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18 Aprile 2024 07:24
18 Aprile 2024 07:24

Arriva il decreto lavoro del governo: taglio del cuneo fiscale fino al 7%, fringe benefit detassati fino a 3000 euro per chi ha figli

Per la prosecuzione del Reddito di cittadinanza si prevede quindi una spesa di 384 milioni quest'anno, mentre per lo Strumento di attivazione al lavoro, che entrerà in vigore il primo settembre, è prevista una spesa di 276 milioni nel 2023 e di 2,1 miliardi nel 2024, spesa che poi scende negli anni successivi.

Il decreto lavoro del Governo è pronto e nelle ultime bozze sono spuntati i dettagli sulle misure che l’esecutivo Meloni vara con un decreto domani Primo Maggio durante il Consiglio dei ministri previsto nel giorno della Festa del Lavoro. Si tratterà di un decreto legge di oltre quaranta articoli, con fringe benefit per i lavoratori con figli e con i dettagli del nuovo assegno inclusione, la misura che sostituirà il reddito di cittadinanza, nuove misure sul cuneo fiscale. Da una parte si tenterà di aumentare le buste paga dei lavoratori con redditi medio-bassi (taglio di un punto del cuneo fiscale fino a 35 mila ero) grazie ai 3,4 miliardi ritagliati dal Def; dall’altra si dirà addio al Reddito di cittadinanza e si supererà il Decreto dignità per i contratti a termine. Si tenterà di mettere mano ai contratti a termine, alle assunzioni agevolate degli under 30 e alle uscite per prepensionamento.

Il sostegno alle famiglie

Al fine di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione fra vita privata e lavoro, viene istituito un fondo con una dotazione di 60 milioni di euro per l’anno 2023. Con l’articolo “Istituzione di un Fondo per le attività socioeducative a favore dei minori’ stanzia delle risorse per ‘‘le attività socio-educative a favore dei minori, destinato al finanziamento di iniziative dei Comuni, da attuare anche in collaborazione con enti pubblici e privati, finalizzate al potenziamento dei centri estivi, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori”.

Il nuovo assegno di inclusione

Si chiamerà “Assegno di inclusione” e per le famiglie con la presenza di un minore o di un anziano con almeno 60 anni o di un disabile non sarà molto diverso dal reddito di cittadinanza, che in ogni caso non esisterà più dal primo gennaio 2024. Dove invece si abbatterà la scure del governo Meloni è sugli adulti (18-59 anni), abili al lavoro, single o coppie.

Il governo prevede l’autorizzazione di una spesa complessiva per il nuovo strumento dell’assegno di inclusione di oltre 5,4 miliardi di euro nel 2024 e oltre 5,6 miliardi di euro nel 2025 e 2026. Per la riformulazione dell’ex- reddito di cittadinanza si prevede quindi una spesa di 384 milioni quest’anno, mentre per lo Strumento di attivazione al lavoro, che entrerà in vigore il primo settembre, è prevista una spesa di 276 milioni nel 2023 e di 2,1 miliardi nel 2024, spesa che poi scende negli anni successivi.

Il nuovo decreto sancirà l’addio al reddito di cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024, dell’assegno di inclusione, come misura di contrasto alla povertà, rivolto alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60 e che potrà arrivare a 500 euro al mese, cui aggiungere 280 euro se il nucleo vive in affitto. Verrà erogato per diciotto mesi e potrà essere rinnovato, dopo lo stop di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. “Procediamo alla riforma del Reddito di cittadinanza, per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è” ha commentato la premier Meloni.

Nella bozza è poi inserita anche una stretta del beneficio per gli occupabili: per loro scatterà lo strumento di attivazione al lavoro dal primo settembre 2023, in cui la formazione con la partecipazione ai corsi diventa vincolante. Sarà di 350 euro e al massimo per dodici mesi, non rinnovabili. In arrivo, poi, anche un intervento sui contratti a termine, con meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno (fino a dodici mesi non sono richieste): secondo l’ultima bozza, le causali sono affidate ai contratti collettivi o, in assenza della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva.

Il taglio del cuneo

Il taglio per cinque mesi del cuneo fiscale e contributivo aumenterà di altri quattro punti. All’articolo 34 si stabilisce come per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell’esonero è elevata da due punti a sei punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro e a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.

Contratti a termine

L’articolo 23 della bozza rimuove molti vincoli alle assunzioni a termine: le causali per prolungare il contratto oltre i 12 mesi e fino a 24 mesi sono rimesse alla contrattazione e, in mancanza di regole nei contratti, alle intese tra le parti. C’è anche la proroga di un anno, nelle aziende con almeno mille dipendenti, dei contratti di espansione, finalizzati a consentire i prepensionamenti fino a 5 anni. E arriva un incentivo per le aziende pari al 60% della retribuzione sulle assunzioni dal 1 giugno al 31 dicembre 2023 di giovani under 30 che non studiano e non lavorano. L’articolo 30 aumenta da 10 mila a 15 mila euro annui la possibilità di ricorrere ai voucher per pagare il lavoro in congressi, fiere ed eventi.

I fringe benefit

Il governo per i lavoratori con figli non tasserà i fringe benefit fino a 3.000 euro . Nell’articolo ‘Misure fiscali per il welfare aziendale‘ si stabilisce che ‘‘limitatamente al periodo d’imposta 2023, in deroga a quanto previsto’‘ dal Testo unico delle imposte sui redditi ”non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000”. Lo scorso anno la soglia di non imponibilità era stata portata prima a 600 euro, poi a 3mila euro per la parte finale del 2022. La spesa è stimata nel 2023 in 142 milioni di euro e per il 2024 in 12 milioni. Per beneficiare di questo sconto è necessario che l’azienda conceda il benefit, nella maggior parte dei casi tuttavia i fringe benefit per i lavoratori non sono previsti e quindi la detassazione non porterà alcun vantaggio per il lavoratore.

Fondo per attività dei minori

“Al fine di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione fra vita privata e lavoro, è istituito” un fondo con una dotazione di 60 milioni di euro per l’anno 2023. È quanto prevede la nuova bozza del decreto legge lavoro, che con l’articolo “Istituzione di un Fondo per le attività socioeducative a favore dei minori” stanzia delle risorse destinate al finanziamento di iniziative dei Comuni, “da attuare anche in collaborazione con enti pubblici e privati, finalizzate al potenziamento dei centri estivi, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori”.

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