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19 Aprile 2024 05:21
19 Aprile 2024 05:21

Si accorciano le distanze tra i partiti. Calano Lega e Pd, sale Fratelli d’Italia

Il Partito democratico a 20,4 (-0,8), la Lega a 24 (-0,3), Fratelli d’Italia a 16,3 (+0,1). Solo 1 su 4 sa del referendum

ROMA – Il termometro politico di fine giugno mostra qualche oscillazione rispetto al mese scorso infatti gli orientamenti di voto, pur confermando la graduatoria tra le principali forze politiche degli ultimi sette mesi, hanno fatto registrare una variazione di consenso tra le due forze principali della maggioranza.

Nel dettaglio, la Lega resta mantiene il primato dei consensi con il 24% (con un leggero calo del -0,3%), seguita dal Pd con il 20,4% (-0,8%), quindi il M5S con il 18,0% (+1,3%), tallonato da Fratelli d’ Italia con il 16,3% (+ 0,1%) e da FI con il 7,2% (-0,2%).

Tra le forze minori si registra un aumento di Azione il movimento di Carlo Calenda che sale dal 2,2% al 2,8% e di Sinistra italiana-Articolo1 che cresce di mezzo punto salendo dal 1,8% al 2,3%. Complessivamente i tre partiti del centrodestra si attestano al 47,5% mentre le forze dell’attuale maggioranza di governo sono accreditate del 43,6%.

Si è ridotto quindi nell’ultimo mese il vantaggio delle forze dell’opposizione su quelle della maggioranza sceso da +5,2% a +3,9%. Va però sottolineato che l’area grigia dell’astensione e dell’indecisione si mantiene molto ampia e raggiunge il 43,7%, un dato elevatissimo corrispondente a circa 22 milioni di elettori, molto prossimo a quello delle Elezioni Europee che notoriamente per tradizione attraggono meno elettori al voto, considerando che alle ultime Elezioni Politiche l’astensionismo, sommato alle schede bianche e nulle, riguardò 13,7 milioni di elettori.

Alla luce della fotografia odierna, sulla base della platea di quanti si recherebbero alle urne se si votasse oggi (poco più di 28 milioni di elettori), al netto dell’errore campionario la Lega otterrebbe 6,8 milioni di voti (2,3 milioni in meno rispetto alle Europee), il Pd 5,7 milioni (in flessione di circa 300 mila voti), il Movimento 5 Stelle 5,1 milioni (in aumento di poco più di 500 mila voti), Fratelli d’Italia 4,6 milioni (in aumento di 2,9 milioni) e Forza Italia 2 milioni (in flessione di poco più di 300 mila voti).

Quindi forte aumento del partito di Giorgia Meloni, flessione contenuta e sostanzialmente simile per Pd e Forza Italia, un leggero calo della Lega, ed un accenno di ripresa del M5S . Le incognite sono dunque molte: oltre alla suddetta area grigia, la volatilità delle opinioni e la mobilità elettorale. A queste si aggiungono la legge elettorale che verrà adottata e la possibile riduzione degli eletti, nell’ipotesi che venga adottato il taglio dei parlamentari a seguito del referendum costituzionale che è stato indetto per il 20 e il 21 settembre insieme alle elezioni amministrative e regionali.

Soltanto una persona su quattro (28%) è a conoscenza del fatto che nei prossimi mesi si terrà un referendum costituzionale. Il tema ricopre un’elevata importanza per il 44% degli intervistati, a cui si aggiunge il 23% che lo giudica abbastanza importante. Solo un italiano su cinque (20%) lo giudica poco o per nulla importante. Quanto agli orientamenti di voto, quasi uno su due (46%) voterebbe per confermare la riforma costituzionale approvata dal Parlamento, il 10% voterebbe contro, il 20% si asterrebbe e il 24% non si esprime.

I pronostici (o forse gli auspici) degli italiani vanno nella direzione dell’approvazione della riforma, infatti il 42% è convinto che vinceranno i Sì, il 13% prevede che prevarranno i No, ma bisogna tener nel giusto conto e peso che il 45% non è in grado di fare previsioni sull’esito referendario.

Nonostante finora se ne sia parlato poco, la riduzione dei parlamentari viene valutato un tema rilevante e, pur in presenza di una quota non trascurabile di indecisi, gli orientamenti di voto e i pronostici degli italiani sono nettamente a favore del taglio. Le opinioni sono molto trasversali, con picchi più elevati tra gli elettori del M5S che ha fatto del tema una vera e propria battaglia.

Insomma, non accennano a diminuire i sentimenti di antipolitica che da molti anni albergano nel Paese e fanno da contraltare all’aumento di fiducia nelle istituzioni che si è manifestato in questa fase di emergenza, come se istituzioni e politica appartenessero a due mondi diversi.

*sondaggio IPSOS realizzato per il Corriere della Sera

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