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27 Luglio 2025 00:20

La Direzione Investigativa Antimafia confisca beni nel Salento per 1.200.000 euro

A seguito della confisca sono diventati proprietà dello Stato 12 immobili (composte da 3 appartamenti, 3 depositi, una villa, un posto auto, un garage, un fabbricato in muratura a secco e due terreni), 4 aziende , per la precisione 3 interi compendi aziendali ed un bar, un veicolo aziendale, l’intero capitale sociale di una società di capitali e un conto corrente aziendale

La sezione operativa della DIA-Direzione Investigativa Antimafia di Lecce ha confiscato beni per 1.200.000 euro.  Ad essere colpito il patrimonio di Carmine Monteforte, 55enne di Uggiano La Chiesa (LE) , noto pregiudicato salentino con svariate varie condanne a suo carico, che spaziano dell’ emissione di assegni a vuoto, truffa in concorso, tentata estorsione, acquisto e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, costituzione, direzione o finanziamento di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La Corte di Appello di Milano lo aveva condannato nel 2001, nell’ambito di due procedimenti penali sfociati in due distinte sentenze, a 19 e a 12 anni di reclusione, per tutti questi reati, consumatisi tra il 1995 e il 1996,  ritenendolo colpevole anche di bancarotta fraudolenta.

Il 31 maggio dello scorso anno il Procuratore Generale della Repubblica di Lecce emetteva un provvedimento di cumulo pene condannando Carmine Monteforte  a circa 25 anni di reclusione, il quale  veniva anche copito da un’ordinanza di custodia cautelare emessa in data 19 febbraio 2014 ed eseguita dalle Forze di Polizia il successivo 4 marzo. L’importante operazione, denominata “Froth”, aveva portato all’arresto di 29 esponenti di un’organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. in quell’occasione il Monforte  era riuscito a sfuggire al blitz salvo poi costituirsi dopo molte ore. Il pregiudicato salentino nonostante avesse beneficiato degli arresti domiciliari, li aveva violati  per questo venne nuovamente arrestato e trasferito presso la Casa Circondariale di Lecce.


Le minuziose approfondite indagini economico-patrimoniali
 effettuate dalla Sezione Operativa della DIA di Lecce hanno messo in luce, nell’arco temporale compreso tra il 1994 e il 2013, una enorme evidente sproporzione tra i redditi  dichiarati complessivamente dalla famiglia Monteforte ed il patrimonio a lui riconducibile seppure intestato furbescamente ai due figli, a due società immobiliari e ad altre attività economiche costituite per depistarne le attività.

Il provvedimento di confisca è stato emesso ieri dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Lecce su proposta della Direzione Investigativa Antimafia e pertanto sono diventati proprietà dello Stato 12 immobili (composte da  3 appartamenti, 3 depositi, una villa, un posto auto, un garage, un fabbricato in muratura a secco e due terreni), 4 aziende , per la precisione 3 interi compendi aziendali ed un bar, un veicolo aziendale, l’intero capitale sociale di una società di capitali e un conto corrente aziendale. Con lo stesso analogo provvedimento il Tribunale di Lecce ha disposto nei confronti del Monteforte  l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale per tre anni.

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