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7 Maggio 2025 22:09

Conclave in Vaticano: ecco chi sono i protagonisti

Dal camerlengo al cerimoniere, dall'Extra omnes fino all'Habemus Papam quali sono i passaggi chiave dell'elezione di un Pontefice

La Cappella Sistina tornerà a ospitare uno degli eventi più segreti e carichi di mistero al mondo, il Conclave (dal latino “cum clave“, cioè “chiuso con la chiave” o “sottochiave”). Divenuta solo nel 1996 sede ufficiale del Conclave – con la Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis” di Giovanni Paolo II – la Sistina da domani quindi si presenterà con un “volto” nuovo. Le immagini dell’adeguamento sono state diffuse dal Vaticano. La Cappella Sistina sarà arredata con sedie di ciliegio, contrassegnate dal nome e cognome di ciascun Cardinale Elettore (133 in tutto), e tavoli di legno grezzo, coperti da un panno beige e satin bordeaux, disposti su due file di diverso livello. I Cardinali chiamati a eleggere il 267esimo Successore di Pietro non cammineranno sul pavimento cosmatesco della Cappella Sistina, ma su una struttura piana in legno coperta da un panno beige, alta 50-60 centimetri da terra e in linea con il secondo gradino dell’altare.

Il conclave in Vaticano è il rito solenne e confidenziale con cui viene eletto un nuovo papa, meticolosamente stipulato e orchestrato da diversi prelati che daranno volto e voce alla cerimonia dentro e fuori la Cappella Sistina. Con la morte o la rinuncia di un pontefice, la Santa Sede entra in una fase detta ‘sede vacante’ in cui, come richiesto dalla legislazione canonica, “nulla è da innovare”.

Occhi puntati sul comignolo della cappella Sistina: le fumate

Da stasera gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sul comignolo della Cappella Sistina: la prima fumata di oggi è prevista in serata, intorno alle 19. Nei giorni successivi, salvo elezione del nuovo Papa, ci saranno due fumate al giorno: una a metà mattina (verso le 12) e una nel tardo pomeriggio (indicativamente le 17.30). Se si raggiunge la maggioranza dei due terzi, la fumata sarà bianca e il mondo saprà che il 267esimo Papa è stato eletto. All’interno della Sistina, una stufa brucia le schede dopo ogni scrutinio. Dal 2005, per evitare confusioni, il fumo nero (niente elezione) è prodotto mescolando le schede bruciate a cartucce chimiche a base di perclorato di potassio, antracene e zolfo. Il bianco (eletto il Papa) si deve all’aggiunta di lattosio e clorato di potassio.

Il comignolo della Cappella Sistina

Quanto tempo ci vorrà per il nuovo Papa? I precedenti

E’ piuttosto improbabile che già oggi dal comignolo possa uscire il fumo bianco dell’habemus papam. Guardando all’elezione degli ultimi Pontefice, la convergenza sulla persona da eleggere si è trovata in due-tre giorni. Nel dettaglio, per l’elezione di Paolo VI – nel 1963 – sono occorsi tre giorni: dal 19 al 21 giugno e quattro fumate. La scelta di Giovanni Paolo I è arrivata dopo due giorni il 26 agosto del 1978 (quarto scrutinio, seconda fumata). Giovanni Paolo II è stato eletto in tre giorni il 16 ottobre 1978 alla quarta fumata. L’elezione di Benedetto XVI è avvenuta nel secondo giorno di conclave, il 19 aprile 2995 al quarto scrutinio. Per papa Francesco, i cardinali si ritrovarono in conclave il 12 marzo 2013. Il suo nome uscì il 13 marzo, al quinto scrutinio

Il camerlengo

Con la morte o la rinuncia di un pontefice, la Santa Sede entra in una fase detta ‘sede vacante’ in cui, come richiesto dalla legislazione canonica, “nulla è da innovare”, tutto è paralizzato fino a quando i cardinali non eleggono un successore. Poi entra in scena un cardinale speciale: il camerlengo, nominato dal papa e con lo scopo di “custodire e amministrare i beni temporali e i diritti della Sede Apostolica” in quel momento.

Nel febbraio 2019, Francesco ha nominato il cardinale statunitense Kevin Joseph Farrell, che potrà anche votare ed essere eletto papa nel conclave perché ha meno di 80 anni (77). Farrell ha dovuto verificare e annunciare al mondo la morte il 21 aprile del pontefice argentino, oltre a sigillare il suo appartamento in modo che nessuno possa accedere ai suoi documenti e organizzare il suo funerale. Egli è, insomma, il governatore della Santa Sede in questo periodo di ‘interregno’ fino all’elezione di un successore, ma deve anche vigilare attentamente affinché non venga violato in alcun modo il carattere confidenziale di ciò che accade nella Cappella Sistina, secondo la Costituzione apostolica ‘Universi Dominici Gregis’.

Il Cardinale Decano

L’italiano Giovanni Battista Re è stato nominato a questa carica nel gennaio 2020 dal resto dei cardinali dell’Ordine dei Vescovi e convalidato da Papa Francesco. Il suo primo compito è quello di presiedere il Collegio Cardinalizio e, per questo, è un punto di riferimento tra i partecipanti al conclave, ha officiato i funerali del papa argentino e farà lo stesso alla messa ‘Pro eligendo ponifice‘ prima dell’accesso alla Cappella Sistina.

Il cerimoniere

È responsabile della direzione dei riti e delle liturgie nei papi. Attualmente la carica è ricoperta dall’arcivescovo italiano Diego Giovanni Ravelli. Sarà lui a pronunciare la formula ‘Extra omnes’ (tutti fuori), per espellere dalla Cappella Sistina chiunque non indossi la porpora e non sia elettore (sotto gli 80 anni di età), garantendone così la totale riservatezza. Anche lui dovrà lasciare i locali in quanto non è cardinale.

Al vertice del conclave

Il cardinale che presiederà il conclave dall’interno sarà il più anziano dell’Ordine dei vescoviPietro Parolin, segretario di Stato di Francesco e considerato uno dei ‘papabili’. Quando un candidato raggiunge i due terzi dei voti e viene eletto papa, sarà lui a chiedergli se accetta il potere con la formula latina: “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?”. (trad. “Accetta la sua elezione canonica a Sommo Pontefice?”). Nel caso in cui il prescelto sia lo stesso Parolin, la domanda la porrà il cardinale Fernando Filoni.

Cardinali a Santa Marta, telefonini schermati nelle aree del Conclave

Da ieri i cardinali elettori hanno potuto prendere possesso della loro stanza a Casa S. Marta assegnata attraverso il sorteggio. Poiché le stanze della residenza dove ha vissuto Papa Francesco per dodici anni – la sua stanza, la 201 resterà sigillata – non bastano per tutti i cardinali e per gli officiali e gli addetti a vario titolo che gravitano attorno alla macchina organizzativa del conclave (lunedì il giuramento di segretezza di un centinaio di persone), alcuni di loro risiedono nell’edificio adiacente di S. Marta vecchia.

Da oggi, e ogni volta che faranno ritorno a S. Marta per i pasti e il riposo, le 133 porpore elettrici si potranno spostare a piedi da S. Marta alla Sistina percorrendo via delle Fondamenta o accompagnate su un apposito bus e percorreranno ogni volta un tragitto di un chilometro. Per tutto il tempo del Conclave i telefonini saranno schermati nelle aree interessate dal conclave: la misura non riguarderà Piazza San Pietro.

‘Clave’

La Cappella Sistina resterà chiusa e sorvegliata dalla Guardia Svizzera mentre i cardinali, all’interno, discutono o votano. La mano che aprirà e chiuderà i cancelli quando necessario sarà quella del cardinale indiano George Jacob Koovakad, l’ultimo dell’Ordine dei Diaconi.

Le votazioni e la fumata

Nel primo giorno si terrà una sola votazione, mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio. Gli orari orientativi per prevedere le fumate sono: la mattina dopo le 10:30 e dopo le 12, nel pomeriggio intorno alle 17:30 e 19. Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase “Eligo in Summum Pontificem“, ogni singolo Cardinale Elettore si avvierà verso l’altare con la scheda piegata e ben visibile, la adagerà su un piatto d’argento poggiato su un’urna e poi la lascerà scivolare all’interno.

Per eleggere il nuovo Pontefice sarà necessaria una maggioranza qualificata di due terzi dei Cardinali Elettori (quorum 89). Dopo la 33esima o 34esima votazione, comunque, si passerà direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. I due cardinali rimasti in lizza, inoltre, non potranno partecipare attivamente al voto.

Accettazione e fumata bianca

Avvenuta canonicamente l’elezione, si prevede che si chieda il consenso dell’eletto con le seguenti parole: “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?” (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?) e a risposta affermativa “Quo nomine vis vocari?” (Come vuoi essere chiamato?). Solo dopo i due consensi saranno bruciate le schede per la fumata bianca.

La Stanza delle Lacrime

Al termine del Conclave il nuovo Pontefice si ritirerà nella “Stanza delle Lacrime”, ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, per indossare i paramenti papali con i quali si presenterà in pubblico – per la prima volta – dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro. Il nome della stanza deriva dalla consuetudine che il Pontefice si commuova per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.

La Stanza delle Lacrime

Conclusione del Conclave

Dopo la preghiera per il nuovo Pontefice, e l’ossequio dei Cardinali, viene intonato il “Te Deum” che segna la fine del Conclave. L’annuncio dell’elezione vede il cardinale protodiacono affacciarsi dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro e pronunciare l’“Habemus papam”. Quindi il nuovo Pontefice, preceduto dalla croce astile, impartirà la solenne benedizione Urbi et Orbi.

‘Habemus papam’

Il cardinale protodiacono avrà il compito di annunciare al mondo che il conclave ha già eletto un nuovo papa, subito dopo che i cardinali stessi lo avranno fatto con il fumo dei loro voti bruciato in una stufa all’interno della Cappella Sistina. In questa occasione, la voce che farà il giro del pianeta sarà il francese Dominique Mamberti.

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