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11 Agosto 2025 19:42

Prete arrestato a Bari per omicidio stradale: investì motociclista e poi si dileguò

Il sacerdote di Turi si trova ai domiciliari. Il reato aggravato dall'omissione di soccorso. Gli inquirenti: "Era al cellulare"

E’ stato arrestato dai carabinieri per omicidio stradale, aggravato dalla fuga e dall’omissione di soccorso, don Nicola d’Onghia, sacerdote di Turi, in provincia di Bari. L’uomo è stato sottoposto ai domiciliari per l’incidente, avvenuto sulla strada provinciale Turi-Putignano, in cui rimase coinvolta e trovò la morte lo scorso 2 aprile la 32enne Fabiana Chiarappa, investita mentre percorreva la strada in motocicletta. Nei confronti del prete è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip del tribunale di Bari, su richiesta dei pm Ileana Ramundo e del procuratore aggiunto Ciro Angelillis della Procura della Repubblica. Le indagini, coordinate dalla Procura, sono state svolte dai Carabinieri della Stazione di Turi.

La vittima, soccorritrice e giocatrice di rugby, procedeva da sola sulla strada, nelle campagne di Turi, quando alle 20.28 del 2 aprile la motocicletta sarebbe uscita di strada e subito dopo sarebbe stata investita da un’automobile. Il giorno dopo il prete si è presentato in caserma dopo aver appreso della morte della giovane dicendo di essere passato da quella strada e di aver sentito un forte rumore ma di non essersi accorto dell’investimento. Dalle immagini è emerso anche che poco più avanti si sarebbe fermato in una stazione di servizio

la 32enne Fabiana Chiarappa,

Le indagini condotte fino a questo momento sono consistite nella acquisizione e nella visione delle immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza pubblici e privati presenti nell’area, negli accertamenti tecnici di natura medico legale (in contraddittorio), di natura tecnica sui mezzi coinvolti e sull’area dell’incidente, svolti dal consulente tecnico e dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri (questi ultimi, in contraddittorio, diretti, tra l’altro, a rilevare la presenza di tracce ematiche presenti sul mezzo condotto dall’indagato, riconducibili alla vittima), nella acquisizione di informazioni di persone informate e nell’interrogatorio dell’indagato.

Sulla base delle indagini, il prete fino a 11 secondi prima dell’impatto avvenuto lo scorso 2 aprile sulla provinciale 172, nel Barese, era al telefono cellulare. L’impatto tra l’auto e il corpo di Chiarappa, sarebbe avvenuto venti secondi dopo la caduta. Secondo quanto emerso dall’autopsia, la 32enne sarebbe deceduta in quanto colpita alla testa dall’auto, che l’ha trascinata sull’asfalto per alcuni metri.

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