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30 Dicembre 2025 02:19

Il giallo delle conversazioni di Boeri chat, mail e documenti al setaccio nell’ indagine su Milano

Un fine settimana di riflessione e di fronte una scelta quasi obbligata: rassegnare le dimissioni o restare sulla propria poltrona. Una scelta che vale sia per il sindaco di Milano Giuseppe Sala, indagato dalla Procura e sopratutto per l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, a carico del quale pende una richiesta di arresti domiciliari

Un dubbio però riguarda le chat presenti nel cellulare dell’ archistar Tito Boeri già indagato per turbativa d’asta per la Biblioteca europea di Milano aveva cancellato pochi mesi fa dal suo cellulare i messaggi scambiati con un altro soggetto coinvolto ed era migrato per la sua messaggistica sull’ app Telegram, che a differenza di Whatsapp, permette l’autoeliminazione dei messaggi in poche ore. Secondo gli inquirenti, quindi, potrebbero non trovarsi delle chat utili nel suo telefono e in quest’ottica, per chi indaga, assume anche una certa rilevanza quel messaggio “Vai sulla chat importante!” che Boeri il 5 febbraio 2019 aveva inviato al sindaco di Milano Giuseppe Sala.

“Siamo ben contenti se ci “obbligate” ad avere un ingresso verso il parco” scrive Boeri a una persona a lui vicina componente della Commissione per il paesaggio. È questo uno dei tanti tentativi dell’archistar “di orientare le sedute verso soluzioni a lui gradite“. Questo è uno dei tanti “scambi” di messaggi sequestrati agli indagati contenuti nelle 74 chat, mail, documenti digitali ed anche cartacei, relativi alla maxi inchiesta sull’urbanistica milanese. Successivamente alla copia forense dei dispositivi, gli investigatori inizieranno a scandagliare tra conversazioni e documenti, utilizzando una serie di parole chiave che verrà stilata nei prossimi giorni, per acquisire ulteriori prove per blindare l’ impianto accusatorio della Procura di Milano

Sono centinaia i messaggi che Boeri e Sala si scambiavano e che ora sono agli atti, compresi anche quelli sullo stadio di San Siro, che secondo i pm, era uno degli “obiettivi del patto di corruzione”, sul quale quasi tutti gli indagati si erano attivati, compresi Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio e Federico Pella, manager della società J+S. Tra la documentazione sequestrata – e ritenuta interessante – anche alcuni appunti di Andrea Bezziccheri l’ imprenditore di Bluestone (al quale sono stati ritrovati 120 mila euro in contanti custoditi in una cassetta di sicurezza). Nel frattempo ieri è arrivata la prima comunicazione ufficiale di una delle figure centrali dell’inchiesta, Manfredi Catella il Ceo di Coima , che ha garantito di “produrre tutte le prove oggettive della non corrispondenza al vero” delle accuse a suo carico avanzate dalla Procura.

Al momento sono stati due i dirigenti del Comune di Milano ascoltati come testimoni: Guido Riganti, direttore per la Rigenerazione urbana, e Marino Bottini, dirigente dell’Area pianificazione urbanistica. Infatti sarebbe stato proprio Riganti a firmare una disposizione del 30 maggio scorso in merito agli interventi di demolizione e costruzione di edifici, con la quale, secondo chi indaga, il Comune si è adeguato alla giurisprudenza della Cassazione, Consiglio di Stato e Tar Lombardia.

Un fine settimana di riflessione e di fronte una scelta quasi obbligata: rassegnare le dimissioni o restare sulla propria poltronta. Una scelta che vale sia per il sindaco di Milano Giuseppe Sala, indagato dalla Procura nella maxi inchiesta sull’edilizia che ha ridisegnato la città, ma sopratutto per l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, a carico del quale pende una richiesta di arresti domiciliari. Per Tancredi le dimissioni è cosa fatta, il sindaco Sala è combattuto dinnanzi ad una delle scelte più tormentate della sua carriera. Se resistere con il dichiarato appoggio del Pd ma non da amministratore sotto tutela, oppure dimettersi, circondato da ipotesi accusatoria che ritiene distanti dalla propria gestione con cui amministra Milano.

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