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18 Aprile 2024 03:18
18 Aprile 2024 03:18

Dopo i disastri all’ ASL Taranto Stefano Rossi ora dg dell’Asl Lecce, nomina la moglie e nell’atto scrive: “La dottoressa ha notevole esperienza”

Dal palazzo della Presidenza della Regione Puglia sul lungomare di Bari fuoriesce uno stridente imbarazzante silenzio tombale. L' incompatibilità tra Rosanna Indiveri e il marito Stefano Rossi, suo attuale superiore gerarchico, già in passato aveva sollevato perplessità e polemiche.

La vicenda della conclamata incompatibilità tra Stefano Rossi, direttore generale della Asl di Lecce, e sua moglie Rossana Indiveri, dirigente in forza alla stessa azienda sanitaria, da lui nominata quale responsabile dell’Ufficio Gare territoriali con atto firmato da Rossi, ha fatto parecchio rumore negli ambienti della sanità pugliese. 

Nonostante questa scandalosa vicenda corresse sulla bocca di tutti, dagli uffici e gli ambulatori e persino nelle corsie degli ospedali, la Regione Puglia si è chiusa in un silenzio assordante. Nessun commento è uscita dall’ufficio del presidente Michele Emiliano, dall’assessorato alla Sanità, dal Dipartimento Promozione della Salute, tutti rispettivamente invitati dai giornalisti a rilasciare dichiarazioni. La spiegazione è molto facile: Stefano Rossi è da tempo un “fedelissimo” dell’ex capo di gabinetto della presidenza regionale, Claudio Stefanazzi, recentemente entrato in parlamento, che la sempre protetto contribuendo alla sua discutibile carriera. Ma stranamente la stampa locale e regionale tace.

Ieri mattina, soprattutto al Dea – Vito Fazzi di Lecce, il più importante e moderno ospedale salentino, in particolare modo negli ambienti nell’area dei Servizi amministrativi distrettuali di cui Rossana Indiveri (mogli di Rossi) è responsabile per effetto della deliberazione 466 del 25 maggio 2022 a firma dell’allora direttore generale Rodolfo Rollo, tra i dipendenti c’era anche chi non ha esitato a mostrarsi indispettito.

Dal palazzo della Presidenza della Regione Puglia sul lungomare di Bari fuoriesce uno stridente imbarazzante silenzio tombale. L’ incompatibilità tra Rosanna Indiveri e il marito Stefano Rossi, suo attuale superiore gerarchico, già in passato aveva sollevato perplessità e polemiche. Sin dallo scorso mese di luglio 2022, quando Rossi venne inviato a Lecce per prendere il posto del dimissionario Rollo, a seguito del suo coinvolgimento nell’inchiesta “Re Artù” sul presunto intreccio tra politica e sanità che, secondo la Procura della Repubblica di Lecce, era orientato al malaffare.

La segreteria provinciale della Federazione Cisal Sanità, guidata da Giovanni D’Ambra, sollecitò in quell’occasione l’ Anac ed il Ministero della Salute ad accertare la regolarità della coesistenza nella stessa Asl di Rossi, nella sua funzione di commissario straordinario, e di sua moglie, da alcuni anni in servizio nel capoluogo salentino con il ruolo di dirigente. D’Ambra è tornato all’attacco nei giorni scorsi, inviando all’ Anac la disposizione di servizio a firma di Rossi con cui, il 30 dicembre 2022, veniva nominata Rossana Indiveri a responsabile dell’Ufficio gare. Ieri sera, come al solito con una lunga nota, Rossi ha risposto alla Cisal, confermando quanto detto ieri ai giornalisti: “La mia disposizione è legittima, è stata ritenuta erroneamente fonte di conflitto d’interessi“. Nulla di cui meravigliarsi per chi conosce la presunzione ed arroganza dell’ avvocato salentino Stefano Rossi che ha preferito intrufolarsi nei meandri della sanità pugliese invece di frequentare le aule di tribunale.

A D’Ambra non è sfuggito di segnalare la circostanza che l’allora commissario Rossi abbia firmato un atto contenete valutazioni positive sull’operato della propria consorte quale dirigente. Nel documento trasmesso all’attenzione e valutazione dell’ Anac si legge che la dottoressa Indiveri ha “maturato una notevole esperienza nella gestione e coordinamento delle procedure amministrative per l’approvvigionamento di beni e servizi, sia in qualità di Responsabile unico del procedimento in numerose procedure di gara, sia quale referente aziendale di specifiche schede di progetti di investimento“.

A parere del segretario Fp della Cgil di Lecce Floriano Polimeno,fermo restando l’esigenza di creare un organismo per tenere a freno la spesa farmaceutica, la questione di incompatibilità si poteva probabilmente evitare affidando la responsabilità della attivazione dell’Ufficio gare a Cosimo Dimastrogiovanni, direttore dell’area Gestione del patrimonio ed a Vito Gigante, coordinatore per le unità operative afferenti al Dipartimento di Indirizzo, Gestione e Controllo».

Sempre la Cisal per voce del segretario Giovanni D’Ambra, ha censurato e criticato Stefano Rossi per l’accredito di somme irrisorie, anziché dell’intero stipendio del mese di gennaio “a numerosi dipendenti“. parlando di “situazioni paradossali” come quella di un medico dell’ospedale di Casarano “che si è visto accreditare sul conto corrente solo 93 euro, corrispondenti a poche ore di reperibilità, mentre sul cedolino, alla voce “stipendio”, risultavano versati zero euro”.

Rossi non è nuovo a clamorosi episodi legati alla politica, allorquando nel suo precedente incarico di direttore generale dell’ ASL Taranto, a seguito di un esposto di un politico di paese (in quel periodo assessore regionale) sospese Nazareno Di Noi un dipendente dell’ ASL Taranto, che nel suo tempo libero svolgeva legittimamente l’attività di giornalista regolarmente iscritto all’ albo. La decisione di Rossi poi venne revocata dal Tribunale competenti che annullò la decisione dittatoriale dell’ex dg dell’ ASL Taranto molto abituato alle denunce, come quella effettuata nei confronti di Eleonora Coletta un legale interna della stessa ASL che aveva denunciato ad un importante trasmissione tv nazionale condotta dal collega Mario Giordano un caso di malasanità nell’ospedale Moscati di Taranto durante il Covid che avrebbe comportato il decesso del padre e del marito della funzionaria dell’ ASL Taranto.

E se c’è un responsabile sui ritardi per il completamento del Nuovo Ospedale San Cataldo di Taranto, quella persona è proprio Stefano Rossi. Per non parlare poi di molte strane gare d’appalto revocate a seguito di denunce televisive.

“Mai citazione appare più azzeccata: la moglie di Cesare non deve essere solo onesta, ma deve sembrare onesta. Il senso è evidente: l’opportunità in certi contesti è più importante della verità stessa“. È il commento del gruppo regionale di Fratelli d’Italia (il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro) alla notizia della nomina, da parte del direttore generale Asl Stefano Rossi, della moglie quale responsabile del neo istituito Ufficio Gare territoriali.

“In virtù di questo principio – scrivono in una nota ufficiale i consiglieri – non entreremo nel merito della nomina che Rossi fa per sua moglie, “unica” dirigente della Asl di Lecce, Rosanna Indiveri, affidandole non solo un incarico, ma proprio un ufficio ad hoc, Ufficio Gare territoriali all’interno dell’Unità di Coordinamento servizi amministrativi. Certo, il fatto di essere “unica” dirigente della Asl a cui assegnare l’incarico fa porre tante domande. Il punto è l’opportunità che un marito direttore faccia fare carriera alla moglie dirigente in un ente pubblico. Il presidente Emiliano rispolveri ogni tanto anche la toga da pm che ha solo “congelato”, visto che è in aspettativa – proseguono i rappresentati di FdIe si ponga la domanda, soprattutto, sul piano etico e deontologico: quanto è opportuno tutto questo. Chiaramente parliamo di un’opportunità politica, quella che come richiamava l’imperatore Cesare deve essere anche un elemento di “apparenza’”, non solo di sostanza. A meno che nel Salento dove l’imperatore non si chiama Cesare, ma Claudio (al secolo Stefanazzi) l’opportunità ha un sapore diverso da quello politico, ma è un’opportunità personale e di amicizia“.

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