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29 Marzo 2024 10:11
29 Marzo 2024 10:11

Stop alla “tassa del telecomando” nelle cliniche private pugliesi. Un “affare” da 10 euro al giorno

Lo scandaloso balzello consentito dall'atto regionale del 1993 con cui si stabiliva per le cliniche private accreditate la facoltà di aggiungere una retta alberghiera era stato conetstato dal consigliere regionale del M5S Conca con una interrogazione al governatore Emiliano. Adesso verrà abrogato: la festa è finita.

BARI – In seguito alla denuncia sulla fastidiosa retta alberghiera da dieci euro al giorno che molte cliniche private applicavano ai pazienti ricoverati nelle camere di degenza, gli ospedali privati pugliesi stanno rinunciando all’applicazione della tariffa extra da 10 euro al giorno, grazie al sollevato dal consigliere regionale Mario Conca (M5S) , con una opportuna e condivisibile interrogazione al presidente della giunta regionale pugliese Michele Emiliano, che ha tenuto per se anche delega per la sanità, ed il Dipartimento politiche della salute, a partire dalla rivisitazione contrattuale relativa all’anno 2019, metterà nero su bianco l’inattuabilità di questa pratica.

Mario Conca

Il consigliere del M5S Mario Conca nei giorni scorsi aveva chiesto al Presidente/Assessore alla Sanità Emiliano e al direttore del Dipartimento politiche della Salute Ruscitti, di abrogare l’atto regionale del 1993 con cui si stabiliva per le cliniche private accreditate la facoltà di aggiungere una retta alberghiera per i pazienti che si ricoverano nelle camera di degenza anziché in corsia.

Verrà quindi abrogato l’atto regionale del 1993 con cui si stabiliva per le cliniche private accreditate la facoltà di aggiungere una retta alberghiera per i pazienti che si ricoverano nelle camera di degenza anziché in corsia. “Non c’era alcuna  ragione – aggiunge  Conca –  che giustificasse il pagamento di questa indennità, dal momento che allo stato attuale gli standard di corsie e camere di degenza coincidono. Parliamo di una cifra che si stima intorno ai 10 milioni di euro l’anno, per cui  in 15 anni i cittadini hanno sborsato circa 150 milioni di euro assolutamente non dovuti. Il tutto è ancora più grave se si pensa che in alcuni casi i servizi in camera per cui si chiedeva la retta, come ad esempio frigobar e tv, in realtà non erano presenti. E questo nella totale indifferenza della Regione, che addirittura si era detta all’oscuro della vicenda e che già assicura a queste cliniche convenzioni milionarie“.

 

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