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29 Marzo 2024 11:58
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Fine della bella vita…arrestato a Dubai Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Gianfranco Fini

Tulliani era in aeroporto a Dubai per accompagnare la sua compagna che rientrava in Italia quando ha notato qualcuno che lo pedinava, e pensando che fossero giornalisti si è recato al posto di polizia, dove nel raccogliere la sua denuncia, hanno visto il mandato cattura internazionale e lo hanno quindi tratto in arresto. 

ROMA Giancarlo Tulliani, il fratello della compagna di Gianfranco Fini l’ex leader di An,  è stato arrestato a Dubai dove da alcuni anni era latitante. Tulliani è destinatario dallo scorso 20 marzo di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dalla gip Simonetta D’Alessandro, per riciclaggio nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma.  per l’affaire della casa di Montecarlo che rischia di costare il processo per riciclaggio a Fini ed alla consorte Elisabetta Tulliani.

La misura cautelare era stata avviata dopo le indagini conseguenti agli arresti dello scorso 13 dicembre 2016 quando erano stati arrestati  Francesco Corallo, l’imprenditore delle slot e re dei casinò ai Caraibi e l’ex parlamentare Amedeo Laboccetta che venne scarcerato dal Tribunale del Riesame pochi giorni dopo,  trasformatosi nella “gola profonda” dell’inchiesta che ha inguaiato l’ex leader di An. Per le dichiarazioni rese da Laboccetta, Fini aveva chiesto di essere interrogato sulla vicenda e aveva dato mandato ai suoi avvocati di querelare l’ex fedelissimo per calunnia. Dopo aver trascorso sei mesi nel carcere di Regina Coeli, Laboccetta è rientrato in Parlamenti lo scorso giugno in qualità di primo dei non eletti in Campania per il Pdl nelle scorse elezioni, subentrando al deputato dimissionario Raffaele Calabrò di Alleanza Popolare.

L’inchiesta è stata chiusa nelle scorse settimane dal procuratore aggiunto della Capitale Michele Prestipino e il pm Barbara Sargenti  che hanno provveduto a notificare l’avviso di conclusione delle indagini alle parti, atto che anticipa quasi sempre la richiesta di rinvio a giudizio. Gli accertamenti della Procura romana hanno riguardato anche il famoso appartamento di Montecarlo (che una contessa aveva lasciato in eredità ad An) che Giancarlo Tulliani, secondo gli inquirenti, acquistò con i soldi di Corallo attraverso la creazione di due società off-shore, la Primtemps e la Timara: poco più di 300mila euro nel 2008, quando la cessione dell’immobile nel 2015 fruttò un milione e 360mila dollari. Operazione di compravendita che Fini avrebbe autorizzato senza sapere che dietro c’era il cognato che quando venne interrogato si giustificò così davanti ai magistrati .

Secondo la Procura di Roma Francesco Corallo assieme a Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta ritenuti capi e membri di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale, dedita al riciclaggio di denaro tra Italia, Olanda, Antille Olandesi, Principato di Monaco e Santa Lucia. Soldi accantonati dal mancato pagamento delle imposte sul gioco online e sulle video-lottery, con conseguente contestazione dei reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle video-lottery.

Secondo gli inquirenti, Corallo avrebbe impiegato il profitto illecito accuratamente depurato in attività economiche e finanziarie, in acquisizioni immobiliari, destinandolo anche ai membri della famiglia Tulliani. Di qui il successivo approfondimento investigativo che ha portato alla richiesta di arresto di Giancarlo Tulliani, motivata dal gip con la “strategia criminale reiterata” dal ricercato, favorita da contatti politici e dalla sua abilità a muoversi a livello internazionale. Tulliani, scriveva il gip, tra il 2008 e il 2015 si è reso responsabile di “numerosi episodi di riciclaggio” che hanno coinvolto anche la sorella Elisabetta e lo stesso Fini, reati che “potrebbe reiterare“. Emblematico, per il magistrato, il tentativo fallito dell’indagato di trasferire 520 mila euro da un suo conto in Mps a un altro aperto presso gli Emirati Arabi.

Tulliani era in aeroporto a Dubai per accompagnare la sua compagna che rientrava in Italia quando ha notato qualcuno che lo pedinava, e pensando che fossero giornalisti si è recato al posto di polizia, che nel raccogliere la sua denuncia, ha visto il mandato cattura internazionale e lo ha quindi tratto in arresto.

“L’arresto è legato ad un mandato internazionale disposto dalla Procura di Roma – spiega l’avvocato Madia  difensore di Tulliani –  Adesso si avvierà la procedura di estradizione al termine della quale le autorità di Dubai potranno concedere o meno il trasferimento in Italia di Tulliani. In base a quanto si apprende l’indagato sarebbe stato fermato mentre si trovava all’aeroporto dove si era recato .

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