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5 Maggio 2025 21:17

Inchiesta ultrà a Milano, ai domiciliari accusato di usura ed estorsione Mauro Russo: il socio d’affari di Paolo Maldini e Christian Vieri

Sette persone sono state arrestate nella mattinata del 5 maggio per un nuovo filone dell’inchiesta ‘Doppia Curva’ della Procura di Milano. Ai domiciliari anche Mauro Russo, imprenditore socio di Paolo Maldini e Christian ‘Bobo’ Vieri (estranei alle indagini).

Nell’inchiesta “Doppia curva” condotta dalla Dda di Milano sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo ultrà di Inter e Milan, sono stati effettuati dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza sette nuovi arresti , per un nuovo filone dell’inchiesta condotta dai pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra, coordinati dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci. Posto agli arresti domiciliari anche Mauro Russo, imprenditore del mondo dei parcheggi del Meazza, socio in affari dell’ex storico capitano del Milan Paolo Maldini e della bandiera dell’Inter ChristianBobo” Vieri. Le accuse a loro carioco, a vario titolo, riguardano i reati di estorsione, usura, false fatture anche aggravati dall’aver favorito la cosca mafiosa dei Bellocco. In cella su ordine del gip Domenico Santoro sono finiti Francesco Intagliata, 45 anni, di origini palermitane, Filippo Monardo, 49 anni, Giuseppe Orecchio, 36 anni, Domenico Sità, 43 anni e Davide Scarfone di 38 anni, tutti di origine calabrese. Ai domiciliari invece è finito anche Carmelo Montalto, 49 anni.

Il business dei parcheggi a San Siro e l’accusa di estorsione

Al centro del nuovo filone dell’indagine sulle tifoserie organizzate di Inter e Milan è tornato il business dei parcheggi dello stadio ‘Giuseppe Meazza’ in San Siro e i prestiti in denaro da restituire con interessi usurai nei confronti dell’imprenditore Piero Bene. Quest’ultimo, con la sua società Be.Pi Sport, si occupa della programmazione e delle trasmissione televisive sul calcio dilettantistico (Eccellenza, Serie D, Serie B femminile e altro). Il clan della ‘ndrangheta dei Bellocco, di cui faceva parte Antonio Bellocco ucciso lo scorso settembre da Andrea Beretta (ex capo della Curva Nord dell’Inter già in carcere), avrebbe prestato a Bene quasi 400mila euro con tassi d’interesse che arrivavano fino al 400 per cento.

Gli episodi di presunta estorsione che vengono contestati dagli inquirenti agli indagati riguardano diversi ambiti, ma soprattutto i versamenti di denaro pretesi in modo illecito dal gestore dei parcheggi dello stadio ‘Meazza‘ per garantirsi una sorta di “tranquillità ambientale” e i tentativi di estromettere Beretta dalla gestione della sua società di merchandising. Nell’ordinanza del gip di Milano si legge anche di un “rapporto intercorrente tra gli esponenti di spicco del direttivo della curva Nord“, tra cui Bellocco e Beretta, “e la società interista”. In particolare, Bellocco si sarebbe speso affinché l’ex capitano dell’Inter, e oggi vicepresidente, Javier Zanetti fosse presente” a un evento che interessava all’attività imprenditoriale di Davide Scarfone, uno degli arrestati odierni.

Il ruolo di Mauro Russo e dei sette arrestati

I nuovi arresti sono stati portati a termine anche grazie alle dichiarazioni rese dalle persone offese agli investigatori , agli interrogatori resi da Beretta (diventato collaboratore di giustizia) e ai vari accertamenti mirati di tipo economico e finanziario. Le cinque persone finite in carcere sono: il 45enne Francesco Intagliata, il 50enne Filippo Monardo, il 36enne Giuseppe Orecchio, il 39enne Davide Scarfone e il 43enne Domenico Sità. Posti ai domiciliari il 49enne Carmelo Montalto e il 67enne Mauro Russo.

Mauro Russo è accusato di estorsione aggravata in concorso con Beretta, Giuseppe Caminiti e Vittorio Boiocchi (quest’ultimo ucciso in un agguato il 19 ottobre 2022) nei confronti di Gherardo Zaccagni, imprenditore dei parcheggi del ‘Meazza‘. Suo fratello, Aldo Russo, è cognato di Paolo Maldini e viene indicato in due informative della Squadra mobile come l’uomo che avrebbe messo a disposizione di Zaccagni i propri contatti con esponenti del Milan per l’assegnazione dei posteggi alle sue società.

Il reato di usura contestato riguarda, invece, prestiti elargiti, da più persone, tra i quali, secondo l’impostazione accusatoria, anche da Antonio Bellocco, vittima di un omicidio il 4 settembre 2024, a un imprenditore comasco, dal quale sono stati pretesi interessi fino al 400% e che negli ultimi mesi avrebbe subito minacce per indurlo a versare quanto pattuito.

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