Non mi ricordo i volti, perché… non lo so, non mi interessava. Poi la mente elabora con il tempo, ti fai tante domande, acquisisci magari attraverso i giornali riscontri, e quindi ti fai pure tu delle domande. Dico: “Ma se la chiamata arrivò al 113, questi...” Minchia, ma erano belli freschi, proprio senza una goccia di sudore, proprio questi… proprio come se erano dietro l’angolo, non lo so io. Da chi hanno appreso la notizia questi? Dopo dieci minuti sul posto, un quarto d’ora. Vularu? Chissi di Roma vularu? Erano qua, boh! Non lo so che ci facessero a Palermo. Questo ci tengo a dirlo, eh?
(…)

P.M. Dott. LUCIANI – (…) Lei oggi ha detto che fu lei a prelevarla, dice: “Anche se non ne sono certo al 100%”. Questo, in realtà, è quello… Lei ricorda di essere stato sentito più volte, ce l’ha detto, no? su questa circostanza. (…) In realtà, nella relazione di servizio che lei ha avuto modo di visionare, lei relazionava che: “Lo stesso – sta parlando del vigile del fuoco che ha spento il principio di incendio che interessava la borsa, quindi – lo stesso, dal sedile posteriore del mezzo in questione, prelevava una borsa in pelle di colore marrone, parzialmente bruciata, il quale, dopo avergli gettato dell’acqua per spegnerla, la consegnò al sottoscritto”. Cioè in questa relazione di servizio che lei fa a dicembre in realtà sembrerebbe dire che è il vigile del fuoco che la preleva e gliela dà. Dico, facendo mente locale, io capisco che è difficile, facendo mente locale lei…
TESTE MAGGI F.P.Dottore, sono passati ventun anni, e no perché voglio divagare, però nella mia vita sono successe troppe… troppe cose brutte.
P.M. Dott. LUCIANI – No, lo capisco, dico, per quello che è il suo ricordo, oggi qual è? Che la preleva lei o che la preleva questo vigile del fuoco? Sposta poco, ma per cercare di essere quanto più precisi.
TESTE MAGGI F.P.Sì, sì, comprendo. Non ne sono certo al 100%, ma al  90% il mio ricordo… il vigile del fuoco, perché era lui che stava operando e quindi (…) me la passò lui.
P.M. Dott. LUCIANI – Senta, un’altra cosa, mi perdonerà se le faccio delle domande… io non ho assistito proprio ai primi cinque minuti della sua deposizione. Quando lei preleva questa borsa e la porta al dottor Fassari, il dottor Fassari dov’era fisicamente, se lo ricorda lei?
TESTE MAGGI F.P.Il dottor Fassari era un po’ distanziato dov’è successo, dove… dove c’era tutto…
P.M. Dott. LUCIANI – Distanziato, quindi dove, verso il muro o verso via Autonomia Siciliana?
TESTE MAGGI F.P.Verso Autonomia Siciliana. (…) Parlava via radio, era con altri funzionari.
P.M. Dott. LUCIANI -Quindi, diciamo, era quasi alla fine di via D’Amelio?
TESTE MAGGI F.P. Sì, quasi alla fine.
P.M. Dott. LUCIANI -Poi lei ha detto al Procuratore di aver provveduto a soccorrere persone, ha ricordato l’episodio della bambina.
TESTE MAGGI F.P.Sì, mi ricordo… mi ricordo una signora mi passò una bambina.
P.M. Dott. LUCIANI – Oh, e ha collocato questo fatto dopo la circostanza della borsa.
TESTE MAGGI F.P.Sì, penso proprio di sì.
P.M. Dott. LUCIANI – Questo sempre, diciamo, per cercare un po’ di fare mente locale (…) il 13 ottobre del 2005 lei alla DIA dichiara questo: “Ricordo di aver prestato soccorso ad una bambina, che verosimilmente insieme ad altre persone usciva dal palazzo danneggiato e di averla accompagnata fuori della strada, ove erano le ambulanze”. Lo leggo perché da questo verbale, almeno per come è verbalizzato, sembrerebbe, invece, che questo fatto avvenga prima del fatto della borsa, perché lei dice: “Dopo che i Vigili del Fuoco hanno iniziato a spegnere i primi incendi, ricordo peraltro che si udivano anche gli scoppi, verosimilmente provocati da vetri che esplodevano a causa del calore, abbiamo iniziato a perlustrare la zona e la macchina”. Quindi, per come è verbalizzato qua, sembrerebbe che lei prima soccorre questa bambina, la porta fuori da via D’Amelio e poi si addentra e succede quello della borsa.
TESTE MAGGI F.P.Può anche darsi che è successo prima, dottore, sono state fasi molto concitate. (…) Poi, a distanza di ventun anni, la mente… Io pure ho una certa età, sa, mi… mi sto sforzando ora, questi giorni proprio ho cercato di… di ritornare indietro nei ricordi e quindi di attingere più… più ricordi possibili.
P.M. Dott. LUCIANI -Senta, sempre per questa relazione di servizio, lei oggi ha detto: “Io sono certo che all’epoca non l’ho fatta”, e poi è stato sollecitato, come già ci ha detto, in previsione di una escussione. In realtà, nel verbale del 13… sempre di questo, del 13 ottobre del 2005, lei dichiara: “Sono certo che all’epoca ho redatto una relazione di servizio in cui ho raccontato l’episodio. Sono altrettanto sicuro che è stato redatto un verbale di sequestro, ma non so se tale atto fu redatto da me o da qualche altro collega che si occupò delle indagini”.
TESTE MAGGI F.P.No, no, è stato redatto…
P.M. Dott. LUCIANI -Aspetti, scusi, scusi, scusi. (…) Ed è una circostanza in cui poi si torna in un successivo verbale del 3 settembre del 2007, in cui appunto le chiedono il motivo per il quale questa relazione di servizio è successiva, e lei dice: “Non ricordo assolutamente questo particolare, io ero sicuro di aver redatto qualche atto inerente la borsa nell’immediatezza dei fatti”. Ora questo è quello… per completezza, perché gliele debbo leggere tutte le dichiarazioni, questo è quello che lei dichiara il 13 ottobre del 2005 e successivamente, quindi da questi s.i.t. che lei rende, sembrerebbe che lei era sicuro di aver redatto questa relazione di servizio. In realtà, poi, quando lei viene sentito a dicembre del ’92 innanzi al dottore Cardella, lei, appunto, dice di non aver redatto la relazione di servizio, dice: “Sul momento non ho ritenuto necessario redigere relazione scritta, del resto, data la concitazione degli eventi, devo dire che non ho nemmeno pensato a farla. Poi non ho più pensato all’opportunità di fare relazione, fino a quando non sono stato citato“.
TESTE MAGGI F.P.Sì, perché partirono subito (…) le indagini, dotto’, quel… quell’atto lì mi sfuggì, non… infatti il dottore La Barbera mi fece proprio una lavata di testa, dice: “Ma…”
P.M. Dott. LUCIANI – Ma questa è una circostanza che ha ricordato dopo? Perché nel 2005, quando viene sentito, lei dice: “Ma io sono certo di averla fatta ‘sta relazione di servizio“.
TESTE MAGGI F.P.Mi sono contraddetto (…). Comunque è chiaro che non l’ho fatta nell’immediatezza, di questo ne sono certo; è stata fatta cinque mesi dopo.
P.M. Dott. LUCIANI – E conferma che gliela chiese il dottore La Barbera?
TESTE MAGGI F.P. – Sì, sì, e infatti…
P.M. Dott. LUCIANI -E lei la consegnò poi al dottore La Barbera questa relazione anche?
TESTE MAGGI F.P. – Sì.
P.M. Dott. LUCIANI – Al dottor La Barbera, parliamo di Arnaldo La Barbera, chiaramente.
TESTE MAGGI F.P. – Arnaldo La Barbera.
P.M. Dott. LUCIANI – Senta, per tornare al tempo che trascorre, diciamo, tra quando lei arriva e quando poi lei agisce sull’autovettura prelevando la borsa, lei in questo verbale sempre del 2005, il 13 ottobre, dice: “Ritengo che nel periodo in questione…” quindi il periodo che trascorre tra quando lei arriva in via D’Amelio, fa tutte quelle operazioni di cui ha detto e poi arriva e prende la borsa, dice: “Ritengo che nel periodo in questione siano trascorsi circa dieci minuti”. Poi, in un verbale successivo, lei specifica questo, ridice tutto quello che ha fatto da quando è arrivato in via D’Amelio fino a quando poi è arrivato alla Squadra Mobile e ha depositato la borsa, ma dice: “Come ho detto nelle mie precedenti dichiarazioni, per me questo è stato un tempo abbastanza breve, tanto che ho indicato in circa dieci minuti dopo il mio arrivo e il rinvenimento della borsa, ma chiaramente di ciò non può essere certo. La situazione disastrosa sui luoghi che inizialmente non ci ha consentito di entrare in via D’Amelio e l’attività di soccorso da me svolta subito dopo, non mi consentono di individuare con certezza l’ora del rinvenimento della borsa e di conseguenzal’ora in cui sono arrivato alla Squadra Mobile. Posso ribadire che quando ho prelevato la borsa, il grosso dell’incendio era stato spento, ma vi era ancora qualche focolaio, uno dei quali interessava anche l’auto blindata che conteneva la borsa”. Quindi le volevo chiedere se conferma queste indicazioni che lei aveva dato all’epoca.
TESTE MAGGI F.P. – Sì, confermo questo.
P.M. Dott. LUCIANI – Cioè il fatto che aveva indicato in dieci minuti come un tempo di massima, però circostanza della quale lei non può essere certo, ecco.
TESTE MAGGI F.P. – Sì.
P.M. Dott. LUCIANI -Senta, l’ultima cosa: le vorremmo mostrare, a questo punto… Lei poi sa che esito ebbe questa…? Cioè lei dice: “Io l’ho portata alla Squadra Mobile”. E poi lei ha avuto più modo di vederla questa borsa successivamente?
TESTE MAGGI F.P.No, questa borsa non mi è stata più mostrata.
P.M. Dott. LUCIANI – Ma negli uffici della mobile lei l’ha più vista poi, nel periodo successivo? Sa che fine ha fatto?
TESTE MAGGI F.P.No, dottore, e che fa, andavo a vedere la borsa? Non c’è stato modo di… (…) Non l’ho vista più la borsa.
P.M. Dott. LUCIANI – Quindi da quando lei poi la mette, diciamo, nell’ufficio del dottore La Barbera, lei non l’ha più vista questa borsa in epoca successiva. E’ corretto?
TESTE MAGGI F.P. – Sì. A me poi mi è stata mostrata, mi scusi, dottore. (…)
P.M. Dott. LUCIANI – Ecco, e allora visto che le è stata mostrata per foto, gliela rimostriamo anche oggi. Si tratta, Presidente, dello stesso album fotografico che abbiamo mostrato al dottore Cavaliero. (…) Esatto, che peraltro è allegato proprio ad un verbale di sommarie informazioni rese dal teste il 13 ottobre 2005.
PRESIDENTE – Sì, va bene, può essere esibito, sì.
TESTE MAGGI F.P.Sì, presumibilmente la borsa è questa. Però la borsa, io devo essere proprio… proprio sincero proprio al massimo, devo… non era piegata così, la borsa era bella piena. Non lo so se ‘sta foto se è stata fatta con la borsa piena e la borsa vuota.
P.M. Dott. LUCIANI – No, va beh, credo che sia stata fatta in epoca successiva. Comunque la differenza che lei nota qual è?
TESTE MAGGI F.P. Che è sgonfia.
P.M. Dott. LUCIANI – E invece quando lei la prende è piena?
TESTE MAGGI F.P.Era bella… bella…
P.M. Dott. LUCIANI -Senti, ma (…) per quella che è stata la sua percezione, visto che ha dichiarato di non averla aperta, questo suo essere piena dipendeva dal contenuto della borsa o dal fatto che la borsa fosse stata attinta dall’acqua?
TESTE MAGGI F.P.No, penso dal contenuto della borsa. Eh, e quanta acqua…? Avrà fatto in tempo a… ad assorbire tutta ‘st’acqua? (…) No, ma una borsa di questa per riempirsi d’acqua deve stare a bagno cinque ore, dottore, impossibile.
P.M. Dott. LUCIANI – Quindi la sua percezione era che fosse piena per il contenuto.
TESTE MAGGI F.P. Sì, c’era il materiale all’interno, sì.
P.M. Dott. LUCIANI – Per il materiale che c’era all’interno.
TESTE MAGGI F.P. – Sì. Una borsa buona, di cuoio.
(…)
AVV. FARACI – Una domanda di precisazione, se naturalmente riesce a collocarlo nel tempo. Lei, facendo uno sforzo di memoria, può dirci se incontrò o se pensa di avere incontrato il dottor Ayala prima che lei prelevava la borsa o dopo?
TESTE MAGGI F.P.Penso dopo, dopo l’ho incontrato.
AVV. FARACI – Dopo quanti minuti?
TESTE MAGGI F.P.Eh, non riesco. Quando si tratta di minuti, veramente, io mi sforzo di… ma vi giuro che è impossibile, un evento di quello quantificare i minuti, quanto passa.
AVV. FARACI – E lo capisco. (…) Ma se ricorda, dopo che portò la borsa in Questura e tornò?
TESTE MAGGI F.P.Alla Mobile l’ho portata.
AVV. FARACI – Alla Mobile. Cioè incontrò il dottor Ayala dopo aver portato la borsa…?
TESTE MAGGI F.P. – No, l’ho incontrato prima che io portassi la bora.
AVV. FARACI – Quindi l’aveva in mano lei questa borsa?
TESTE MAGGI F.P.No, l’ho data al funzionario. Poi sono passati un po’ di minuti e dice: “Dai, forza, piglia ‘sta borsa e portala alla Mobile”. Perché io la borsa al funzionario, e a me non mi compete; ho rinvenuto questo, metto a conoscenza il mio diretto superiore, così a me mi hanno insegnato, perciò… attendevo disposizioni da lui, io, da sempre, mai preso iniziativa. (…)
AVV. CRESCIMANNO – E la borsa, se non ho sentito male, non l’ha prelevata lei direttamente.
TESTE MAGGI F.P.Di questa cosa non… non ne sono molto certo. Io sono sicuro che mi sono pure abbassato, cioè chinarmi come se… se volessi entrare nell’abitacolo, però non sono sicuro se il gesto di allungare la mano l’ha fatto lui, perché tutti e due contemporaneamente, assieme al vigile del fuoco, e me l’ha passata lui, di questo non ne sono…
AVV. CRESCIMANNO – E che la portiera posteriore di destra fosse chiusa, lei ne ha un ricordo o…?
TESTE MAGGI F.P.Era aperta.
AVV. CRESCIMANNO – Quella di…
TESTE MAGGI F.P.Di questo ne sono proprio…
AVV. CRESCIMANNO – No, scusi…
TESTE MAGGI F.P.Qua al 100%
AVV. CRESCIMANNO – No, mi scusi, io le ho chiesto della portiera posteriore destra, non quella sinistra, lei ha già detto che era aperta.
TESTE MAGGI F.P.No, quella posteriore destra era chiusa.
AVV. CRESCIMANNO – Era chiusa.
TESTE MAGGI F.P.Quella aperta era quella sinistra.

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Il solito lamento di Gratteri dopo la sconfitta nella corsa alla Procura Nazionale Antimafia:“Su sicurezza e giustizia Draghi non pervenuto”.
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L'ex giudice barese Bellomo radiato dalla magistratura
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Forza Italia vuole sentire Decaro e Emiliano sul caso Bari in Commissione Antimafia . La presidente Colosimo: "Prima gli atti"

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