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19 Marzo 2024 04:57
19 Marzo 2024 04:57

Gli studenti, la Costituzione e le parole

Il messaggio che si è voluto lanciare ai giovani cittadini è quello che anche i termini hanno la loro importanza, e usarne a sproposito, soprattutto in questi ambienti, apre a pericolose interpretazioni. ll Presidente Flick, ha spiegato ai liceali come sia molto grave che, persino fra i deputati e gli addetti ai lavori, normalmente le persone non conoscano la loro stessa Costituzione, se non per il primo articolo

di Paolo Campanelli

In occasione del settantesimo anniversario della costituzione della Repubblica Italiana, si è tenuto un incontro organizzato dalla Camera Penale di Roma svoltosi nell’Aula Occorsio del Tribunale Penale  di Roma che ha visto sabato mattina, la presenza di oltre 300 studenti di vari licei romani i quali, nel corso dell’anno scolastico, hanno partecipato al progetto di diffusione di legalità organizzato in collaborazione con il MIUR, oltre ad un grande numero di curiosi, anche esterni all’avvocatura, al punto tale da riempire l’ampia aula, anche grazie alla partecipazione di relatori di altissimo livello fra cui Giovanni Maria Flick (Presidente Emerito della Corte Costituzionale ed ex Ministro della Giustizia), Francesco Petrelli (segretario dell’Unione delle Camere Penali Italiane) e la prof.ssa Paola Marsoci (membro della Associazione Italiana Costituzionalisti e docente dell’ Università La Sapienza di Roma). Il tema è stato introdotto da Cesare Placanica, Presidente della Camera Penale di Roma e coordinato da Cinzia Gauttieri che si occupa del progetto a livello nazionale.

il prof. Giovanni Maria Flick Presidente Emerito della Corte Costituzionale 

Flick si è soffermato su alcuni punti estremamente importanti sul “senso” della Costituzione, dimostrando come i concetti siano “alla base della cultura delle leggi” e, ricordando la famosa frase di Pertinile leggi per gli amici si interpretano, per tutti gli altri si applicano”, ha ribadito come questo sia ancora “un problema di fondo”. Il Presidente Flick, ha spiegato ai liceali come sia molto grave che, persino fra i deputati e gli addetti ai lavori, normalmente le persone non conoscano la loro stessa Costituzione, se non per il primo articolo. Ha quindi invitato i giovani a volersi impegnare per l’approfondimento dei concetti posti a base della Costituzione, principio legislativo fondante di tutto l’ordinamento statale. L’intervento è stato vasto e molto comprensivo offrendo una dimostrazione di conoscenza e proprietà dell’argomento, degna del suo ruolo che ha molto interessato l’uditorio molto attento

la prof.ssa Paola Marsoci dell’Associazione Italiana Costituzionalisti, docente alla Sapienza 

Il contributo della professoressa Marsoci si è concentrato nel suo intervento prevalentemente sulla storia della costituzione, che ha ripercorso utilizzando un percorso argomentativo basato sulle “ricorrenze”, ed illustrando come ad ogni singola “celebrazione” corrispondano principi di eccezionale valenza costituzionale.

Ovviamente negli interventi non sono mancati i riferimenti alla stretta attualità; Il Presidente Flick ha stigmatizzato la locuzione “contratto di governo” che in questi giorni viene utilizzata per indicare le trattative per la formazione del governo, ribadendo che la Costituzione è stata sempre definita “Il patto supremo”.

Sull’argomento specifico si è soffermata ulteriormente la professoressa Marsoci, precisando che “la legge suprema costituzionale è un PATTO  fra le componenti politiche che gestiscono la cosa pubblica nell’interesse della nazione” mentre il termine “CONTRATTO” invece si riferisce ad un negozio giuridico tra privati.

Il messaggio che si è voluto lanciare ai giovani cittadini è quello che anche i termini hanno la loro importanza, e usarne a sproposito, soprattutto in questi ambienti, apre a pericolose interpretazioni. Introdurre il termine “CONTRATTO” per definire un accordo di governo significa avere la pretesa di voler gestire la cosa pubblica come un affare tra privati, ovvero sentirsi i proprietari dello Stato. Ma non è così ed infatti questo giornale, non si adegua all’uso modaiolo dei termini e la nostra conoscenza della Legge e sopratutto l’attenzione riservata alle parole usate nei nostri articoli,  ci consente di affermare che una compagine che ha avuto un eccellente risultato elettorale, non può sentirsi il “padrone” del Paese, della cosa pubblica.

A chiudere l’evento un intervento di Paolo Fallai (presidente delle Biblioteche di Roma), che con un inaspettato tono irriverente, ha sdrammatizzato i punti più pesanti presentati dagli altri relatori, ricordando che la politica non è solo personaggi bombastici e anziani che si credono saggi, ma anche le persone di ogni ceto, e soprattutto i giovani, che ancora non hanno scelto un “lato” politico e vedono solo la parte più basilare e “pura” del gestire i beni pubblici.

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