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23 Novembre 2025 22:48

Coppa Davis:l’Italia è sul tetto del Mondo con il talento ed il cuore

Anche senza Sinner e Musetti , gl azzurri trionfano per il terzo anno di fila con il riscatto di Cobolli e Berrettini, che trovano la consacrazione, mettando la propria firma su un'impresa storica.
di Ilaria Cerulla

Pur orfana dei suoi due top ten, Sinner e Musetti, l’Italia di Volandri conquista la Coppa Davis per il terzo anno consecutivo grazie all’orgoglio di Berrettini, ed il cuore di Cobolli . Davanti al meraviglioso pubblico di Bologna, Berrettini conquista subito l’1-0 sconfiggendo Carreno Busta in due set, poi il fiorentino Cobolli ormai romano d’adozione chiude i conti contro Munar. Un trofeo che rappresenta il compendio perfetto.

Senza Sinner e Musetti, cioè senza i suoi due top ten, l’Italia vince comunque, conquistando per tre volte di fila la Coppa Davis, impresa che non era mai riuscita a nessuno da quando, nel 1971, è stato abolito il Challenge Round, che ammetteva i campioni in carica direttamente alla finale.  Una nazione capace di conquistare più di due edizioni di fila non la si vedeva dai tempi della cinquina degli Stati Uniti (dal 1968 al 1972). La conferma della profondità e della ricchezza del nostro movimento tennistico, che nell’ultimo ranking Atp ha sorpassato gli Usa in fatto di punti accumulati dai giocatori nei primi 100. Un trionfo che è “storico” .

Il palcoscenico questa volta è di un resuscitato Matteo Berrettini e Flavio Cobolli: due generazioni tennistiche differenti, il primo già “top ten” (e finalista a Wimbledon), l’altro che aspira a entrarci, grandi amici dai tempi dei tornei giovanili sui campetti romani. A Bologna, i due tennisti azzuri hanno letteralmente mandandto in delirio i 10mila spettatori della SuperTennis Arena allestita in Fiera, che hanno ripetuto nella finale contro la Spagna lo schema vincente ammirato nei quarti (con l’Austria) e nelle semifinali (con il Belgio). In totale, sei singolari e sei successi, senza mai dover ricorrere al rischioso scontro nel doppio.

Filippo Volandri per 17 volte (con 10 vittorie) da giocatore ha rappresentato l’Italia in Coppa Davis , ma è da capitano che ha compiuto il suo capolavoro, con tre vittorie di fila. E l’ultima, quella odierna, è la più bella: “Non ho pianto per le prime due Davis, ho pianto per questa. Significa molto per me. Nel 2021, quando mi nominarono capitano, ci siamo posti l’obiettivo di vincere la Coppa Davis entro 5 anni. I ragazzi sono stati più veloci. Ma la Spagna ha perso con Alcaraz l’anno scorso, la Germania con Zverev quest’anno. Non basta il campione per vincere. Sono state tutte vittorie straordinarie ma questa in modo diverso. Sia chi c’era fisicamente, sia chi non c’era, contribuisce a un gruppo incredibile. Cobolli era sotto set e break oggi, posso solo dire grazie. Vincere la Davis fuori è meraviglioso, ma vincerla in casa ha un sapore straordinario, e vogliamo divertirci ancora”. Un’emozione impareggiabile quella di guidare una squadra di questo tipo: “Tutto questo per me è inimmaginabile, grazie anche a chi mi ha dato fiducia. Veder crescere questi ragazzi è veramente importante…io sto vivendo un sogno. Io ascolto, specie giocatori come Matteo; è importante che parlino, glielo permetto e mi ripagano così”.

Cobolli ha tenuto a precisare come non sia stato lui il trascinatore:Non ho trascinato io l’Italia, siamo una squadra lunga e formibadile, contando anche i tanti che sono a casa. Lavoriamo per ottenere questo, oggi abbiamo lottato insieme dal primo all’ultimo istante. Non si può mollare per questa squaddra, per questi colori, questo è sempre stato il mio sogno. Sono la persona più felice del mondo, non so ancora se ho realizzato quello che abbiamo fatto. Dovrò fermarmi”.

L’unica cosa che nei giorni bolognesi, specie tra Belgio e Spagna, non ha fatto:Il nostro input è sempre avere energia alta, gridare, sostenerci, giocare con il pubblico che ci ha aiutato molto. Da ieri provo a tenere alta l’atmosfera, a non calmarci ma continuare a cavalcare questa onda. Era difficile per me dopo il Belgio, ero un po’ nervoso come si è visto all’inizio, ma appena ho visto Matteo e Lori dovevo farcela anche per loro. Sul match point non ho pensato, ho solo cercato di tirare più forte possibile, prendermi il punto senza che lo regalasse nessuno. Dedico questa settimana, questa Davis alla mia famiglia, mio padre, mia mamma e mio fratello, i miei nonni e nonne, la mia ragazza…persone che mi hanno cambiato la vita”.

La “rinascita” di Matteo Berrettini

Una forza che parte da lontano, da tutti i cesti che mi ha fatto fare da ragazzino…i famosi ‘birilli’, che sembra abbiano funzionato”. “Sapore ancora più speciale, poi ogni anno è diverso, avevamo qualche punto interrogativo in più…ma ancora una volta abbiamo dimostrato quanto siamo compatti. Tutte partite 2-0, ma risultati molto tirati. Succede che quando uno gioca si incastra con chi sta fuori, io e Flavio lo abbiamo fatto a vicenda. L’ho visto crescere, ero con lui quando ha mollato il calcio per il tennis. Sono contento per lui e la sua famiglia, sono storia anche della mia vita. I momenti difficili sono importanti soprattutto per godersi i momenti belli, non possiamo pensare di essere sempre felici…anhche se in Coppa Davis lo sono sempre. Gli eroi sono altri, noi siamo eroi sportivi, tutti insieme. Anche con le ragazze stiamo portando il tennis ad un altro livello, risultati e non solo: bambini che giocano con il cappello all’indietro o in avanti come Jannik. Mi sono goduto questa settimana, felice, circondato da persone che mi vogliono bene, che oltre a portare professionalità portano affetto ed energia buona”.

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