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23 Dicembre 2025 00:56

Confermata in appello la sentenza di condanna per l’Ilva-gestione Riva con risarcimento di 20 milioni per danni alla città di Taranto

La Corte d’Appello jonica ha confermato la sentenza di condanna di primo grado nei confronti di Fabio Riva e Luigi Capogrosso per le emissioni tossiche tra il 1995 e il 2014: quantificati danni per 18 milioni per la reputazione della città di Taranto

I giudici della sezione civile di Taranto della Corte d’appello di Lecce, presieduta dalla giudice Anna Maria Marra e a latere Michele Campanale e Claudia Calabrese, hanno confermato nella 58 pagine della sentenza, la precedente sentenza di 1° grado emessa dal giudice Raffaele Viglione, aumentando l’ammontare del risarcimento, la condanna per Fabio Riva figlio ed erede di Emilio Riva, ex proprietario e gestore della società siderurgica, e l’ex direttore dell’Ilva Luigi Capogrosso. disponendo un maxi risarcimento a favore del Comune di Taranto di oltre 20 milioni di euro per le emissioni velenose dello stabilimento di tarantino tra il 1995 e il 2014. Una decisione motivata dalla percezione di “insicurezza, disagio e timore per il futuro” che induceva i residenti nel capoluogo jonico a non avere più fiducia nella capacità del Comune di Taranto di “salvaguardare i più basilari diritti dei cittadini. Questo è il danno all’identità ed all’immagine del Comune di Taranto, ed il clamore mediatico è una delle sue conseguenze, che nello stesso tempo ne illumina le dimensioni“.

Una sentenza che ha recepito le richieste presentate dall’avvocato Massimo Moretti difensore del Comune di Taranto nel procedimento civile, arrivato al secondo grado, conseguente alle condanne definitive in sede penale nella vecchia inchiesta sui danni causati dalle polveri emesse dall’Ilva sotto la gestione della famiglia Riva , assistita dall’avvocato Berardino Iacopucci riconoscendo “la responsabilità di questi ultimi per il verificarsi delle emissioni illecite ed inquinanti di polveri prodotte, nell’arco temporale compreso tra il 1995 ed il 2014, dallo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto”.

A marzo del 2023 con un’ordinanza era stata accolta “l’istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza”. che adesso con la sentenza di appello è diventata esecutiva a carico disponendo che “in via solidaleFabio Riva e l’ing. Capogrosso, dovranno versare la somma 18 milioni di euro al Comune di Taranto “a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale all’immagine, alla reputazione e all’identità storica e culturale della città di Taranto“. La somma quantificata dalla Corte di Appello è “stimata equitativamente all’attualità, oltre interessi legali dalla data della sentenza sino al soddisfo”. In primo grado il risarcimento era stato quantificato in 8 milioni. Il Comune ha ottenuto ulteriori risarcimenti per 2.429.712 euro anche per il “danno materiale subito dal patrimonio immobiliare comunale, ubicato nei quartieri Città Vecchia e Paolo VI”, e per 23.092,47 euro per il “ristoro delle spese sopportate per i lavori di manutenzione straordinaria eseguiti sulle coperture dei padiglioni della scuola Gabelli” nel rione Tamburi; e di 497.164,63 euro per il “danno materiale subito dalle strutture scolastiche dei quartieri Città Vecchia e Paolo VI” , per 141.750 euro a causa del “danno da pulizia straordinaria di pozzetti e tubazioni ed installazione di un nuovo impianto di raccolta e drenaggio delle acque meteoriche del cimitero di San Brunone.

L’ Amat (ora Kima Mobilità) ha ottenuto il risarcimento di 162.385,46 euro per il “danno derivante dai maggiori oneri e sostituzioni dei materiali d’uso” dei bus urbani, mentre l’Amiu (ora Kyma Ambiente) riceverà tre diversi risarcimenti: 84.491,33 euroa titolo di ristoro dei maggiori costi sopportati per le attività di spazzamento e di lavaggio delle strade nei quartieri Tamburi e Città Vecchia“; di 25.771,18 euro per i “maggiori costi sopportati per l’implementazione dell’attività di lavaggio stradale” e di ulteriori 6.980.04 euro per i “costi sopportati per la dotazione di tute integrali per i dipendenti Amiu”

Gli importi che Fabio Riva e Luigi Capogrosso dovranno risarcire si intendonooltre interessi legali sul capitale, anno per anno rivalutato secondi gli indici Istat dal giorno dell’esborso sino alla data della sentenza di primo grado, ed oltre interessi legali sulla complessiva somma determinata dalla data della sentenza di primo grado sino al soddisfo”. oltre alle spese processuali quantificate in 116.268 euro.

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