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19 Aprile 2024 03:30
19 Aprile 2024 03:30

Arrestato dai Carabinieri di Taranto il presunto autore dell’omicidio di Cosimo Dragone.

L'arresto è il risultato di una rapida e complessa indagine avviata dai Carabinieri a seguito del rinvenimento, in località Pino di Lenne – agro di Palagiano (TA), nella mattinata della scorsa Epifania , il 6 gennaio 2018, del corpo senza vita del 46enne bracciante agricolo Cosimo Dragone, ucciso da quello che è risultato un colpo esploso alla gola da un fucile cal. 16.

ROMA – I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto e del N.O.R. della Compagnia di Massafra, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese e di unità cinofile antiarmi/antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno (Ba), hanno dato esecuzione nella mattinata odierna,  ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Taranto, dr. Martino Rosati, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dr. Remo Epifani, nei confronti di Salvatore Bocconi, classe ‘61, residente a Massafra (Ta), commerciante, pregiudicato, ritenuto responsabile di omicidio, porto e detenzione in luogo pubblico di armi da sparo e detenzione illegale di munizionamento, nonché di danneggiamento.

L’arresto è il risultato di una rapida e complessa indagine avviata dai Carabinieri a seguito del rinvenimento, in località Pino di Lenne – agro di Palagiano (TA), nella mattinata della scorsa Epifania , il 6 gennaio 2018, del corpo senza vita del bracciante agricolo Cosimo Dragone, ucciso da quello che è risultato un colpo esploso alla gola da un fucile cal. 16.

All’esito delle indagini, condotte mediante: l’escussione di persone informate sui fatti; la verifica del traffico telefonico e delle comunicazioni sms della vittima e di persone a lui vicine; l’analisi delle celle radio base di telefonia; l’esame di filmati di telecamere di videosorveglianza, nonché avvalendosi di una meticolosa attività d’intercettazione, i militari hanno raccolto una serie di elementi di elevata gravità indiziaria nei confronti dell’uomo. Costui avrebbe trascorso gran parte dell’ultimo giorno di vita della vittima di cui era amico e con cui spesso si accompagnava, insieme alla stessa.

Le telecamere installate presso un’abitazione rurale prossima a quella in cui è stato assassinato Dragone e presso una stazione di servizio ubicata sulla S.S. 106, non molto distante dalla stessa, hanno immortalato i due amici intenti a rientrare presso la casa della vittima, dove verosimilmente avevano dormito nella nottata del 3 gennaio scorso e allontanarsi alle successive ore 9.00 circa del 5 gennaio u.s. a bordo di una Fiat Stilo SW di colore bianco e di un autocarro Iveco (entrambi automezzi di modello e colore compatibili con quelli in uso a Salvatore Bocconi), alla volta della stazione di servizio, dove sostavano pochi minuti per una consumazione al bar.

Dagli accertamenti esperiti è emerso che il Bocconi è stato l’ultima persona a cui Dragone ha telefonato, nella serata del 04 gennaio u.s. ed anche l’ultima che lo ha contattato. Inoltre, nel corso di un tentativo di chiamata, il telefono di Bocconi ha agganciato la stazione radio base (cdcella) ubicata a Palagiano, nella cui area di copertura ricade l’abitazione della vittima. Tale dato ha assunto maggiore significato in termini indiziari, allorquando è stato supportato dai filmati delle telecamere che hanno immortalato, nello stesso arco orario e precisamente alle ore 20.49 del 4 gennaio scorso, un’autovettura con una persona a bordo e con la lampada destra del portatarga fulminata, mentre percorreva la stradina di accesso all’abitazione di località Pino di Lenne per poi allontanarsi velocemente dopo circa 12 minuti.

Tale avaria di illuminazione della targa si è rivelata assai preziosa, allorquando da una telecamera di sorveglianza è stato rilevato che anche l’autovettura Fiat Stilo SW di colore bianco a bordo della quale viaggiava un individuo dalle fattezze fisiche compatibili con quelle di Bocconi,  recatosi a danneggiare i pneumatici della macchina in uso ai genitori della vittima (nel verosimilmente proposito di ritardare la scoperta del cadavere) aveva il medesimo malfunzionamento all’illuminazione del portatarga.

Salvatore Bocconi dopo l’ultimo tentativo di chiamata delle ore 20.53 del 4 gennaio – data in cui il medico legale, all’esito dell’esame autoptico, collocava il decesso – interrompeva definitivamente i frequentissimi contatti telefonici con Dragone e cercava, sin da subito, di allontanarsi da quei luoghi. Inoltre, il soggetto, poco dopo smetteva definitivamente di usare il proprio cellulare, rendendosi irreperibile. In particolare, anche attraverso lo studio dei tabulati telefonici, i militari accreditavano la circostanza che Bocconi aveva trascorso la notte tra il 4 ed il 5 gennaio in un’abitazione a lui in uso, sita in contrada Bellomo – agro di Mottola (Ta) al confine tra le provincie di Taranto e Bari in cui non dimorava da tempo.

Proprio nel corso di una perquisizione effettuata in tale abitazione, nelle scorse settimane, i Carabinieri rinvenivano 15 cartucce per fucile da caccia calibro 16 occultate in una panca posta all’esterno della villa. All’esito di un esame comparativo con il materiale recuperato in occasione dell’autopsia sul corpo della vittima (borra e pallini), veniva accertata e riconosciuta, dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Taranto, compatibilità con il munizionamento impiegato per l’omicidio.

Alcuni conoscenti della vittima hanno successivamente riferito di un presunto debito di denaro contratto da Dragone nei confronti dell’amico Bocconi, che avrebbe fatto deteriorare il rapporto tra i due al punto da sfociare, spesso, in accesi litigi nel corso dei quali Bocconi non aveva mancato di esternare veri e propri propositi omicidi nei confronti dell’amico.Gli elementi raccolti, ritenuti dal GIP di elevata gravità indiziaria, hanno consentito l’emissione del provvedimento eseguito in data odierna.

L’arrestato rintracciato nelle adiacenze di un camper, probabilmente prestatogli da un amico, nel quale si ritiene che abbia trascorso le sue giornate nei giorni successivi all’omicidio, è stato fermato presso un cantiere navale ubicato nelle vicinanze del quartiere Tamburi. L’uomo, espletate  le formalità di rito, è stato tradotto dai Carabinieri presso la locale Casa Circondariale, in attesa dell’interrogatorio di garanzia del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto.

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