Sono passati 40 anni dal giorno in cui il giornalista Giancarlo Siani venne ucciso dalla camorra, a 26 anni, sotto casa sua a Napoli. Oggi il presidente della Repubblica lo ricorda: “Giancarlo Siani venne barbaramente ucciso da killer della camorra perché aveva acceso la luce sulle attività criminali dei clan, svelato i loro conflitti interni, le viltà che li caratterizzano. Sono trascorsi quarant’anni da quell’agguato. La sua testimonianza vive nella società che rifiuta l’oppressione delle mafie e dei gruppi di criminalità organizzata e tra i suoi colleghi giornalisti fedeli all’etica della professione e impegnati ogni giorno in una funzione cruciale per la libertà della convivenza civile“.
“Quel feroce assassinio è parte incancellabile della storia e della memoria della Repubblica – prosegue il Capo dello Stato – . Lo animava un forte senso di giustizia sociale che si nutriva di legalità. Il suo impegno di cronista ne ‘Il Mattino’ e nelle altre testate con cui ha collaborato era strettamente legato a valori di umanità e di civismo. Far conoscere la realtà criminale che la camorra voleva occultare era un modo per tentare di liberare il territorio dallo strangolamento operato dalle attività illegali che ne opprimono vita e sviluppo. Le verità raccontate sono state la ragione della spietata rappresaglia. Il percorso giudiziario, che ha portato alle condanne di esecutori e mandanti, mostra una volta di più che gli assassini mafiosi possono essere colpiti”.
“Ricordare il sacrificio della vita di Siani porta inevitabilmente alla mente i numerosi giornalisti morti perché colpevoli di testimoniare la verità, di raccontare le violazioni del diritto, le aggressioni, le guerre, lo sterminio senza pietà. L’assassinio dei giornalisti – conclude Sergio Mattarella – è un assassinio delle nostre libertà, di una parte di noi a cui la comunità non intende rinunciare”
La Russa: “Sacrificio Siani testimonianza libertà, verità e impegno civile”
“La sera del 23 settembre di 40 anni fa la camorra uccise a Napoli Giancarlo Siani, primo cronista ad essere assassinato per mano della criminalità organizzata”, scrive sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Venne ucciso nei pressi della sua abitazione, per il suo impegno e il suo coraggio di raccontare e denunciare le attività della criminalità organizzata. Il suo sacrificio, che resta testimonianza di libertà, verità e impegno civile, continua a parlare e a indicare la retta via alle nuove generazioni”.
Fontana: “Il suo esempio ispira impegno continuo contro le mafie”
“Il 23 settembre 1985 la camorra uccise Giancarlo Siani, giovane cronista de Il Mattino che con coraggio denunciava i traffici della criminalità organizzata. A quarant’anni da quel vile delitto ricordo la sua passione civile e il suo esempio, che ispirano un impegno continuo nel contrasto alle mafie. Ai familiari, in questa giornata, rivolgo il mio pensiero e la mia vicinanza“, dice il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana.
Colosimo: “Siani esempio di coraggio e di altissimi valori morali”
“Quarant’anni fa, il 23 settembre 1985, un giornalista di soli 26 anni veniva brutalmente ucciso dalla camorra. Quel giovane cronista si chiamava Giancarlo Siani. Giancarlo, per tutti quelli che lottano contro la criminalità organizzata, è un esempio di coraggio e di altissimi valori morali, che credeva in maniera assolutamente incondizionata nella forza delle leggi, nella giustizia e nel giornalismo d’inchiesta”, afferma su X la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo. “Ha raccontato con assoluta fermezza i legami tra la camorra e il potere, senza mai piegarsi al silenzio e alla paura – prosegue – Siani, il giornalista, l’uomo, il giovane pieno di ideali e innamorato della sua terra, aveva un dono: raccontava la verità, quella che molte volte è la più difficile da raccontare. Lo faceva con professionalità e dedizione, dando tutto se stesso al lavoro che amava”. “La camorra odia la libertà, e Siani ha dimostrato con la sua vita di essere un uomo libero – conclude – Noi lo ricordiamo oggi e lo faremo ogni giorno, lottando contro quella criminalità organizzata che sfida quotidianamente lo Stato, le sue regole, i diritti e la libertà di tutti noi”.